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Venerdì 07 LUGLIO 2017
Asl Vercelli. Ecco i 7 progetti per sviluppare i servizi

I sette macroprogetti riguardano: ospedale, empowerment, paziente fragile, rete ambulatoriale, residenzialità, farmaci, assistenza integrativa e protesica, prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. Sono stati illustrati in occasione della presentazione della relazione socio sanitaria della Asl.

Presentare l’attività aziendale, ma soprattutto fare il punto sullo stato di salute della popolazione e sulle attività che l’Asl di Vercelli sta mettendo in campo per sviluppare iniziative orientate a favorire percorsi di assistenza appropriati. Nei giorni scorsi l’Azienda Sanitaria ha illustrato innanzi al consiglio dei sanitari, alla conferenza dei sindaci e alle associazioni che fanno parte della conferenza di partecipazione, la relazione socio sanitaria. Uno strumento di analisi e di approfondimento per conoscere da vicino le azioni, i progetti e gli obiettivi che l’Asl di Vercelli sta portando avanti.  

La relazione socio sanitaria documenta i risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi definiti dalla programmazione socio-sanitaria regionale e aziendale, anche sulla base di un apposito insieme di indicatori di valutazione. Una analisi che, partendo dal contesto di riferimento, ha messo in luce anche la percezione che la popolazione ha sulla propria salute: se in Piemonte il 72,5% riferisce di avere una salute buono o molto buona; a Vercelli e provincia questa percentuale è inferiore, con un dato che si attesta intorno al 69,8 %.

“Una opportunità preziosa di condivisione -ha spiegato il direttore generale Chiara Serpieri – perché focalizza l’attenzione sulle attività intraprese, inquadrandole in un preciso contesto di riferimento. Una fotografia sull’esistente, ma soprattutto una occasione per descrivere i progetti pianificati dall’Azienda Sanitaria e che su più fronti costituiscono le direttrici lungo le quali si punta per articolare i servizi”.

Sette in tutto i macroprogetti classificati: “ospedale”, “empowerment”, “paziente fragile”, “rete ambulatoriale”, “residenzialità”, “farmaci”, “assistenza integrativa e protesica”, “prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili”.

Negli ospedali, dopo aver valutato l’attività svolta nei due presidi di Vercelli e Borgosesia, il proposito è stato quello di rispettare la centralità del paziente. “Le aree di degenze sono state ridisegnate per seguire un modello di ospedale che opera per intensità di cura: bassa, media, alta fino all’intensiva. Da qui la scelta di unificare le strutture complesse specialistiche per grandi aree”, spiega l’azienda.

Nel dettaglio, l’ospedale di Vercelli è stato ripensato anche in relazione alla presenza di alcune attività che oggi costituiscono punti cardine del presidio e su cui vi sono elevate specializzazioni (Chirurgia laparoscopica, dermochirurgia, malattie infettive, trattamento patologie oncologiche per le quali il presidio è stato classificato Hub, Banca del latte umano donato inserita nel più ampio progetto dell’Ospedale “amico del bambino”, ortoinfettivologia).  

Presso il presidio di Borgosesia, anche laddove non è più presente la struttura, sono state mantenute alcune prestazioni; “una scelta motivata proprio dall’esigenza di venire incontro alle necessità dei pazienti”.

Il superamento dell’approccio prettamente bio medico è alla base del secondo macroprogetto individuato, quello dell’empowerment: con uno spostamento di attenzione non più solo alla malattia, ma alla persona nel suo complesso. Da qui l’attuazione di alcune novità che hanno determinato un ospedale sempre aperto e quindi più “umano” per favorire la partecipazione e vicinanza dei parenti; così come azioni mirate sui dipendenti con indagini di benessere organizzativo per valutare gli aspetti di salute organizzata.  

Altro tema portante su cui l’ASL di Vercelli sta agendo è quello legato al paziente fragile; un concetto, quello di fragilità, che rientra in una logica che punta a implementare i percorsi a tutela di questi soggetti lungo vari setting di assistenza.

La logica dell’organizzazione per complessità è presente anche nel progetto “rete ambulatoriale”. Entro il 2017 le sedi saranno rivisitate in: punti di erogazione di base, per prestazioni prevalentemente monospecialistiche e monodisciplinari a bassa complessità (visite specialistiche che richiedono un contesto tecnologicamente ed organizzativamente poco articolato); punti di erogazione di I livello, per  prestazioni specialistiche di base, prestazioni richiedenti una maggior dotazione tecnologica (es. radiografia del torace), prestazioni di assistenza primaria e con la possibilità di erogare “pacchetti di prestazioni” a completamento della visita iniziale; punti di erogazione di II livello, localizzati nei Presidi Ospedalieri dove sono concentrate le alte specialità e le tecnologie ad alto costo.

“Merita particolare attenzione”, spiega la Asl, il tema dei “farmaci, assistenza integrativa e protesica”. Su questo macroprogetto si interviene per promuovere un utilizzo appropriato e razionale del farmaco, sia in ospedale che sul territorio. Nel 2016 sono stati già attuati diversi interventi per garantire percorsi uniformi nella distribuzione dei farmaci e delle prestazioni di assistenza integrativa e protesica. Tra le azioni chiave vi sono la semplificazione delle procedure e il monitoraggio dell’appropriatezza farmaceutica in ospedale e sul territorio.

Il settimo macroprogetto è quello legato alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. La parola più significativa in questo caso è: “prevenzione”, con cinque progetti dedicati a: istituiti scolastici, over 65, sorveglianza della popolazione, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, screening oncologici, piano di comunicazione sulle attività di prevenzione. Sul fronte dell’assistenza distrettuale nel 2016 è stato applicato il piano di assistenza territoriale (PAT) in cui sono contenute le principali attività programmate sul distretto di Vercelli e su quello della Valsesia (oggi Distretto unico).

In questo ambito si inserisce anche il progetto “Case della salute”. In tutto cinque le case della salute previste per l'ASL di Vercelli: una da attivare a Cigliano e quattro da potenziare a Santhià, Gattinara, Varallo e Coggiola.  “Realtà, quelle legate alle case della salute, che vedono nei medici di medicina generale e nei pediatri di libera scelta – in interazione con gli specialisti, con il supporto anche di attività diagnostiche radiologiche – il fulcro principale per garantire equità nella distribuzione dei servizi e una maggiore uniformità nella qualità delle prestazioni.  Santhià, in particolare, è già una struttura che al suo interno ha molte delle componenti che caratterizzano questo modello di assistenza decentrato sul territorio, pensato per venire incontro ai pazienti che risiedono nelle zone più periferiche”, conclude la Asl. 

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