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Mercoledì 13 SETTEMBRE 2017
Ospedale di Cuneo. Una “graffetta” per riparare il cuore
Eseguiti nella struttura i primi interventi, tra pochi in Italia, mini invasivi in sala ibrida. Pinza i lembi per ripristinare la tenuta della valvola mitrale, quella che regola il passaggio del sangue ossigenato dall’atrio del ventricolo sinistro del cuore a tutto l’organismo.
Con una “graffetta” (Mitraclip) si può riparare la valvola mitrale, quella che regola il passaggio del sangue ossigenato dall’atrio del ventricolo sinistro del cuore a tutto l’organismo, i cui lembi possono perdere la loro capacità di tenuta. La nuova tecnica mini invasiva è approdata all’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, tra i pochi in Italia a praticarla in sala ibrida. In questi giorni sono stati eseguiti i primi due interventi. “Sono perfettamente riusciti e i pazienti già dimessi”, riferisce la Ao in una nota.
Si tratta di casi per i quali il trattamento cardiochirurgico tradizionale, a cuore aperto e con circolazione extracorporea, è considerato molto rischioso e quindi controindicato, a causa dell’età avanzata, delle malattie associate e della grave compromissione della funzionalità cardiaca.
“La valvola mitrale – spiega Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia cuneese e presidente del GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) – è un importante punto di controllo della circolazione cardiaca. Ma, nell’80% delle persone che soffrono di scompenso cardiaco, inizia a funzionare male: il cuore aumenta di volume, i lembi della valvola non riescono più a serrarsi alla perfezione e il sangue torna indietro. Risultato? Affanno e mancanza di fiato, ma anche, nei casi più gravi, edema polmonare. Gli studi osservazionali hanno evidenziato come questo, 40 volte su 100, si leghi a un tasso di mortalità due volte superiore”.
“Prima dell’introduzione della Mitraclip, solo un numero ridotto di pazienti poteva avvalersi di un trattamento efficace per questa malattia, dati i rischi connessi all’intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola – ha spiegato Alessandro Locatelli, direttore del Dipartimento Emergenze e Aree Critiche che ha fortemente voluto che la tecnica approdasse a Cuneo -. Oggi invece, grazie a questo dispositivo, possiamo operare con successo anche pazienti anziani o cardiologicamente compromessi, per i quali l’intervento tradizionale presenta rischi elevati. A Cuneo può essere effettuato in sala ibrida e quindi in condizioni di sicurezza ideale”.
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