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Lunedì 13 NOVEMBRE 2017
Aggressioni medici. Smi: “Ieri un altro episodio a Foggia. Istituzioni fermino questa escalation”
Ieri, una guardia medica di Foggia è stata l’ennesima vittima di violenza durante il proprio turno di lavoro. È il Sindacato dei Medici italiani, Smi, a diffondere la notizia chiedendo alle Istituzione di rompere questo “imbarazzante silenzio” per mettere la parola fine alle aggressioni, sempre più frequenti tra i porfessionisti della sanità.
È accaduto ancora: un medico è stato aggredito, a mano armata, durante le sue ore di lavoro. Vittima una guardia medica, mentre effettuava una visita a domicilio, nel comune di Foggia.
Dura la protesta del Sindacato dei Medici Italiani, Smi, che ha definito “imbarazzante il silenzio delle Istituzioni di fronte a questa continua escalation di violenze al personale sanitario”.
“A distanza di 10 mesi dall’aggressione armata di Statte (Taranto), e a distanza di 2 mesi dalla violenza di Trecastagni (Catania) - ha evidenzia lo Smi - nessuna risposta seria è arrivata da parte delle Aziende Sanitarie né, appunto, da parte delle Istituzioni”.
“I Sindacati, in Puglia - ha continuato lo Smi - dopo varie proposte cadute nel nulla a livello aziendale nelle varie province, hanno avanzato nello scorso tavolo regionale del 22 settembre un progetto per la messa in sicurezza delle sedi, ma a tutt’oggi nulla si sa in merito a quella iniziativa, nonostante in quella occasione fu sottolineata l’importanza della celerità con cui era necessario prendere provvedimenti”.
Il Sindacato Medici Italiani annuncia che “continuerà ad adoperarsi su tutti i fronti per garantire una adeguata sicurezza e restituire la dignità professionale e umana ai medici e a tutti gli operatori sanitari in Puglia, così come su tutto il territorio nazionale”.
“I medici - ha denunciato Nunzia Pia Placentino, per conto dello Smi - hanno diritto a lavorare in condizioni normali, non precarie e nella paura, devono poter ritornare serenamente a casa dalle loro famiglie a fine turno, sapendo di poter svolgere, un “Pubblico Servizio” in condizioni di sicurezza. È chiedere troppo, in una Regione come la Puglia che può fregiarsi di un triste primato quello per il numero di aggressioni? Ci stanno dimostrando – ha concluso - che non solo è chiedere troppo, ma è pura utopia”.
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