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Sabato 20 GENNAIO 2018
Quasi 9 milioni di italiani hanno paura di restare soli al momento del bisogno. Anziani, con basso titolo di studio e scarso reddito, ma non solo. La solitudine spaventa a tutte le età
Sono tanti, secondo un'indagine Istat, gli italiani che temono di non avere nessuno accanto se un domani dovessero torvarsi in situazioni di bisogno per malattia o gravi problemi personali. La fascia più “preoccupata” è quella degli over 65 e le Regioni dove la paura della solitudine si avverte con percentuali superiori al 20% (media italiana 18%) della popolazione anziana sono la Valle d'Aosta, il Friuli Venezia Giulia, la Campania, la Liguria e il Veneto. Ma il dato emblematico è che dai 35 anni in su la paura di restare di soli colpisce quasi un italiano su cinque.
Temono di avere un supporto sociale "debole" in caso di necessità quasi 9 milioni di cittadini, uno "intermedio" oltre 28 milioni e un sostegno "forte" poco più di 14 milioni di persone (583mila non sanno cosa rispondere).
Tre livelli di caregiver atteso che l’Istat ha rilevato nell’ambito del rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell'Unione europea con uno scopo: definire il livello di sostegno sociale su cui si può contare percepito dai cittadini.
E lo ha fatto con tre domande precise: ha la certezza di poter contare su un certo numero di persone (senza quantificare quante) in caso di gravi problemi personali? Gli altri sono attenti a quanto le accade? In caso di necessità è facile per lei avere aiuto dai vicini di casa?
Un capitolo importante che cammina parallelo con quello dei servizi sanitari fin qui esaminati su Quotidiano Sanità: sono state pubblicate finora le analisi relative alle malattie croniche e l’assistenza domiciliare, alle cure dentali , al ricorso a medici di famiglia e specialisti,quella sui motivi delle rinunce alle cure e l’analisi di quanti italiani soffrono di dolore fisico.
Quello che l’Istat definisce “supporto” sociale, quindi, altro non è se non la percezione che i cittadini hanno di essere lasciati più o meno soli nel momento del bisogno e di avere qualcuno che fa per loro da caregiver.
Anche in questo caso come nelle altre indagini il risultato varia in base all’età e alla Regione di appartenenza.
Gli anziani sono i più insicuri di avere qualcuno che li sostenga in caso di necessità e nella fascia di età tra 65 e 74 anni solo 1,6 milioni di persone si sentono al sicuro e sono poche di più (1,8 milioni) oltre i 75.
Ma il quadro cambia rapidamente in funzione dell’età e così la quota maggiore di chi sente di poter contare su un sostengo forte dagli altri se dovesse servire è ancora tra gli over 65 in generale con 3,5 milioni di risposte positive in questo senso, seguiti da chi ha tra 35 e 44 anni che in quasi 2,5 milioni si sentono del tutto al sicuro.
Per quanto riguarda la fascia più “preoccupata”, quella in cui sono coloro i quali si sentono praticamente soli in caso di bisogno, il record è ancora una volta tra gli over 65: quasi 2,4 milioni. Seguiti da fasce intermedie di età: tra 45 e 54 anni sono 1,75 milioni e tra 35 e 44 anni si arriva a poco più di 1,6 milioni.
Per grandi gruppi di età e per Regione, dai 15 anni in su la percentuale maggiore di chi ritiene di poter essere tranquillo è a Bolzano con il 41,3% e solo il 7,5% percepisce un livello di sostegno debole. Segue l’Umbria con il 37,3% (ma il 18,5% di sente un supporto “debole”, più del doppio della Provincia autonoma).
Sul versante opposto in Campania il 20,4% delle persone ha paura di essere solo, seguita dal Friuli Venezia Giulia con il 20,6 per cento.
Oltre i 65 anni però le cose cambiano. L’Umbria (37,8%) supera di poco Trento (37,5%) nella percezione di un sostegno forte e dove invece la percezione è di un sostegno “debole” sono soprattutto la Valle d’Aosta (27,9%) e il Friuli Venezia Giulia (26,9%). Bolzano mantiene un record anche nella fascia over 65 con la percentuale più bassa (9,1%) di chi percepisce un debole sostegno sociale.
Anche il titolo di studio influisce sulla percezione di sostengo sociale in caso di bisogno.
Chi è al livello più basso si sente in linea di massima più scoperto nel 19,7% dei casi. Ma la situazione anche in questo caso cambia con l’età e in assoluto chi sente di avere un livello di sostegno debole è soprattutto chi tra 25 e 44 anni ha un basso livello di istruzione (24,6%), mentre chi si sente più sicuro e tranquillo è sempre nella fascia di età 25-44 anni, ma con un alto livello di istruzione (33%).
Infine il reddito aiuta molto in questo caso. Infatti chi si sente più al sicuro al di sopra i 15 anni è nelle fasce più ricche, mentre chi ha paura di restare solo in caso di bisogno è in quella più povera.
Dai 65 anni in poi la distinzione è anche più netta e chi sente del tutto tranquillo è nella fascia più alta di reddito, mentre chi si sente più debole è soprattutto al primo quintile di reddito, il più povero.
Come dire che chi più può (economicamente), si sente maggiormente sicuro di trovare un supporto nel caso di bisogno. Il che non è esattamente lo spirito di assistenza di un Ssn universalistico.
La fascia intermedia dell’analisi Istat, infine, è la più popolata (28 milioni di cittadini) e si tratta di chi non è del tutto preoccupato, ma non si sente neppure del tutto al sicuro al momento del bisogno.
Qui i numeri sono più alti, ma le fasce di età rispondono pressoché in modo analogo ha quelle di chi ha maggiori certezze con oltre 7 milioni tra gli over 65 e quasi 5,5 milioni tra 45 e 54 anni. Il loro livello di istruzione è medio e anche qui chi ha maggiori diponibilità economiche si sente più tranquillo.
In pratica, gli anziani non hanno mezze misure: o si sentono soli e senza copertura al momento del bisogno o si sentono quasi del tutto protetti. Un dato che rispecchia sicuramente la loro condizione sociale e l’ambiente di vita in cui si trovano, con chi vive solo e con poche risorse e chi, al contrario, sta bene economicamente e ha una famiglia (o degli amici) su cui contare.
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