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Lunedì 29 GENNAIO 2018
Sanità espulsa da liste PD. Troise: “Stupefacente esclusione Gelli”

La decisione del PD di lasciare fuori la maggior parte di coloro che si sono occupati di sanità, a partire dal proprio responsabile del Dipartimento Sanità è stupefacente. Delle due l’una: o non interessa la materia, ed allora il programma sanità al quale ha lavorato Gelli è solo uno specchietto per le allodole, o non si ha fiducia in chi è stato chiamato a prepararla, ed allora non si vede perché affidargli l’incarico solo pochi mesi fa

Le liste dei candidati al parlamento per il PD, che è stato il perno degli ultimi tre governi, escludono la maggior parte di coloro che si sono occupati di sanità nella legislatura appena conclusa ed in quelle precedenti.
 
Fuori la capogruppo nella Commissione sanità della Camera e a rischio la Presidente di quella del Senato, fuori parlamentari storici difensori della sanità pubblica, fuori gli autori di una delle poche leggi di iniziativa parlamentare, in una legislatura a ruoli invertiti in cui il governo scriveva leggi che il Parlamento approvava con il voto di fiducia, attesa da 15 anni in un settore come la sicurezza delle cure e la responsabilità dei professionisti.
 
Di fatto, come è stato fatto rilevare, sono state escluse persone serie e competenti, senza alcun riguardo per la quantità e la qualità dell’impegno profuso e per i suoi risultati, per aprire ad un “ricambio fisiologico” costituito da figli di, nipoti di, amici di, in qualche caso corredati di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio, condanne. In un clima di veleni, lacrime, delusioni ed illusioni, i candidati eccellenti sono stati collocati nei collegi uninominali, senza resistere al fascino indiscreto del paracadute, meglio se più di uno. Più di ogni analisi sociologica, questo quadro spiega astensionismo, disaffezione e la crescente separazione tra governanti e governati,che si prendono la rivincita nelle urne.
 
La decisione, poi, del Partito Democratico di lasciare fuori il proprio responsabile del Dipartimento Sanità, che da mesi sta coordinando i lavori per la stesura del programma per le elezioni, è stupefacente. Delle due l’una: o non interessa la materia, ed allora il programma è solo uno specchietto per le allodole, o non si ha fiducia in chi è stato chiamato a prepararla, ed allora non si vede perché affidargli l’incarico solo pochi mesi fa.
 
Se qualcuno aveva dei dubbi è servito: la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, non è stata nell’agenda del governo in carica perché non era nell’agenda del partito di maggioranza. Che, forse, nemmeno si è accorto che il suo Governo ha preferito scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata e dare spazio a secondi e terzi pilastri, piuttosto che finanziare il SSN. Il PD ha perso la salute. E la prognosi rimane riservata.
 
La nuova legislatura non promette alla Sanità niente di meglio di quella che si è chiusa. I professionisti dovranno costituire senza sponde, da soli, in un rinnovato rapporto con i cittadini, l’ultimo baluardo di fronte all’assalto portato al sistema sanitario a 40 anni dalla nascita. I politici hanno la memoria corta e pensano che lo stesso accada ai cittadini, ma probabilmente si illudono.
 
Costantino Troise
Segretario Nazionale Anaao Assomed

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