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Mercoledì 25 OTTOBRE 2017
Acquisti centralizzati in Campania: al via la sperimentazione di un nuovo modello di valutazione degli acquisti

Un modello di acquisti capace di valutare l’innovazione tecnologica, gestionale e organizzativa necessaria al Servizio sanitario regionale, innescando un dialogo virtuoso con l’industria.

Questo lo spirito con cui è nato il protocollo di collaborazione e sperimentazione tra Assobiomedica e Soresa siglato poche settimane fa in coincidenza con l’ultima tappa del viaggio di Quotidiano Sanità nel mondo degli acquisti centralizzati per verificare, sul campo, i risultati più salienti dell’indagine condotto a livello nazionale con il contributo non condizionati di Assobiomedica.

Scopo dell’accordo tra la centrale campana e l’Associazione delle industrie biomedicali è quello di implementare un nuovo approccio agli acquisti basato sull’offerta economicamente più vantaggiosa, come suggerito dal Codice degli appalti. Il progetto ha l’obiettivo di perfezionare questo modello e fare da capofila anche per altre centrali di committenza regionale come strumento di supporto per la pubblica amministrazione. In sintesi, è stato messo a punto un software specifico che tiene in considerazione il valore di una serie di variabili fondamentali nel ciclo di vita dei dispositivi medici: acquisizione, consumi, utilizzo, manutenzione, smaltimento e riciclaggio. Si tratta di variabili necessarie per poter conoscere in maniera più puntuale una serie di informazioni base per acquistare il più appropriatamente possibile beni e servizi sanitari.

Anche perché, e l’indagine di QS lo ha evidenziato sia a livello nazionale sia a livello delle singole Regioni, uno dei problemi più sentiti da parte degli operatori sanitari è proprio quello di riconoscere appropriatezza negli acquisti centralizzati. Al di là di come viene considerata l’attività della Centrale è diffusa la percezione da un lato di sentirsi esclusi da qualsiasi processo di definizione del fabbisogno e dall’altro che alla fine la centralizzazione persegua quasi esclusivamente interessi di risparmio economico più che di armonizzazione e salvaguardia della qualità.

I risultati dell’indagine di QS, declinati per la Regione Campania e discussi a Napoli con Gianluca Giaconia, Ingegnere clinico e attualmente Provveditore presso l’AO Dei Colli e Salvatore Russo in rappresentanza dell’AIIC non sono differenti. Circa il 40% dei rispondenti ha dichiarato che le proprie esigenze professionali non siano completamente salvaguardate dalla modalità centralizzate di acquisto e oltre la metà si è trovato a non utilizzare i dispositivi medici forniti con gara centralizzata.

Poco più della metà dei rispondenti considera i dispositivi forniti tecnologicamente idonei rispetto alle proprie esigenze e ben oltre la metà è convinta che il massimo ribasso sia il criterio di valutazione maggiormente utilizzato nelle gare. Nella percezione dei professionisti campani, inoltre, l’azione delle Centrali di acquisto si presta all’acquisizione di beni e servizi a minore contenuto tecnologico perché generalmente standardizzati e comporta, peraltro, maggiori rischi sul piano della definizione dei fabbisogni reali rispetto a procedure di acquisto locali.

E poco importa se, in realtà, l’attività della centrale venga condotta su tutt’altri binari, la percezione dei professionisti non premia ancora l’intensa e difficile attività della medesima. A questo si aggiungono i tempi di realizzazione di una gara e conseguente approvvigionamento e le ancora presenti dicotomia tra acquisti locali e acquisti centralizzati.

Tutti elementi che la Regione sembra avere ben chiari in mente e che, questo l’augurio espresso al tavolo di confronto di QS, la stessa Soresa sembrerebbe ben decisa a combattere anche attraverso percorsi di coinvolgimento e trasparenza elaborati insieme all’industria, oltre che agli operatori, come quello da cui deriva il protocollo siglato con Assobiomedica.

“Soresa – ha dichiarato in tal senso il Presidente Giovanni Porcelli - con questo nuovo software si propone di migliorare ancora le performance di spesa. Avere un rapporto serio e netto con le aziende ci permette ampi margini di miglioramento nell’interesse dei cittadini perché risparmiare non significa solo spendere bene ma soprattutto spendere meglio”.
 

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