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Mercoledì 13 SETTEMBRE 2017
Nel Def (dal 2018) indicatori di “benessere equo e sostenibile”. Lo schema di decreto del Mef al Senato. L’Italia sarebbe il primo Paese europeo (e del G7) a inserirli

Lo schema di decreto ha già incassato il parere della Bilancio della Camera e ora è all'esame della V commissione del Senato. Obiettivo è affiancare alle statistiche e valutazioni del Prodotto interno lordo (Pil) una serie di indicatori che tengano conto delle variabili fondamentali della funzione del benessere che, soprattutto per i paesi sviluppati, non sono correlate all’andamento del Pil. IL TESTO DELLO SCHEMA DI DECRETO E DELLA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE CHE HA PREDISPOSTO GLI INDICATORI.

Il “benessere equo e sostenibile” deve entrare a far parte della programmazione economica. Per la salute significa considerare tra gli altri la speranza di vita in buona salute alla nascita, l’eccesso di peso, le emissioni di CO2 e altri gas che alterano il clima.

E lo fa (dal 2018), come previsto dalla legge 163/2016 (Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243)  con 12 indicatori previsti in uno schema di decreto del ministero dell’Economia (Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 428) sul quale si è già espressa durante l’esame parlamentare del testo la Commissione Bilancio del Senato.

L’obiettivo, come ha spiegato a Palazzo Madama la relatrice Magda Angela Zanoni (Pd) nella seduta del 12 settembre, è quello di affiancare alle consuete statistiche e valutazioni del Prodotto interno lordo (Pil) una serie di indicatori che tengano conto delle variabili fondamentali della funzione del benessere che, soprattutto per i paesi sviluppati, non sono correlate all’andamento del Pil.

L’Italia è il primo paese europeo e del G7 a inserire indicatori  del benessere nella programmazione economica. L’Italia è il primo paese europeo e del G7 a inserire indicatori  del benessere nella programmazione economica.

Come spiegato nella Relazione del Comitato che ha predisposto gli indicatori (riportata in fondo allo schema di decreto) , i lavori europei sul tema hanno avuto inizio con il Comitato Sen-Stigliz-Fitoussi del 2009 e del 2011 e sollecitazioni a dotarsi di indicatori Bes sono contenute nell’Agenda 2030.
La legge n. 163 prevede che i valori nell’ultimo triennio degli indicatori Bes diventino un allegato al Documento di economia e finanza; che il ministero dell’Economia presenti una relazione al Parlamento entro il 15 febbraio di ogni anno e che mostri l’andamento degli indicatori in base agli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.

Dei dodici indicatori proposti (reddito medio disponibile aggiustato pro capite; indice di disuguaglianza del reddito disponibile; indice di povertà assoluta; speranza di vita in buona salute alla nascita; eccesso di peso; uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione; tasso di mancata partecipazione al lavoro; rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli; indice di criminalità predatoria; indice di efficienza della giustizia civile; emissioni di CO2 e altri gas alteranti; indice di abusivismo edilizio), quattro sono quelli contenuti per la prima volta nel Def 2017: reddito medio disponibile aggiustato pro capite; indice di disuguaglianza del reddito disponibile; tasso di mancata partecipazione al lavoro ed emissioni di CO2 e altri gas alteranti. Il decreto dovrà comunque essere applicato tutto a decorrere dal 2018.

Nel suo parere, la Commissione bilancio della Camera che si è già espressa e ha svolto anche audizioni nel merito,  ha sottolineato la necessità di tenere in sede di applicazione degli indicatori Bes, dell’avvio della sperimentazione per l’adozione del bilancio di genere, ma in senso più ampio, che tutte le rilevazioni di informazioni (a maggior ragione un sistema di indicatori per la programmazione economica) tengano conto della dimensione di genere. E anche l’impatto generazionale sarebbe a suo parere da considerare.
Ha poi suggerito tra le altre osservazioni di analizzare la possibilità di prevedere nelle prossime revisioni dell’elenco degli indicatori l’inserimento di un indicatore di sintesi.

Il dibattito al Senato proseguirà in prossime riunioni.

Sintesi della descrizione degli indicatori dall’appendice II della Relazione finale del Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile

1. Reddito medio disponibile aggiustato pro capite
Rapporto tra il reddito lordo disponibile delle famiglie (consumatrici + produttrici) aggiustato (ovvero inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro), e il numero totale di persone residenti in Italia (valori nominali in euro).
Permette di stimare l'ammontare complessivo del reddito disponibile per le persone residenti in Italia, compreso il valore dei servizi in natura.

2. Indice di disuguaglianza del reddito disponibile
Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il  più  alto reddito  e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito.
Fornisce un'informazione sulla distanza in termini di reddito tra i più ricchi e i più poveri che, poiché considera i redditi equivalenti, tiene conto della diversa composizione familiare (diversi  bisogni  tra bambini e adulti; economie di scala che si realizzano con la coabitazione).
3. Indice di povertà assoluta
Percentuale di persone appartenenti a famiglie con una spesa complessiva per consumi inferiore al valore soglia di povertà assoluta, sul totale delle persone residenti.
Rappresenta la percentuale di persone che non riescono ad acquisire un predeterminato insieme di beni e servizi. Le soglie di povertà assoluta sono differenziate per numerosità familiare, classi di età dei componenti, macroarea e dimensione del comune di residenza, e riflettono le differenze territoriali nel  costo della vita.

