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“Per questa attività - spiega ancora il Segretario Regionale Smi - è prevista una retribuzione pari a 4 euro ora, la stessa di quanto era stato tolto tagliando la indennità di rischio. Una buona mediazione per una sperimentazione, che può essere rivista tra sei mesi ed eventualmente modificata se dovessero emergere criticità. Come Smi Abruzzo, ci si augura che possa essere d'aiuto anche ai medici della Basilicata, colpiti da analoghi provvedimenti. Restano, purtroppo, immutati i problemi legati al pregresso”.
“L'assessore Paolucci - conclude Basile - ha in più occasioni sostenuto l’ineludibilità del provvedimento adottato, consultata la avvocatura, ma anche ribadito che la soluzione è da ricercare nella conferenza Stato-Regioni. La battaglia è lunga, ma lo Smi non cederà un solo spazio e continuerà a lottare in tutti gli ambiti per tutelare i medici del settore”.
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Martedì 02 GENNAIO 2018
Indennità guardia medica. Intesa per salvaguardia dell’applicazione degli accordi regionali
Lo scorso 22 dicembre è stato sottoscritto un accordo con le aziende che consente ai medici di poter ripristinare i livelli retribuiti precedenti alla delibera regionale 398 che, eliminando l'indennità di rischio, aveva portato ad una decurtazione degli stipendi dei medici di continuità assistenziale di 500 euro mensili circa
Sulla dura contrapposizione sulle indennità per le Guardie Mediche in Abruzzo, si registra un passo avanti, ma rimangono ancora aperti molti problemi. “Lo scorso 22 dicembre - commenta Silvio Basile, Segretario Regionale Smi Abruzzo - è stato sottoscritto un accordo con le aziende, grazie alla mediazione dell'assessore alla salute Silvio Paolucci, che consente ai medici di poter ripristinare i livelli retributivi precedenti alla delibera regionale 398 che, come noto, eliminando l'indennità di rischio, aveva portato ad una decurtazione degli stipendi dei medici di continuità assistenziale di circa 500 euro mensili. Una intesa che dà attuazione a una parte del vigente AIR e che prevede la possibilità di svolgere attività ambulatoriale nelle sedi di continuità assistenziale”.
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