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Lunedì 30 OTTOBRE 2017
Ospedale di Sassuolo. Neonato muore poco dopo il parto avvenuto per distacco della placenta
La madre, 35 anni, era alla 37a settimana. Si trattava della sua seconda gravidanza. “Abbiamo offerto la miglior assistenza possibile alla mamma ed al suo bambino”, evidenzia il dg dell'Ausl di Modena. E l'assessore Venturi precisa: “Anche se non fosse in atto la sospensione dell'attività del punto nascita di Pavullo, la patologia che si è presentata avrebbe comunque portato al ricovero nella struttura di Sassuolo”.
Un neonato è morto, un’ora dopo la nascita, all’Ospedale di Sassuolo (Modena). La Ausl di Modena riferisce della vicenda in una nota. La madre, 35 anni, alla 37^ settimana di una gravidanza fisiologica, a causa di un sospetto distacco di placentaera stata trasportata dall'ambulanza del 118 all'Ospedale di Sassuolo.
“Era arrivata in ambulanza dalla sua residenza di Pavullo: i sanitari del 118, accorsi subito sul posto, hanno valutato di trasportare il più rapidamente possibile la signora presso una struttura adeguata ad accogliere un caso che si profilava di una certa gravità, quale è il sospetto distacco di placenta. Procedura in linea con quanto previsto dai protocolli sanitari relativi a questa casistica, così come è stato fatto in altre occasioni simili”, riferisce la Ausl.
“La signora è giunta alle 7,05 e subito visitata all'ambulatorio urgenze ostetriche, le è stato diagnosticato un distacco massivo di placenta con bradicardia fetale. La gravida, in presenza dell'intera équipe - 3 ginecologi, 2 anestesisti, 2 ostetriche, neonatologo - è stata sottoposta immediatamente a cesareo d'emergenza, che alle 7,21 ha permesso di estrarre il feto ancora vivo, se pure in severa bradicardia. Il neonato è stato affidato all'équipe pediatrica-anestesiologica, ma tutte le manovre messe in atto dai sanitari sono risultate vane e il decesso è avvenuto circa un'ora dopo la nascita”, spiega la nota dell'Ausl.
La Ausl evidenzia poi come “la completezza e la tempestività delle procedure hanno invece consentito di evitare gravi conseguenze per la mamma. La paziente, che ha già un figlio ed è alla seconda gravidanza, ha riferito ai medici di aver avuto una gravidanza fisiologica, ed è attualmente è ricoverata presso l'Ostetricia di Sassuolo in condizioni stabili e costantemente monitorizzata al fine di escludere complicanze”.
“Il distacco massivo di placenta è una condizione clinica molto grave - spiega nella nota Maria Cristina Galassi, direttore dell'UO di Ostetricia e Ginecologia di Sassuolo - con un elevato tasso di mortalità perinatale e un'incidenza di morte in utero del 15%, gravata al contempo da seri rischi per la madre. In questo caso, la tempestività dell'intervento del 118 e la presenza dell'équipe specialistica dell'Ospedale di Sassuolo hanno consentito di poter mettere in atto tutte le più idonee procedure per salvaguardare le condizioni cliniche della mamma, da cui dipendono quelle fetali, nei tempi e nel luogo più idoneo per l'assistenza di entrambi”.
“Ci stringiamo alla famiglia in questo momento difficile e doloroso - dichiara il direttore generale dell'Azienda USL di Modena Massimo Annicchiarico - nella consapevolezza di aver offerto la miglior assistenza possibile alla mamma ed al suo bambino, a conferma di quanto, nonostante le tante semplificazioni o peggio strumentalizzazioni su questo tema, sia determinante offrire l'assistenza adeguata e in centri qualificati a donne e neonati nei rarissimi ma drammatici eventi che possono verificarsi anche in gravidanze fisiologiche”.
Sul caso domani l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, riferirirà alla Commissione consiliare competente.
Dal punto di vista medico-scientifico, osserva intanto Venturi in una nota, “già ieri l’Azienda sanitaria aveva chiarito come, rispetto alla situazione che si era presentata, fosse assolutamente necessario ricoverare la partoriente in una struttura sanitaria attrezzata per questo tipo di patologia, quale è l’ospedale di Sassuolo. È chiaro quindi - prosegue Venturi - che, anche se non fosse in atto la sospensione dell’attività del punto nascita di Pavullo, sarebbe stato necessario il ricovero a Sassuolo”.
“Mi auguro - conclude l’assessore - che nessuno voglia fare speculazione e polemica politica - anche per rispetto alla famiglia - su una vicenda molto dolorosa, che è stata seguita nel più rigoroso rispetto dei protocolli medico-scientifici”
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