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Lunedì 02 OTTOBRE 2017
Trapianti e presunta malasanità. Lo sconcerto dei chirurghi italiani
Gentile direttore,
il Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), che rappresenta più di 60 Società Scientifiche Chirurgiche Italiane, esprime la propria grande perplessità ed il proprio profondo sconcerto sulla gestione di un presunto caso di “malasanità” giunto agli onori della cronaca nei giorni scorsi.
“Roma, muore dopo trapianto: cuore era di un cardiopatico”, questo era uno dei titoli più “benevoli” comparsi sulla stampa; e questo nonostante che, allo stato attuale delle cose, non vi sia alcun avviso di garanzia emesso dall’autorità giudicante.
Il Collegio Italiano dei Chirurghi, che su questo tema ha sempre incentrato una buona parte della propria attività, vuole rimarcare come, da tempo immemore, la classe medica, ed in particolare i Chirurghi, siano oggetto di attacchi mediatici e denunce da parte dei pazienti. Singolarmente, più del 90% di questi casi si risolvono, poi nei diversi gradi, con una archiviazione, ma questa non ha mai lo stesso risalto sugli organi di informazione, una volta passato il battage –anzi la bufera- delle notizie in prima pagina e/o all'apertura dei telegiornali nazionali e regionali.
Tutto ciò arreca una grave lesione fraintendendo, oggettivamente, la attualmente elevata qualità delle cure, offerte dal nostro SSN e dai Chirurghi in particolare, che, invece, ha consentito, ed oggi consente, una tale riduzione di complicanze serie e decessi da indurre l’opinione pubblica e gli utenti a ritenere che esse siano sempre evitabili ed assimilabili a zero.
Tutto questo ha avuto ed ha conseguenze inevitabili che portano, oltre allo screditamento della classe medica e dello stesso SSN, ad un incremento insostenibile delle spese per le polizze assicurative, all’incremento ulteriore della medicina difensiva ed, infine, alla progressiva sfiducia degli studenti di medicina ad intraprendere una carriera in una specialità chirurgica, che è quella più frequentemente oggetto di contenzioso e che, in tempi brevi, porterà ad un carenza di specialisti in queste discipline. Ciò di fronte alla crescente aggressività di legali singoli o associazioni di legali che ormai si fanno pubblicità sui giornali, in radio, in televisione, su internet, offrendo i propri servigi, riconosciuti economicamente solo a vittoria nelle cause.
Ormai alcuni legali stazionano fuori dai Pronto Soccorso e dalle Camere Mortuarie in cerca di assistiti. A chi giova a tutto questo? Alla stampa? Agli avvocati? Certo non ai pazienti ed ai loro famigliari che sono irretiti in una girandola legale che li porterà quasi sempre solo a rinnovare il proprio dolore senza raggiungere risultati reali.
Il CIC chiede che il Presidente Mattarella, anche nella Sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, voglia finalmente intervenire per interrompere questa catena di cattivo profitto che certamente non fa onore al nostro Paese, ma aumenta inutilmente ed irragionevolmente solo la conflittualità tra le diverse figure sociali.
Collegio Italiano dei Chirurghi
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