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Venerdì 04 AGOSTO 2017
Spesa sanitaria. “Decrescita” certificata dal Mef. Dal 2010 al 2016 - 0,1% annuo. Nei primi cinque anni del 2000 cresceva al ritmo del 7,5% l'anno. Spesa per il personale pesa sempre meno sul totale dei costi (-8,8%). Il rapporto della Rgs
L'analisi è della Ragioneria generale dello Stato, che ha pubblicato il rapporto “Monitoraggio della spesa sanitaria” 2017. Il contenimento di spesa, secondo la Rgs ha consentito anche la stabilizzazione di questa in rapporto al Pil, “nonostante le dinamiche di crescita fortemente ridimensionate per effetto della crisi economica”. Tutte le spese in calo, tranne quella per i farmaci innovativi. IL RAPPORTO:
Dal 2001 al 2005 la spesa sanitaria è cresciuta al ritmo del 7,5% annuo. Poi, dal 2006 al 2010 solo del 3,1%. E dal 2010 al 2016 il valore medio annuo diventa negativo: -0,1 per cento.
Il contenimento di spesa, secondo la Rgs ha consentito anche la stabilizzazione di questa in rapporto al Pil, “nonostante le dinamiche di crescita fortemente ridimensionate per effetto della crisi economica”.
Dal 2008, il tasso di crescita del Pil nominale è stato molto più contenuto e addirittura negativo in alcuni anni. Nonostante questo la dinamica della spesa sanitaria l’ha portata comunque ad avere una incidenza sul Pil del 7,1%, negli anni più acuti della crisi. Dal 2011 invece il rapporto scende e, nonostante la bassa crescita economica del periodo, arriva al 6,7% nel 2016.
“Il dato della spesa sanitaria corrente di CN – spiega la Ragioneria - contiene anche una quota relativa alla spesa effettuata dagli altri enti della PA diversi dagli ESL che trova copertura nei rispettivi bilanci. In relazione a ciò, il confronto tra finanziamento ordinario del SSN e spesa sanitaria corrente di CN è utile a illustrare, in una prospettiva intertemporale, i risultati della governance del settore sanitario in termini di contenimento della dinamica della spesa”. La valutazione in termini di saldo fra risorse finanziarie e spesa sanitaria si effettua invece in base alla spesa corrente del conto economico.
Spesa in calo, quindi, ma l’intensità con cui il processo si è prodotto nel tempo è notevolmente differenziata per componente di spesa.
L’andamento annuale della voce di spesa è anche influenzato dai criteri di contabilizzazione degli oneri per i rinnovi dei contratti del personale dipendente. La spesa sanitaria di CN, infatti, registra il costo dei rinnovi contrattuali nell’anno di effettiva sottoscrizione: solo a seguito della sottoscrizione del contratto scatta l’obbligazione giuridica al riconoscimento degli aumenti contrattuali e di eventuali arretrati. Ad esempio, nel 2006, il dato di spesa per il personale registra arretrati per circa 2.000 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del 7,9%. Nel 2008, gli oneri arretrati relativi al contratto del biennio economico 2006-2007 determinano una variazione annua dell’aggregato del 10 per cento.
Consumi intermedi. Nel 2016, la spesa per i consumi intermedi rappresenta il 28,1% della spesa complessiva con un incremento rispetto all’incidenza del 2000 (18,7%). Questa voce di spesa, anche presentando una progressiva riduzione della dinamica di crescita nel tempo, mantiene un tasso di crescita medio annuo superiore al resto della spesa. In particolare, il tasso passa dal 9,7% del periodo 2001-2005, al 6,3% del quinquennio 2006-2010 e al 2,4% del periodo 2011-2016.
Con particolare riferimento agli ultimi sei anni, la riduzione della dinamica dell’aggregato sconta le manovre di contenimento della spesa sanitaria per beni e servizi.
L’andamento complessivo dell’aggregato sconta la dinamica della componente dei prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle aziende sanitarie, che registra tassi di crescita sostenuti sia per la continua introduzione di farmaci innovativi (specie in campo oncologico) sia per effetto delle politiche di incentivazione della distribuzione diretta dei farmaci attuate in diversi Ssr, con rimodulazione della spesa, dalla farmaceutica convenzionata ai prodotti farmaceutici.
