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Lunedì 15 GENNAIO 2018
Bilancio di legislatura e nuove elezioni. Forum Quotidiano Sanità (4ª puntata). Ecco le pagelle al Governo e le richieste ai partiti di Fp Cgil Medici e Fedirets

Rivedere l'aziendalizzazione, affrontare il tema della sperequazione tra le diverse Regioni, valorizzare il ruolo dei professionisti nei processi riorganizzativi. E ancora, ridare centralità alla dirigenza tecnico/amministrativa superando le storture contenute nella riforma Madia della dirigenza. Queste alcune delle richieste ai partiti in vista delle prossime tornate elettorali. Quanto alla passata legislatura, l'unico a raggiungere appena la sufficienza è Enrico Letta. Le risposte al nostro forum di Andrea Filippi, segretario nazionale dlela Cgil Medici e Mario Sette e Elisa Petrone, rispettivamente Segretario generale e Segretario generale aggiunto Fedirets

Prosegue il Forum di Quotidiano Sanità, che ha interpellato i sindacati medici per tracciare un bilancio degli ultimi Governi, ma anche per veicolare le richiesta delle categorie alla politica in vista del prossimo election day del 4 marzo. In questa quarta puntata rispondono Fp Cgil Medici e Fedirets.
 
Quotidiano Sanità. La legislatura si è ormai conclusa. Quale bilancio per la sanità? Ci saprebbe indicare tre cose buone e tre cattive?
 
 Andrea Filippi (Segretario nazionale Fp Cgil Medici): "Registriamo alcuni interventi positivi, ma isolati che non incidono affatto sull'esigenza di ristrutturazione complessiva del Servizio Sanitari Nazionale, tra questi annotiamo: la legge Gelli; la legge sui nuovi LEA che tuttavia non trova ancora applicazione su tutto il territorio nazionale; l'avvio dei percorsi di stabilizzazione che tuttavia non è ancora applicabile a tutte le figure professionali e che soprattutto non risolve il problema centrale di tutti quegli operatori che da anni lavorano nei servizi sanitari pubblici con contratti atipici o peggio ancora per l'interposizione di cooperative.
Negativi: il mancato finanziamento del fondo sanitario nazionale, l’assenza di politiche nazionali di riorganizzazione dei servizi con particolare riferimento all’integrazione territorio/ospedali e di politiche sanitarie di promozione della salute; La mancata revisione/integrazione dei fabbisogni di personale che, oltre a mortificare i professionisti costretti a condizioni inaccettabili di sovraccarico lavorativo, mina nelle fondamenta l’efficienza dei servizi".
 
Mario Sette e Elisa Petrone (Segretario generale e Segretario generale aggiunto Fedirets): "Tra le cose buone, l'aver superato le norme dello stato che hanno tagliato automaticamente i fondi contrattuali in caso di cessazione del personale che per la dirigenza tecnico/amministrativa ha significato il taglio di oltre 40% delle risorse economiche rispetto al 2010.
Tra quelle cattive:
1)
mancata sostituzione non solo del personale dirigenziale cessato ma anche di tutto il personale direttivo di comparto delle funzioni tecnico/amministrative con conseguente destrutturazione degli uffici anche per effetto della parziale sostituzione avvenuta solo con dequalificato personale sanitario (soprattutto infermieri e medici) sottratto all'assistenza;
2) riorganizzazioni cruente ed a getto continuo, soprattutto sugli uffici amministrativi che hanno reso del tutto precarie le organizzazioni ed ingestibili le attività;
3) creazioni di gigantismi istituzionali quali ESTAR, Azienda Zero, EGAS ed accorpamento di ASL in Enti abnormi ed ingestibili (fra le maggiori ASL ROMA 1 e 2, ATS Sardegna, ASL Centro, Nord Ovest e Sud est Toscana) che hanno generato frammentazione e disorganicità delle funzioni, sprechi da disorganizzazione e perdite di competenze professionali
 
Quotidiano Sanità. Cosa chiederete alle forze politiche impegnate nella prossima campagna elettorale? Ci potrebbe indicare cinque priorità?
 
