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Martedì 12 DICEMBRE 2017
Ipasvi in crisi? Puntare sui giovani e sui servizi per superarla
Gentile direttore,
la vicenda del rinnovo del Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale Ipasvi di Milano Lodi - Monza Brianza ha lasciato l’amaro in bocca a chi ha, come me, la ferma convinzione che solo restando uniti gli infermieri possono davvero crescere come professione.
Sono per età ormai esperto (purtroppo!...) e, per aver vissuto direttamente numerose situazioni professionali ‘particolari’ (in Italia, ma anche in esperienze personali all’estero) ho certezza che un gruppo unito – pur con diverse idee, percorsi e componenti- porta quasi sempre a casa il risultato atteso.
E’ ovvio che questioni come quella milanese (che appare sicuramente molto delicata, e che cito solo come spunto d’avvio) favoriscono i conflitti, le lacerazioni, le fratture, e portano molta acqua al mulino dei non pochi nemici della professione, i quali sono di certo più consapevoli di noi infermieri del ‘’potere’’ (purtroppo spesso solo potenziale) che la categoria può ricoprire nel sistema sanitario.
Dove - lo vorrei chiarire subito - per ‘’potere’’ io intendo semplicemente un totale riconoscimento di ruolo, funzione, impegno e gli adeguati ritorni (economici e di incarico) che, in tempi di vacche magrissime, è ovviamente molto difficile strappare a chi li detiene da tanto tempo.
Ora, sicuramente i Collegi IPASVI stanno attraversando una fase molto particolare, nel Paese: sono ancora governati da leggi antiche, e questo non vale – naturalmente - solo per loro, bensì per l’intero sistema ordinistico; ed è bene ricordare che il Presidente uscente governa le operazioni di voto non perché è un tiranno, ma perché lo chiedono esplicitamente gli articoli del Capo II DPR 221 del 1950, che (forse…) l’attesa riforma degli Ordini finalmente aggiornerà.
Allo stesso tempo, i nostri Collegi sono sempre più ‘’appetiti’’, a livello di sfida, per accedervi come dirigenti e componenti: eppure, nonostante ciò, la percentuale dei votanti resta comunque bassa ovunque, al punto che percentuali di voto del 20% sono definite un successo, quando in tutta sincerità rappresentano un relativo riscontro d’interesse da parte della tanto citata ‘’base’’.
Non c’è spazio, né tempo, per toccare i tanti aspetti contemporanei che in qualche modo ritornano sul tema: ad esempio, una crescente crisi delle organizzazioni sindacali porta maggiore attenzione verso l’ordinistica, favorendo una mai risolta confusione fra i due importanti – ma diversi e distinti- settori.
Altro aspetto critico è certamente quello dell’appartenenza imposta, che comporta - di conseguenza - una non sempre gradita adesione, più spesso da chi ha raggiunto una definita stabilità professionale: inevitabile il distacco dall’iscritto, se non lo si colma con servizi o impegni reali.
Eppure, ritornando al valore della coesione e dell’essere gruppo, non tutti considerano con la necessaria lucidità che il Collegio IPASVI (così come ogni altro Ordine o Collegio, naturalmente) è composto esclusivamente dagli iscritti della professione; non ci sono altri soggetti ad ‘’interferire’’, ed i margini di autonomia sono interessanti, se si vuole provare a costruire qualcosa di utile per il movimento e per la professione.
Ho trascorso più mandati nel ruolo di presidente del nostro Collegio spezzino, e mi permetto, nella speranza di non apparire presuntuoso o saccente, di suggerire solo due concetti che, a mio avviso, sono preziosi per la vita interna del Collegio, e per favorirne la crescita: il primo, è quello di coinvolgere il maggior numero possibile, dentro e fuori il Direttivo, di ‘’giovani leve’’, di neo laureati.
Nella nostra realtà questo è avvenuto grazie all’esperienza di alcuni componenti il Consiglio che, come docenti per il corso di laurea in Infermieristica, sono stati in grado di spiegare le caratteristiche della istituzione IPASVI, e di invitare i neo laureati a farne parte attivamente, ricevendone in cambio stimoli, slancio e preziose iniziative: a partire dalla richiesta di servizi utili, a vantaggio poi di tutto il gruppo.
Mi piace - infine - riprendere un concetto che ho già ricordato, un po’ di tempo fa, in occasione di una delle ricorrenti ‘’polemiche interne’’ e che appartiene – come citazione storica- a un grande uomo apprezzato in modalità ‘’trasversale’’: Papa Roncalli; ancora a proposito del grande bisogno di stare uniti, insieme per ''fare bene''.
Giovanni XXIII infatti disse ‘’trovatevi in ciò che vi unisce, e non in ciò che vi divide…’’ …una frase che per me, che raramente frequento i luoghi di culto, è sempre stata un punto di riferimento, e che sempre più mi pare dimenticata, oggi quasi beffata da litigi fra colleghi, favoriti dalla ‘’facilità’’ dei social: ed è un peccato, perché 441.468 iscritti agli Albi IPASVI (il dato appare oggi, 12 dicembre, su ipasvi.it) sono una grandissima forza, certamente non solo per l’aspetto quantitativo, ma anche per i contenuti professionali che sanno esprimere con certo valore.
E’ fondamentale, sempre, cercare ‘’quel’’ punto di contatto, anche se e quando questo comporta un passo indietro, o una revisione del proprio progetto individuale, perché abbiamo più che mai bisogno di stare insieme, con uno spirito di squadra concreto.
Per descrivere con meno retorica e più concretezza cosa intendo come ‘’spirito di squadra’’ (concetto che condivido col Direttivo IPASVI spezzino tutto, naturalmente) cito una iniziativa che, appunto, è partita da un bisogno dichiarato dei nostri giovani iscritti, che si sono trovati ad affrontare il ‘’concorsone’’ nelle ASL della nostra Regione, la Liguria.
Così, per quasi tutto il 2017, con la frequenza di due incontri al mese, abbiamo fatto da ‘’sparring partner’’ ai concorrenti, allenandoli a test simulati, domande, prove pratiche, procedure, colloqui simulati, istruzioni operative, aumentando così anche la loro ‘’sicurezza’’: e ci è parso un gesto tanto utile, quanto pratico, anche alla luce dei risultati avuti.
Di meno polemiche, e di più servizi, credo sia necessario foraggiare i nostri iscritti, sempre nel contesto delle opportunità istituzionali, quelle che devono vedere i Collegi IPASVI presenti nel ricordare costantemente il peso, fondamentale, della professione sanitaria di infermiere nel sistema salute Italia, in ogni sua componente: e questo è un fatto, sostenuto da evidenze scientifiche (citerei - fra le tante - RN4CAST) e dalla pratica, quotidiana osservazione.
Francesco Falli
Vice Presidente IPASVI, La Spezia
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