Farmaceutica convenzionata. La spesa per la farmaceutica convenzionata passa da un incremento medio annuo del 6,3% del periodo 2001-2005 a un tasso di variazione negativo del -1,6% nel periodo 2006-2010, che si accentua ulteriormente nel 2011-2016, attestandosi al -4,9%. Il peso percentuale sulla spesa sanitaria complessiva si riduce così dal 12,8% del 2000 al 7,2% del 2016.
Questo risultato è dovuto soprattutto agli strumenti di monitoraggio e di governance della spesa per la farmaceutica convenzionata introdotti nel tempo.
Fra questi, la Rgs ricorda prima di tutto la previsione di un tetto alla spesa per la farmaceutica territoriale, di cui fa parte la spesa per la farmaceutica in convenzione (fissato all’11,35% dal 2013 al 2016), con un meccanismo di recupero automatico, in caso di sforamento del tetto, a carico delle aziende farmaceutiche (il pay-back), dei farmacisti e dei grossisti.
Assistenza medico-generica convenzionata. La spesa per l’assistenza medico-generica convenzionata passa da un incremento medio annuo del 9,9% nel periodo 2001-2005 a un incremento dell’1,6% nel periodo 2006-2010. Nel periodo 2011-2016, l’aggregato di spesa ha ulteriormente ridotto la dinamica di crescita, registrando un tasso medio annuo negativo (-0,7%). Il peso percentuale dell’aggregato sul totale della spesa sanitaria è stato pari al 5,9% sia nel 2000 che nel 2016.
Come per la spesa per i redditi da lavoro dipendente, anche la dinamica annuale delle prestazioni medico-generiche da convenzione è influenzata dalle regole di contabilizzazione, che prevedono che gli oneri per il rinnovo delle convenzioni ed eventuali arretrati siano imputati nell’anno di sottoscrizione della nuova convenzione. Queste modalità di contabilizzazione sono alla base degli incrementi elevati registrati ad esempio nel 2005 o nel 2009.
Altre prestazioni sociali in natura da privato. La spesa per le altre prestazioni da privato comprende gli acquisti di prestazioni ospedaliere, specialistiche, riabilitative, integrative, protesiche, psichiatriche e altre prestazioni da operatori privati convenzionati con il Ssn. L’aggregato passa da un incremento medio annuo dell’8,5%, nel periodo 2001-2005, a un incremento medio annuo del 4% nel periodo 2006-2010, per poi rallentare ulteriormente nel periodo 2011-2016 con un tasso di crescita medio annuo dell’1 per cento. La dinamica dell’aggregato resta tuttavia sensibilmente superiore a quella della spesa sanitaria nel suo complesso, per cui l’incidenza relativa incrementa dal 18,8% del 2000, al 20,7% del 2010 e, infine, al 22,1% del 2016.
L’andamento dell’aggregato riflette il miglioramento del sistema di regolazione dei volumi di spesa per le prestazioni sanitarie acquistate da operatori privati accreditati, in particolare nelle Regioni sotto piano di rientro. Regolazione realizzata essenzialmente attraverso la definizione di tetti di spesa e l’attribuzione di budget, con il perfezionamento dei contratti in tempi coerenti con la programmazione regionale. La dinamica dell’aggregato sconta, inoltre, le misure di contenimento della spesa per prestazioni specialistiche e ospedaliere acquistate da operatori privati introdotte con il DL 95/2012.
Altre componenti di spesa. Le altre componenti di spesa comprendono le voci residuali che compongono la spesa sanitaria corrente di CN non considerate negli altri aggregati. In particolare, le imposte dirette, gli ammortamenti, il risultato netto di gestione, le contribuzioni diverse, le altre uscite e, con segno opposto, la produzione per uso proprio, la produzione di servizi vendibili e le vendite residuali. L’aggregato passa da un incremento medio annuo del 14,8% nel periodo 2001-2005 a un incremento medio annuo del 4% nel periodo 2006-2010. Nel periodo 2011-2016, le altre componenti di spesa registrano un ulteriore rallentamento della propria dinamica, evidenziando una diminuzione media annua dello 0,2%. Il peso percentuale dell’aggregato sulla spesa sanitaria complessiva è, tuttavia, aumentato nel tempo, passando dal 4% del 2000 al 5,7% del 2016.
Prestazioni sociali in natura corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market. La spesa è di 39.589 milioni di euro, leggermente superiore a quella del 2015 (+0,3%).
Con riferimento alle principali componenti dell’aggregato, la Rgs registra quanto segue:
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