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Lunedì 08 GENNAIO 2018
L’apnea del sonno danneggia il tessuto cerebrale dei bambini

Anche un episodio di apnea per notte può provocare cambiamenti cronici e acuti nel tessuto cerebrale dei bambini che soffrono di questo disturbo respiratorio. L’evidenza emerge da uno studio australiano che ha utilizzato una tecnica di imaging biochimica

(Reuters Health) – L’apnea del sonno, nota anche come Sdb (Sleep disordered breathing), sarebbe associata a cambiamenti acuti e cronici a livello del tessuto cerebrale, almeno nei bambini. È quanto emerge da uno studio pubblicato da Sleep e coordinato da Rosemary Horne, della Monash University di Melbourne, in Australia.

La premessa
Secondo gli autori, fino al 35% dei bambini russa spesso o sempre. E proprio il russare è il sintomo caratteristico dell’apnea notturna, disturbo di cui soffre fino al 6% della popolazione pediatrica. A qualsiasi livello di gravità, inoltre, questo disturbo sarebbe associato ad aumento della pressione sanguigna, alterazioni a livello cardiovascolare e avrebbe conseguenze comportamentali e neurocognitive.

Lo studio
Per valutare l’integrità del tessuto cerebrale e l’associazione con Sdb, Horne e colleghi hanno utilizzato la diffusività media (Md), una misura di imaging biomedica calcolata attraverso uno strumento di risonanza magnetica chiamato diffusion tensor imaging. In particolare, i ricercatori australiani hanno preso in considerazione 18 bambini con sospetta Sdb e, come controlli, 20 bambini che non russavano.  Rispetto ai controlli, i bambini con Sdb tendevano ad avere punteggi più bassi di Qi verbale, prestazioni del Qi e quoziente completo e mostravano una tendenza ad avere più deficit sulla base dei risultati ottenuti nelle scale Behavior Rating Inventory of Executive Function.

I bambini con Sdb mostravano valori di Md significativamente più bassi, il che indicava la presenza di lesioni acute con gonfiore a livello di assoni e neuroni in diverse aree del cervello. La corteccia frontale e prefrontare bilaterale dei bambini con Sdb mostrava un aumento dei valori di Md, che rifletterebbe un danno cronico a livello degli assoni.

Le conclusioni
“Questo studio dimostra che l’apnea nel sonno dei bambini non può essere ignorata”, spiega Horne . Pur essendoci una correlazione crescente con la gravità del disturbo, “anche quei bambini con meno di un evento ostruttivo per ora di sonno avrebbero mostrato evidenze di alterazione a livello cerebrale”, continua Horne. “Il fatto che abbiamo scoperto che molti dei cambiamenti a livello cerebrale sono acuti, fornisce la prova che il trattamento potrebbe invertire alcuni deficit associati con l’alterazione della respirazione nel sonno. Diagnosi e trattamento precoci avranno probabilmente un effetto maggiore nel prevenire problemi associati alla respirazione del sonno, come elevata pressione sanguigna, difficoltà comportamentali e di apprendimento”.

Fonte: Sleep

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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