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Mercoledì 06 DICEMBRE 2017
Regioni benchmark. Veneto contesta criteri per la scelta delle cinque selezionate per il 2018

Nell'ultima classifica il Veneto era rimasto fuori dalla top 5 delle Regioni. In una lettera a Lorenzin e alle altre Regioni, l’assessore Coletto pone l’accento sulle modalità di applicazione della delibera per la formulazione della graduatoria; sulle scelte metodologiche e le modalità di calcolo dei ricoveri; sulla necessità di un aggiornamento degli indicatori utilizzati per la formulazione di una graduatoria, “che – dice - non danno atto dello sforzo organizzativo attuato negli ultimi anni dalle Regioni”. LA LETTERA.

Con una lettera a firma dell’Assessore alla Sanità della Regione Veneto Luca Coletto inviata al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e al Coordinamento degli Assessori alla Sanità delle Regioni italiane, sono state avanzate numerose osservazioni e critiche ai criteri utilizzati per individuare “le cinque Regioni nel cui ambito scegliere le tre Regioni di riferimento ai fini della definizione dei costi e dei fabbisogni standard regionali, ai sensi dell’articolo 27 del decreto legislativo 6 maggio nr. 68”, decise il 15 novembre scorso con il Veneto piazzatosi al sesto posto e quindi fuori dalla rosa dei primi cinque dalla quale determinare le tre regioni benchmark ai fini del riparto del fondo sanitario.
 
Nella lettera, Coletto pone l’accento sulle modalità di applicazione della delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre 2012 per la formulazione della graduatoria; sulle scelte metodologiche e le modalità di calcolo dei ricoveri; sulla necessità di un aggiornamento degli indicatori utilizzati per la formulazione di una graduatoria, “che non danno atto dello sforzo organizzativo attuato negli ultimi anni dalle Regioni”.
 
In questo contesto, la Regione Veneto chiede anche che per la definizione della graduatoria delle Regioni vengano utilizzati i dati relativi al 2015 (ultimo anno disponibile) e non precedenti e definisce non rimandabile un aggiornamento della delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre 2012, “tenuto conto dell’evoluzione normativa degli ultimi anni, in particolare del Patto per la Salute 2014-2016 e del decreto ministeriale nr. 70 del 2015”.

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