4. Speranza  di vita in  buona salute alla nascita
Numero media di anni che un bambino nato nell’anno di riferimento può aspettarsi di vivere in buona salute, nell'ipotesi che i rischi di malattia e morte alle diverse età osservati in quello stesso anno rimangano costanti nel tempo.
L'indicatore è calcolato come rapporto tra la cumulata degli anni vissuti in buona salute dalla nascita in poi e i sopravviventi.
L'indicatore consente di valutare la qualità. della sopravvivenza, aspetto particolarmente rilevante nell'attuale fase della. transizione demografica e sanitaria, caratterizzata dall'invecchiamento della popolazione e dalla diffusione di patologie cronico-degenerative.

5. Eccesso di peso
Proporzione standardizzata di persone di 18 anni e più in sovrappeso o obese sul totale delle persone di 18 anni e più. L'indicatore fa riferimento alla classificazione dell'Organizzazione mondiale della sanita (Oms) dell'Indice di Massa Corporea  (IMC: rapporto  t:ra il peso, in  Kg, e il quadrato dell'altezza,  in metri), che consente   di  identificare   le  persone  in   sovrappeso   (25<=IMC<30)   o  obese  (IMC=>30).   L'indicatore è standardizzato utilizzando la popolazione standard europea al 2013.
L'eccesso di peso rappresenta un importante fattore di rischio per la salute. Ad esso risultano associate malattie cerebro e cardiovascolari e dell'apparato muscolo-scheletrico, diabete, ipertensione, cancro, malattie del fegato o colecisti.

6. Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione
Percentuale della popolazione in età 18-24 anni con al più il diploma di scuola secondaria di primo grado licenza media), che non è in possesso di qualifiche professionali regionali ottenute in corsi con durata di almeno 2 anni e non frequenta ne corsi di istruzione ne altre attività. formative.
Ridurre la quota di persone che abbandona precocemente il sistema di istruzione e formazione e essenziale per aumentare il livello di competenze della popolazione e ridurre il rischio di esclusione sociale.
L'indicatore è una misura target della strategia Europa  2020 che prevede di ridurre la quota di abbandoni al di sotto del 10% entro il 2020 a livello Europeo (target nazionale: 16%).

7. Tasso di mancata partecipazione al lavoro
Rapporto tra la somma di disoccupati e inattivi "disponibili" (persone che non hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane ma sono disponibili a lavorare), e la somma di forze lavoro (insieme di occupati e disoccupati) e inattivi "disponibili", riferito alla popolazione tra 15 e 74 anni.
L'indicatore esprime una misura dell'offerta di lavoro insoddisfatta più ampia rispetto al tasso di disoccupazione, poiché coglie anche quella parte di popolazione inattiva che si dichiara disponibile a lavorare pur non avendo cercato lavoro nelle 4 settimane che precedono l'intervista, dando così conto dei fenomeni di scoraggiamento e dei comportamenti "attendisti" dovuti agli esiti di passate azioni di ricerca.

8. Rapporto tra tasso di occupazione delle donne 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne  senza figli
Rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età prescolare (0-5 anni) e il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni senza figli, per 100.
La qualità dell'occupazione si misura anche sulla possibilità. effettiva che le donne con figli piccoli riescano a conciliare il lavoro retribuito con i lavori di cura familiare. In questo senso l'indicatore e una misura indiretta dell'adeguatezza dei servizi di welfare  tesi alla conciliazione degli impegni casa-lavoro.

9. Indicatore di criminalità predatoria
Numero di vittime di furti in abitazione, borseggi e rapine per 1000 abitanti
Il numero di vittime di furti in abitazione è calcolato moltiplicando, per ogni anno, l'ampiezza media familiare per il numero di denunce di furti in abitazione.
Il calcolo dell'indicatore è basato sui dati delle denunce dei reati dalle statistiche di polizia (fonte Ministero dell'Interno), corrette con la quota media di sommerso delle vittime di reato,  per  tipo  di reato, desunta dalle indagini Sicurezza dei cittadini 2002 e 2008/2009 (Istat).

10. Indice di efficienza della giustizia civile (durata media effettiva in giorni dei procedimenti di cognizione civile ordinaria definiti dei tribunali)
Il dato tiene  conto dei procedimenti  civili di cognizione ordinaria di primo e secondo grado (contenzioso + non contenzioso) dell'area SICID al netto dell'attività del Giudice tutelare e dell'Accertamento Tecnico Preventivo in materia di previdenza.
L'area SICID (Sistema Informatica Contenzioso Civile Distrettuale) comprende i registri del contenzioso civile, della volontaria giurisdizione e del contenzioso del lavoro.
L'indicatore può considerarsi una misura indiretta dell'efficienza della giustizia civile, condizione essenziale tanto per il corretto funzionamento del sistema economico, quanto per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

11. Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti
Tonnellate di CO2 equivalente emesse su base annua da attività agricole, urbane e industriali, per abitante.
Sono incluse le emissioni di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di  azoto  (N2O), espresse in "tonnellate di CO2 equivalente", con pesi che riflettono il potenziale di riscaldamento  in rapporto all'anidride carbonica: 1 per CO2; 298 per N20; 25 per CH4. Non viene considerate l'effetto compensative legato alla presenza di boschi e altra copertura vegetale.

12. Indice di abusivismo edilizio
Numero di costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai Comuni.
L'indicatore esprime una misura diretta del deterioramento del paesaggio, ma può leggersi anche come una proxy della "rule of law' nell'utilizzazione del territorio. Da un corretto equilibrio nel rapporto di forza fra interessi pubblici e privati dipendono sensibilmente, infatti, il benessere collettivo e la coesione delle comunità locali.
 
 
 
 

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