Andrea Filippi (Segretario nazionale Fp Cgil Medici): "Impossibile ragionare esclusivamente per punti o priorità perché in realtà allo stato attuale è necessario un intervento di riforma complessiva del servizio sanitario nazionale che superi le politiche dell’economicismo fine a se stesso o del risparmio il cui fine è solo il risparmio. Un ragionamento di vera riorganizzazione del SSN deve contenere alcuni punti imprescindibili da cui ripartire:
- Riconsiderare l’aziendalizzazione come prima causa della frammentazione dei servizi e che rende il sistema nazionale ormai ingovernabile anche in tema di sostenibilità economica.
- Affrontare il tema della fortissima sperequazione esistente tra le diverse regioni che vede sempre più sacrificate le Regioni meno produttive.
- Valorizzare politiche di promozione della salute ripartendo da programmi di integrazione tra comuni e servizi sanitari attraverso la centralità dei distretti.
- Avviare processi di partecipazione tra istituzioni, operatori e cittadinanza.
- Valorizzare il ruolo dei professionisti nei processi riorganizzativi, superando definitivamente la legge Brunetta".
 
Mario Sette e Elisa Petrone (Segretario generale e Segretario generale aggiunto Fedirets): "Ridare centralità alla dirigenza tecnico/amministrativa abbandonando le pesanti storture che erano contenute nella fallita riforma Madia della dirigenza, con:
1) scelta del dirigente basata sulla fiduciarietà;
2) instabilità della sua condizione professionale con riguardo sia all'incarico (non rinnovabile alla scadenza) che allo stesso rapporto di lavoro (risolvibile anche in presenza di valutazioni positive dell'operato;
3) conseguente totale compressione dell'autonomia ed indipendenza del dirigente per effetto della discrezionalità della parte politica nell'assegnazione dell'incarico;
4) scelta del dirigente operata in assenza di valutazione delle esperienze e capacità effettive e operata da una commissione indipendente dalla politica e competente;
5) necessità assoluta di semplificare la normazione (fatta leggi, decreti legge, decreti legislativi, decreti presidenziali e ministeriali, circolari, Linee Guida..) primo strumento - insieme alla necessità di effettiva trasparenza degli atti - per una vera lotta alla corruzione.
 
Quotidiano Sanità. Che voto metterebbe in pagella per Letta, Renzi, Gentiloni, Padoan e Lorenzin?
 
Andrea Filippi (Segretario nazionale Fp Cgil Medici): "Preferire non dare voti per non scadere in valutazioni riduttive che sono la vera causa del populismo e dell’antipolitica, tenterei al contrario di fare alcune brevi considerazioni. Complessivamente la sanità è stata la grande esclusa nell’agenda di governo. Permane la considerazione, peraltro non solo dei politici, che la salute sia solo una spesa e che i diritti siano solo una spesa.
Certamente le politiche degli ultimi 23 anni sono la causa di questa deriva culturale che come un virus letale si è insinuato nella mente della cittadinanza, credo spetti proprio ai cittadini iniziare a vaccinarsi con la partecipazione alle politiche sanitarie. Nel complesso possiamo dire che non risultano pervenute politiche sanitarie; unica annotazione positiva è che in questa legislatura registriamo, rispetto alle politiche di Berlusconi, Tremonti e Brunetta, un rallentamento dell’inarrestabile definanziamento del FSN, e una flebile ripresa dei processi di coinvolgimento delle parti sociali".
 
 Mario Sette e Elisa Petrone (Segretario generale e Segretario generale aggiunto Fedirets):"Letta 6 - ha con poco clamore fatto alcune cose ma ha governato troppo poco per un vero giudizio
Renzi 3 - ha disperso risorse enormi senza occuparsi minimamente delle vere emergenze, cavalcando riforme di misero impatto sulle vere necessità del paese e con uno stile assolutamente non condivisibile
Gentiloni 5 - ha riportato, dopo il ciclone Renzi, maggiore serenità e sobrietà alle scelte di governo ma senza adottare scelte incidenti profondamente su disoccupazione, povertà, corruzione, evasione fiscale e diseguaglianze sociali
Padoan 4 - in tutta continuità con i predecessori i suoi tagli di spesa sono stati al solito lineari e non mirati alla riduzione effettiva degli sprechi
Lorenzin 4 - al di là delle dichiarazioni iniziali di restituzione di centralità alle funzioni gestionali, di fatto ha poi dato spazio solo ai baroni dell'università e alla componente sanitaria. Uno per tutti il decreto sui Direttori Generali delle ASL, che tagliano fuori coloro che posseggono ciò che veramente conta e cioè le esperienze sul campo e quindi tutta la dirigenza delle funzioni tecnico amministrative, alla quale per status professionale non sono richiesti inutili titoli accademici".
 
Leggi qui la prima, la seconda e la terza puntata del Forum di Quotidiano Sanità.

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