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Martedì 02 GENNAIO 2018
Malattia infiammatoria intestinale. Uso steroidi legato a rischio di tromboembolismo venoso

La terapia steroidea è associata ad un aumentato rischio di eventi tromboembolici venosi in pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD), ma la terapia biologica non lo è, riportano ricercatori dall'Ungheria.

(Reuters Health) - Il rischio di tromboembolia venosa (TEV) è da 1,5 a 3 volte più alto nei pazienti che soffrono di IBD, rispetto a chi non soffre di IBD, con la maggior parte degli eventi che si verificano durante le riacutizzazioni della malattia. Non è chiaro se la terapia con steroidi e agenti anti-TNF alfa contribuisca a questo aumento del rischio ed è proprio questo ciò che hanno voluto approfondire Patricia Sarlos dell'Università di Pecs in Ungheria e colleghi nel loro studio i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Crohn e Colitis.
 
Lo studio
Sarlos e colleghi hanno esaminato otto studi retrospettivi su 40.083 pazienti con IBD trattati con steroidi e 18.435 pazienti con IBD trattati con anti TNF alfa. I pazienti con IBD trattati con steroidi avevano maggiori probabilità di sviluppare TEV rispetto ai pazienti che non assumevano tali farmaci (odds ratio, 2.2; P <0.001). Inoltre, la probabilità di avere complicanze TEV era significativamente inferiore nei pazienti con IBD trattati con anti-TNF alfa (del 73,3%) rispetto ai pazienti con IBD trattati con steroidi (P = 0,005).
 
Tromboprofilassi appropriata
"Queste associazioni sottolineano l'importanza delle terapie che consentono un risparmio degli steroidi nelle IBD, specialmente nei pazienti con fattori di rischio aggiuntivi per TEV - spiegano i ricercatori - La scelta tra glucocorticoidi e terapia anti-TNF alfa nella gestione dei pazienti dovrebbe tener conto anche di questi particolari, specialmente in quelle persone che hanno già avuto TEV o che hanno una storia familiare di malattie trombotiche. I pazienti con IBD dovrebbero essere stratificati in funzione dei fattori di rischio per lo sviluppo di TEV in: pazienti a rischio elevato e intermedio, e pazienti a basso rischio. Nella valutazione del rischio dovrebbero essere inclusi anche i parametri di lisi dei coaguli".
 
I commenti
Akbar Waljee
dell'Università del Michigan, ad Ann Arbor (Usa), che ha recentemente esaminato l'uso di corticosteroidi e relative complicanze nei pazienti con IBD, ha detto che “esiste un'associazione tra l'utilizzo di steroidi e una grande varietà di complicazioni, tra cui fratture, infezioni, e TEV, come mostrato anche in questo articolo. Gli autori evidenziano l'associazione (rischio aumentato di 2 volte) tra steroidi e TEV, in particolare in una popolazione di pazienti con malattia infiammatoria intestinale. Tuttavia, questa associazione tra steroidi e TEV deve essere interpretata con cautela, poiché l'IBD di per sé è associato ad un aumentato rischio di TEV. I corticosteroidi possono essere appropriati in alcune situazioni, e presentano semplicemente alcuni effetti collaterali, proprio come quasi tutti i farmaci, ma al contempo è importante ridurre al minimo l'utilizzo di queste molecole qualora esistano alternative valide”.
 
J Crohn’s Colitis 2017
 
Will Boggs
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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