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Giovedì 15 FEBBRAIO 2018
Midollo osseo. Emilia Romagna oltre i 50 mila donatori: 5.260 in più solo nel 2017

Grazie a una capillare azione di sensibilizzazione da parte dell’Admo e a scelte organizzative come la centralizzazione della tipizzazione e l’adozione di kit per la tipizzazione attraverso il prelievo salivare, l’Emilia Romagna è quella in cui  il numero di potenziali donatori cresce più velocemente. Ed è anche più giovane.

Su un totale di quasi 393 mila iscritti nel registro italiano dei potenziali donatori di midollo osseo, 52.535 risiedono in Emilia Romagna. Un numero che situa la regione al terzo posto dopo Veneto (61 mila) e Lombardia (73 mila).

L’Emilia Romagna è però la regione in cui negli ultimi anni si è registrata una maggiore crescita dei potenziali donatori: 5.260 nel 2017, pari a oltre il 20% dell’incremento registrato su scala nazionale.

Sono alcuni dei dati resi noti in una conferenza stampa dalla Regione Emilia Romagna e dall’Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo) regionale.

“Siamo molto orgogliosi di questo dato”, hanno detto la presidente regionale dell'Admo, Rita Malavolta, e la direttrice generale del Policlinico Sant'Orsola, di Bologna Antonella Messori.

Il modello Emilia Romagna è un caso di studio. E il successo è in gran parte frutto delle autorità sanitarie locali e regionali con la sezione locale dell’Admo, che ha sviluppato una rete dinamica e capillare che coinvolge numerosi collaboratori (sanitari e non) retribuiti, volontari (tra cui molti accreditati con appositi corsi di formazione), giovani del servizio civile, stagisti universitari e nelle scuole superiori. Proprio grazie all’azione di sensibilizzazione nelle scuole, per esempio, l’Emilia Romagna è riuscita ad abbassare l’età media dei potenziali donatori, che oggi in due casi su tre hanno meno di 25 anni e solo nel 4% più di 36. Ciò ha reso la lista dei donatori dall’Emilia-Romagna più giovane rispetto ad altre regioni.

Sul fronte dell’organizzazione, si è riuscito a snellire le procedure per la tipizzazione sia concentrando gli esami nel laboratorio del Sant’Orsola (e tale centralizzazione ha permesso di ottenere una tipizzazione ‘ad alta risoluzione’ che meglio prevede l’efficacia dell’incrocio tra malato e potenziale donatore) sia introducendo i kit per realizzare la tipizzazione attraverso il prelievo salivare, tanto che ormai l’81,4% dei nuovi potenziali volontari è entrato nel registro con questa modalità.

Così negli ultimi anni l’Emilia Romagna è risalita nella classifica delle regioni con il maggior numero di donatori raggiungendo i livelli attuali. “Il 10% delle donazioni in Italia viene dall’Emilia Romagna”, ha detto il responsabile del registro regionale donatori Andrea Bontadini. “I nostri donatori al momento soddisfano il 70% delle compatibilità, ma vogliamo migliorare ancora”.

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