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11 FEBBRAIO 2018
Di Maio (M5S): “Non possiamo lasciare 14 milioni di italiani senza medici di base. Con noi al governo assunzione di 10mila operatori”
Lo scrive oggi in un post sul blog delle stelle il candidato premier del movimento Luigi Di Maio in riferimento ai dati diffusi nei giorni scorsi da Fimmg e Anaao. “Non sopporto più la favola di una sanità pubblica inefficiente che andrebbe riformata o addirittura privatizzata”, ha detto. “Il MoVimento 5 Stelle al governo invertirà la rotta rifinanziando il fondo sanitario nazionale, assumendo 10.000 unità di personale tra medici e infermieri e spazzando via il blocco del turnover”, conclude il post di Di Maio.
“Per 14 milioni di italiani presto non ci sarà più neanche un medico di base a cui rivolgersi. Questo in un Paese che ha visto tagli o mancati aumenti del fabbisogno sanitario nazionale per oltre 20 miliardi negli ultimi 5 anni, e che nel 2016 ha costretto oltre 11 milioni di cittadini a rinunciare alla cure per ragioni di reddito o per la lunghezza eccessiva delle liste di attesa (dati Censis)”, così oggi Luigi Di Maio in un post sul Blog delle Stelle.
“Non sopporto più la favola di una sanità pubblica inefficiente che andrebbe riformata o addirittura privatizzata. La verità è che la classe politica degli ultimi dieci anni ha ferito a morte un servizio sanitario pubblico e universalistico che era ai primi posti nel mondo per efficacia ed efficienza. E nei prossimi anni si prepara ad infliggere il colpo di grazia a causa del blocco del turnover in vigore ancora in molte Regioni e della struttura delle università nazionali, che sfornano meno specialisti di quanti ne servirebbero”, scrive ancora il candidato premier dei Cinque Stelle.
“La Salute è il primo e fondamentale servizio pubblico, un diritto di cittadinanza previsto dall’art. 32 della Costituzione italiana. Il MoVimento 5 Stelle al governo invertirà la rotta rifinanziando il fondo sanitario nazionale, assumendo 10.000 unità di personale tra medici e infermieri e spazzando via il blocco del turnover”, conclude il post di Di Maio.
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