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Lunedì 12 FEBBRAIO 2018
Anche i diabetici scrivono ai candidati politici: “Basta con le gare al ribasso per dispositivi”
Lettera-appello di Fand-Associazione italiana diabetici ai candidati alla Presidenza di Regione Lombardia e al futuro Governo nazionale. L’associazione che tutela i diritti di oltre 3 milioni di italiani con diabete, di cui 500 mila solo in Lombardia, chiede un incontro ai candidati delle prossime elezioni politiche regionali, rinnovando la propria contrarietà alle gare per l’acquisto dei dispositivi medici. “Le gare per l’acquisto delle strisce per la misurazione della glicemia non fanno risparmiare! Conducono anzi ad un aumento dei costi”.
“Sono anni che Fand-Associazione italiana diabetici si batte contro la diffusione delle gare per l’assegnazione dei dispositivi medici per le persone con diabete. Stiamo parlando di glucometri, microinfusori, strisce per la misurazione della glicemia, che dovrebbero essere scelti e consigliati ai pazienti dal medico curante”. Lo scrive Albino Bottazzo, presidente nazionale Fand-Associazione italiana diabetici, in una lettera indirizzata ai candidati alla Presidenza di Regione Lombardia e al futuro Governo nazionale.
“Il corretto iter della cura personalizzata – ha continuato Bottazzo - cioè la scelta di un programma diagnostico e terapeutico individuale, prevede infatti che sia il medico curante, dopo aver individuato il tipo di diabete e lo stile di vita della persona, che varia da individuo a individuo a seconda dell’età e delle attività giornaliere, a scegliere, avendo a disposizione tutta l’offerta di mercato, i presidi più adatti per il singolo. Il medico compie, con questa scelta, un atto terapeutico che solo un medico ha il diritto di compiere”.
“Il non garantire la personalizzazione della terapia, impedendo al diabetologo di scegliere le diverse soluzioni tecnologiche avanzate – ha scritto ancora il presidente di Fand - costituisce un grave abuso, una violazione del principio di equità nel diritto alla salute, nonché un inutile dispendio economico causato da aumentati accessi al pronto soccorso per ipo- e iperglicemie e per conseguenti ricoveri per complicanze in strutture ospedaliere. Infatti, conti alla mano, solo il 4% dei costi sostenuti dai Servizi sanitari regionali è per i dispositivi del diabete, mentre il 50% dei costi diretti del diabete è legato ai ricoveri per complicanze”.
“Purtroppo dopo la legge 115 del 1987, che ha reso possibile la disponibilità gratuita di tali strumenti medici ai pazienti senza alcuna distinzione, con la revisione del Titolo quinto della legge costituzionale del 2001 si è, di fatto, concesso alle Regioni il libero arbitrio sulle modalità con cui i dispositivi vengono acquistati e distribuiti. Secondo Fand – ha specificato Bottazzo - l’assegnazione tramite bandi di gara della distribuzione di tali presidi medici, non favorisce la concorrenza e non consente ai medici di individuare le nuove tecnologie sul mercato e di esercitare appieno il diritto di prescrizione”.
“I bandi, infatti – si legge ancora nella lettera- vengono vinti da chi fa l’offerta più vantaggiosa, cioè da chi offre strumentazione a minor costo, garantendo solo un marchio CEE che non è necessariamente indice di qualità. Soprattutto comporta costi “nascosti”, spesso maggiori dei risparmi ipotizzati! Innanzitutto, adottare ogni volta nuovi glucometri ha un costo: il personale dei centri diabetologici deve educare i pazienti al loro utilizzo, creando malumore e dispetto nelle persone più fragili, abituate all’uso di uno strumento di cui hanno già compreso il corretto uso e nel quale hanno fiducia”.
“L’assistenza di qualità deve essere garantita a ciascuna persona con diabete – ha sottolineato il presidente Fand - indipendentemente dalla regione di residenza, mentre adesso c’è diversità di trattamento sia tra regioni vicine sia tra ASL della stessa regione. Dove è finita quindi la tanto decantata centralità della persona prevista nel Piano Nazionale per la malattia diabetica licenziato solo 4 anni fa? Esistono forse pazienti di serie A e di serie B?”
“Ciò non è ammissibile – ha continuato - Le associazioni che tutelano i diritti della persona con diabete non possono assuefarsi a tale condizione. Ribadiscono con forza che il risparmio non viene dalla individuazione e assegnazione di un singolo lotto, ma dalla possibilità di scelta, all’interno di un prezzo predeterminato, fra differenti presidi.
Fand chiede pertanto che “venga rivisto - in primis in Regione Lombardia - l’approccio all’acquisizione del materiale indispensabile al controllo della malattia diabetica. Siamo malati certamente, ma capaci di discernere tra i decisori oculati e quelli che sono solo alla ricerca di fittizi e temporanei risparmi. Siamo pronti – conclude l’Associazione - a tutelare i nostri diritti, come abbiamo sempre fatto, in ogni legittimo modo”.
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