quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 05 FEBBRAIO 2018
Il papillomavirus può nascondersi nel biofilm tonsillare

La co-localizzazione del papillomavirus (Hpv) nel biofilm delle tonsille potrebbe giocare un ruolo importante nella patogenesi del cancro orofaringeo correlato proprio all’Hpv. A evidenziarlo è stato un gruppo di ricercatori Usa: risultati della ricerca sono stati pubblicati da Jama Otolaryngology-Head and Neck Surgery

(Reuters Health)- Matthew Miller e colleghi, dello Strong Memorial Hospital di Rochester, New York.  hanno preso in considerazione campioni di tessuto di tonsille ottenute dopo la loro asportazione non dovuta a cause tumorali. In tutto, 102 campioni provenienti da persone di età compresa tra 20 e 39 anni sono stati analizzati allo scopo di evidenziare la presenza del virus. Quelli positivi sono stati poi sottoposti a ulteriori esami per localizzare la proteina virale e vedere l’eventuale presenza a livello del biofilm.

Dai risultati è emerso che la prevalenza complessiva dell’HPV nelle tonsille degli adulti in salute era del 4,9%, e la prevalenza dei sottotipi virali 16 o 18, quelli più pericolosi, era del 3,9%. La tecnica dell’ibridazione in situ, inoltre, ha dimostrato che l’Hpv è co-localizzato nel biofilm delle cripte tonsillari.

I commenti
Il tumore all’orofaringe “sta aumentando in incidenza a un ritmo drammatico”, dice Miller. “Sebbene la biologia molecolare della genesi tumorale correlata all’Hpv sia ben nota – spiega l’autore principale dello studio – i meccanismi con cui il virus sfugge al sistema immunitario e arriva a livello delle cellule di tonsille e lingua non è ancora chiaro. L’identificazione dell’Hpv in uno stato potenzialmente latente associato al biofilm potrebbe significare che il virus riesce a eludere così il sistema immunitario, trasformandosi in un oncovirus in attesa”.

L’obiettivo, secondo l’esperto, è di “sviluppare strumenti di screening affidabili – attualmente si stanno studiando dei risciacqui orali – e mettere a punto, in seguito, antimicrobici per via topica che distruggendo il biofilm consentano l’eliminazione del virus. In questo modo si avrebbero anche potenziali implicazioni nella prevenzione del tumore dell’orofaringe”.

Secondo Saungwon Kim, dell’Upmc Hillman Cancer Center di Pittsburgh, “non è chiaro perché alcuni pazienti riescono a eliminare il virus dell’Hpv dopo l’esposizione e altri no. Questo studio suggerisce che il biofilm potrebbe ospitare un serbatoio di virus schermati dal sistema immunitario, tuttavia il significato dei risultati non è chiaro e sono necessari ulteriori studi prima di trovare associazioni definitive”.

Fonte: Jama Otolaryngology-Head and Neck Surgery

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA