quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 14 DICEMBRE 2017
Contratto comparto. FSI: “Non si perda di vista l’Atto di indirizzo”

Netta contrarietà del sindacato alle proposte Aran scaturite nell'ultimo incontro del 13 dicembre. Ecco tutte le controproposte su profili professionali e sistema degli incarichi.

Dopo l'ultimo incontro tra Aran e sindacati avvenuto lo scorso il 13 dicembre la Federazione dei sindacati indipendenti (FSI) ha espresso in una nota di Sauror Yacoubi, della segreteria nazionale "la massima contrarietà al fatto che non sia stata prevista da subito la proposta contenuta nell’Atto di indirizzo sulla riaggregazione degli attuali profili nelle aree prestazionali".
 
Una proposta che FSI ribadisce di condividere "senza se senza ma" perché "dà voce  all’evoluzione in corso nell’organizzazione del lavoro e nella dinamica delle professioni in sanità", senza contrae che "è stata ripresa anche nel ddl Lorenzin con la previsione dell’area delle professioni sociosanitarie".
 
"Se poi tutta la questione della classificazione dovesse essere inviata ad una commissione paritetica - spiega FSI - il mandato dovrà tener conto della proposta di aree come indicata dall’Atto di indirizzo nelle seguenti evoluzioni:
• il superamento delle articolazioni in aree di intervento prevedendo oltre le aree sanitarie, sociosanitaria, dell’amministrazione dei fattori produttivi , tecnico ambientale anche quella della ricerca;
 
• l’esatta definizione della professione sia per i collaboratori amministrativi, tecnici, professionali (area legale, area sociologica, area statistica…) definendoli invece funzionario al posto di collaboratore seguito dalla denominazione della professione di appartenenza, ad esempio: funzionario avvocato o sociologo o statistico e per le Arpa ingegnere, biologo, biotecnologo, agronomo che per i collaboratori sanitari riconoscendo il loro diritto di essere chiamati per la professione che esercita: infermiere,fisioterapista, tsrm…
 
• la valorizzazione dell’operatore sociosanitario quale collaboratore e non supporto alle professioni sanitarie e sociali prevedendo l’evoluzione nella categoria C;
 
• il riconoscimento del profilo professionale di autista soccorritore.
 
La FSI propone poi di unificare le categorie D e DS "nella considerazione che le modifiche introdotte dalla legge Brunetta impediscono la progressione interna al 100% tra D e DS come era previsto nel contratto".
 
Per quanto attiene al "sistema degli incarichi" la FSI ritiene che "debba mantenersi la tipologia dell’incarico formativo nonché prevedere anche quello di ricerca sanitaria per gli appartenenti alle professioni sanitarie proprio perché IRCSS ed Aziende Sanitarie svolgono sì attività di prevenzione cura e riabilitazione ma anche attività di formazione universitaria in convenzione con gli atenei nonché attività di ricerca biomedica e sanitaria".
 
Analogamente a quanto previsto per le professioni sanitarie e sociali, inoltre, per la FSI "deve essere previsto anche per il personale amministrativo, tecnico e professionale della categoria D sviluppando una tipologia di incarichi sia di posizione organizzativa che di una posizione di coordinamento di ufficio analogo a quello di reparto da denominare ed individuare nonché incarichi professionali per specifiche linee di attività richiedendo il conseguente requisito culturale oltre che l’anzianità di servizio da specificare a livello aziendale".

© RIPRODUZIONE RISERVATA