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Lunedì 28 AGOSTO 2017
Riforma Scuole di specializzazione. Onetti Muda (Campus-Biomedico): “Chiediamo tempo per adeguarci a nuovi standard”

Il Rettore dell’ateneo romano interviene nel dibattito sulle Scuole di Specializzazione medica, che in un caso su 10 non risponderebbero ai requisiti necessari. Per quanto riguarda il Campus Bio-Medico, sarebbero tre le Scuole al momento non completamente in regola. “Ma finora hanno svolto un buon lavoro formativo”, evidenzia il Rettore, che chiede un “congruo intervallo temporale” per considentire alle Scuole di adeguarsi ai nuovi standard.

Il processo di riforma delle Scuole di Specializzazione di area Medica ha, per il rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Andrea Onetti Muda, il merito di voler far compiere un ulteriore passo avanti alla formazione post-laurea dei giovani medici, ma Onetti Mudda chiede che sia dato alle Università un adeguato lasso di tempo per adeguarsi.

Secondo una prima bozza di ricognizione, anticipata dal Corriere della Sera, una scuola su dieci (135 su 1.433) non avrebbe i requisiti necessari.

“Per quanto riguarda in particolare l’Università Campus Bio-Medico di Roma - spiega il rettore - stando alle notizie pubblicate da alcuni importanti organi di informazione, tre Scuole non soddisferebbero, al momento, tutti i nuovi requisiti richiesti. Sulla base del buon lavoro formativo che queste Scuole hanno svolto finora, e della soddisfazione di quanti le hanno frequentate, sono convinto che sia possibile risolvere eventuali criticità, così da poter consentire la prosecuzione delle attività formative professionali e umane dei nostri giovani medici, vero fine ultimo della mission dell’Università. Esprimo pertanto l’auspicio - conclude il rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma - che i ministeri competenti concedano un certo lasso di tempo per completare i necessari adeguamenti”.
 
Il Rettorato del Campus Biomedico afferma, nella nota, che la riforma ha “l’incontestabile merito di voler far compiere un ulteriore passo avanti alla formazione post-laurea dei giovani medici con criteri formativi che siano oggettivamente adeguati sia dal punto di vista assistenziale che scientifico, collocando la formazione italiana post-laurea in medicina al pari di quella europea”.
 
Tuttavia, per Onetti Muda, “come in tutti i processi di miglioramento, ci sono delle obiettive difficoltà iniziali, ed ogni sede universitaria sta prendendo atto delle distanze che ancora intercorrono tra la situazione attuale e gli standard individuati come ottimali. Ciò non deve far dimenticare l’eccellente lavoro che è stato compiuto finora per la formazione degli specializzandi, ma al contrario deve essere di stimolo a un dialogo sempre più aperto tra le sedi universitarie e gli interlocutori istituzionali”.

L’auspicio del Rettore è che “anche le scuole teoricamente non accreditabili, sulla base dei parametri stabiliti, possano, a seguito di misure correttive adeguate e verificabili, e in un congruo intervallo temporale, raggiungere standard formativi e assistenziali ottimali. Trascorso questo tempo - conclude Onetti Muda - si potrà prendere atto del raggiungimento o meno di tali standard, e trarne le conseguenze del caso”.

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