quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 19 FEBBRAIO 2018
Infermiere in commissione disciplinare. NurSind scrive a Lorenzin: “Si adoperi per il ripristino dello stato di diritto”

La commissione disciplinare, convocata per giudicare l’operato dell’infermiere, si riunirà il 22 febbraio prossimo. “È un atto intimidatorio che avalla un comportamento illecito giustificando che una barella venga trattenuta in Pronto Soccorso per ore”.

“La preghiamo di dar seguito alle sue nobili parole adoperandosi per il ripristino dello stato di diritto che qui parrebbe definitivamente scomparso. La dignità dei lavoratori, la salvaguardia della vita umana e la tutela dei soggetti deboli non valgono la difesa ad oltranza di dirigenti arroganti e di un sistema che sfoggia sempre più l’arroganza dell’impunità”.

È questo uno dei passi chiave di una lettera indirizzata dal NurSind Piemonte al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per sollecitare un suo intervento nel caso dell’infermiere richiamato in consiglio disciplinare dopo aver tentato di ‘sbloccare’ un ambulanza.
“Stefano - ricorda il NurSind - infermiere della Centrale Operativa 118 di Torino, “reo” di aver chiamato i Carabinieri per liberare l’ennesimo mezzo di soccorso sottratto alla cittadinanza, trattenuto in un ospedale del torinese per mancanza di barelle. Un’azione che ha scatenato le ire dei dirigenti di Pronto Soccorso e 118. La commissione disciplinare, convocata per giudicare l’operato del collega, si riunirà il 22 febbraio prossimo”.

Per il coordinatore regionale NurSind Piemonte Francesco Coppolella e il segretario territoriale NurSind Torino Giuseppe Summa, “la convocazione disciplinare in questo caso oltre a rappresentare un atto intimidatorio, ha avallato un comportamento illecito giustificando che una barella venga trattenuta in Pronto Soccorso per ore. Ecco, Ministro, - concludono - noi riteniamo che ci sia qualcosa di malato in un sistema che istruisce procedimenti così rapidi in nome di una “lesa maestà” inesistente, ma che non batte ciglio di fronte a morti che potevano essere evitate”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA