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Martedì 26 SETTEMBRE 2017
Epatite C. Presentata la nuova campagna del Lazio. Zingaretti: “Possiamo sconfiggerla”
La campagna si chiama “Una Regione Senza la C” perché, ha detto Zingaretti, “grazie alle nuove cure, grazie alle nostre scelte di sostegno finanziario su queste nuove cure, ma anche grazie a chi si mobilita nei luoghi della Regione questo obiettivo diventa raggiungibile”. La campagna è promossa insieme all’Osservatorio regionale “Senza la C”, dalla rete Aned Onlus, da Fedemo, Epac, Isola di Arran, Nadir e Plus Onlus.
“Il Lazio oggi è tornato a essere una Regione leader nell’ambito della qualità delle cure, con i conti in ordine e ha finalmente inaugurato una nuova stagione di ricostruzione di un modello trasparente e all’insegna della legalità. L’Epatite C è una di quelle malattie che di più è stata investita – per fortuna – dall’innovazione che la scienza medica ha prodotto. Su questo abbiamo costruito un Osservatorio regionale, “Una Regione Senza la C”, perché grazie alle nuove cure, grazie alle nostre scelte di sostegno finanziario su queste nuove cure, ma anche grazie a chi si mobilita nei luoghi della Regione questo obiettivo diventa raggiungibile”.
Con queste parole Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, ha introdotto stamani, con un messaggio video proiettato presso l’Aula Anfiteatro Giubileo 2000 Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata di Roma l’evento di lancio della campagna di sensibilizzazione “Una Regione Senza la C”.
La campanga è promossa dall’omonimo Osservatorio nato nel 2016 per iniziativa della consigliera Teresa Petrangolini e costituito, oltre che dalla Regione Lazio, dalla Rete delle Associazioni dei pazienti ANED Onlus (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto), EPAC Onlus (Persone con epatite e malattie del fegato), FEDEMO (Federazione delle Associazioni Emofilici), L’ISOLA DI ARRAN (Associazione impegnata nella lotta al disagio e all'emarginazione sociale legate al mondo della droga), NADIR Onlus (Persone con HIV) e PLUS Onlus (Persone LGBT Sieropositive).
“In Italia – ha spiegato la consigliera Petrangolini - si stimano circa 300.000 casi diagnosticati ed esiste un numero ancora non ben definito di persone che non sanno di aver contratto l’infezione. Nel Lazio sono 6mila i pazienti in cura con le nuove molecole, grazie ad un investimento pari a 70 milioni di euro per l'acquisto di farmaci contro l'epatite C che colloca la nostra Regione tra le prime per quanto riguarda pazienti assistiti. Ma non vogliamo fermarci qui. Oggi sappiamo che l’Epatite C può essere debellata e a questo fine vogliamo raggiungere gli oltre 20 mila cittadini che sono a rischio di infezione. L’Osservatorio ‘Una Regione SENZA LA C’ che coordino è nato proprio con l’obiettivo di sviluppare progetti per sensibilizzare l’opinione pubblica e ha lavorato per un anno con la collaborazione di tutti - Direzione regionale, Assessorato alla sanità, Presidenza, Istituto Spallanzani, Tor Vergata, Asl Roma 1, associazioni civiche dei malati di epatite C, degli emofilici, dei malati di reni, dei soggetti sieropositivi, delle comunità di accoglienza, del mondo LGBT, sanità carceraria, medici di famiglia - per costruire una campagna corretta nei contenuti e il più possibile condivisa. In questo modo, riusciremo a raggiungere la popolazione a rischio, diffondere l’informazione sulla patologia e invitare alla prevenzione”.
La campagna di informazione e di sensibilizzaizone prevede la distribuzione capillare di materiale informativo in tutto il territorio del Lazio: 130mila brochure saranno posizionate nelle farmacie, nelle ASL, nelle case della salute insieme a 3mila locandine che saranno presenti negli ambulatori dei medici di famiglia grazie al patrocinio della FIMMG che ha anche supportato fattivamente l’iniziativa.
“Il ruolo del medico di famiglia nell’individuazione dei soggetti a rischio per infezione da HCV che potrebbero giovarsi di un trattamento con i nuovi farmaci è fondamentale”, spiega Alberto Chiriatti, vicepresidente provinciale di FIMMG che prosegue: “stiamo studiando con i colleghi ospedalieri dei centri specialistici dei percorsi privilegiati che consentano un invio mirato dei soggetti da trattare, evitando liste di attesa e lungaggini burocratiche. In particolare abbiamo iniziato a collaborare con il policlinico Tor Vergata, con l’ospedale Spallanzani e con il Sant’Andrea e nelle prossime settimane, in accordo anche con la regione Lazio, definiremo meglio tali percorsi per consentire al paziente con Epatite C di accedere alla struttura di eccellenza a lui più vicina, nel più breve tempo possibile”.
L’importanza di mantenere una stretta collaborazione tra istituzioni e territorio è ribadita anche da Massimiliano Conforti, vicepresidente di EPAC in rappresentanza delle Associazioni della Rete “SENZA LA C”: “Da quando la riforma del titolo V ha "territorializzato" gli interventi in ambito sanitario chiunque voglia operare efficacemente su temi di salute non può prescindere dal confronto con le Regioni e da una stretta collaborazione con esse. La costituzione in Regione Lazio per iniziativa della consigliera Teresa Petrangolini dell'osservatorio "Una Regione senza la C" che vede lavorare fianco a fianco l'Istituzione e le associazioni dei pazienti è un esempio virtuoso che non potrà che favorire politiche sanitarie più efficaci nella lotta all'Epatite C. Il coinvolgimento poi di aziende sanitarie e società scientifiche e quindi del mondo medico conferma la validità di questo primo progetto dell'Osservatorio utile a informare e sensibilizzare quanto più possibile il pubblico sia
sulla profilassi che sulle opportunità di cura che oggi, lo ricordiamo, consentono l'eradicazione completa dell'epatite C dal paziente".
Per il lancio della campagna è stato scelto il Policlinico Tor Vergata, poiché è stata la prima struttura ad aver aderito a questo programma e sta realizzando, nel quadro del Programma regionale sulle epatiti, una sperimentazione di test diagnostici sui soggetti a rischio in collaborazione con le unità di strada della CNCA, opportunamente formato. “In un progetto di eradicazione dell’infezione da HCV diventa fondamentale pensare a strategie che prevedano il trattamento di soggetti che fanno uso di droghe per via endovenosa che rappresentano oggi il principale serbatoio dell’infezione. A tal fine - conclude Massimo Andreoni, Direttore UOC Malattie infettive e day hospital Tor Vergata - dai primi giorni di settembre è stata avviata, in collaborazione tra il Policlinico di Tor Vergata e le unità di strada della CNCA, una sperimentazione di test diagnostici sui soggetti a rischio finalizzata al riconoscimento e al trattamento di soggetti infetti da HCV.
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