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Lunedì 26 GIUGNO 2017
Lazio. Migliorano gli esiti delle prestazioni sanitarie. Presentati i dati 2016 del progetto Prevale
Le fratture del collo del femore operate entro 2 giorni salgono al 53% contro il 49% del 2014. Tagli cesarei fermi al 26,8%. La mortalità per infarto miocardico acuto a 30 giorni è scesa al 7,9%. Nei casi di cancro al seno, i nuovi interventi entro 120 giorni dal primo sono passati dall’8,5% del 2015 al 6,7% del 2016. I dati
Migliorano i conti sanitari del Lazio, ma anche gli esiti delle prestazioni erogate e l’equità di accesso alle cure. È questo il quadro positivo illustrato stamani nella sede della Regione Lazio dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, in occasione della presentazione dei dati “Prevale”, il Programma Regionale di Valutazione degli Esiti sui dati 2016 elaborato dal dipartimento di Epidemiologia ogni anno.
“Dopo 10 anni prosegue il percorso per uscire dalla fase di commissariamento. I dati Prevale dimostrano come questo risultato vada di pari passo con quello del rispetto dei Lea, ossia i Livelli essenziali di assistenza sanitaria, dell’innalzamento della qualità e della riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali nell’accesso alle cure. Non esistono più differenze di accesso dovute al livello d’istruzione né per l’angioplastica, né per il parto cesareo. Si tratta di un risultato importantissimo, soprattutto in un momento di debolezza economica delle famiglie che ha ripercussioni inevitabili anche sull’accesso alle cure sanitarie”, evidenzia la Regione.
Ecco una sintesi del risultati:
Frattura del collo del femore. Negli ultimi 6 anni è cresciuto fortemente il numero di interventi effettuati entro 2 giorni dalla frattura, tanto che se nel 2010 gli interventi effettuati entro 48 ore erano poco più del 20% sul totale, nel 2012 del 31% e nel 2016 la quota ha raggiunto il 53%, anche se con un leggero calo di circa 1 punto percentuale rispetto al 2015. “Aver aumentato del 22% circa gli interventi entro le 48 ore significa aver migliorato, e spesso salvato, la vita di migliaia persone in questi quattro anni. Inoltre, i tempi ridotti consentono anche di ridurre le possibili complicazioni date dalla mancata tempestività”, commenta la Regione.
Infarto Stemi (con ostruzione coronarica totale). A che in questo caso il trattamento tempestivo con angioplastica ha registrato risultati in miglioramento rispetto a 6 anni, e senza interruzione del trend positivo. Se infatti gli interventi tempestivi erano di poco superiori al 20% nel 2010, nel 2012 erano il 29%, nel 2014 il 43%, nel 2015 il 45% e nel 2016 hanno raggiunto quota 47%.
Infarto miocardico acuto. Diminuisce la mortalità a 30 giorni, che è passata dal 9,8% del 2012 al 9,5% del 2014 per scendere al 7,9% nel 2016. “Un passo importante è stato rappresentato dalle ambulanze telecollegate che consentono di trasmettere l’elettrocardiogramma all’ospedale, prima che arrivi il paziente, riducendo così i tempi di intervento. Questo esperimento è partito a Viterbo e poi è stato esteso in tutto il Lazio e dimostra come il sistema delle emergenze stia diventando più efficiente”, sottolinea la Regione.
Cesarei. Il ricorso al parto con uso del bisturi è sceso di oltre 8 punti percentuali in 6 anni. Se nel 2010 i parti con cesareo erano quasi il 35% del totale, il calo progressivo ha portato nel 2016 al 26,8%.
Colecistectomie laparoscopiche. Aumentano i casi di degenza inferiore ai 3 giorni, che oggi sono il 76% rispetto al 57% del 2012. “Questo dato significa non solo migliorare le cure per i pazienti, ma anche evitare di occupare dei posti letto in modo inappropriato”.
Cancro della mammella. Aumentano gli interventi di ricostruzione in corso di ricovero dopo la chirurgia demolitiva, passati in un solo anno dal 48% del 2015 al 54% del 2016 (nel 2012 erano il 46%). Sempre per il cancro della mammella, diminuiscono inoltre i nuovi interventi entro 120 giorni da una prima chirurgia: i casi nel 2016 sono stati il 6,7% contro gli 8,5% del 2015, i 10,3% del 2012.
Ma a migliorare nel Lazio, secondo i dati presentati oggi, è anche l’equità di accesso alle cure in base al titolo di studio. Nel caso della frattura del collo del femore trattata entro 2 giorni, ad esempio, la forbice tra le due classi di istruzione nel 2009-2010 era pari al 97%, mentre nel 2015-2016 si è ridotto al 41%. Il divario si è addirittura azzerato nel trattamento di infarto Stemi (era del 39% nel 2009-2010) ed è sceso al 4% per quanto riguarda i cesarei (era del 29% nel 2009-2010).
“I nuovi dati sulle cure del Lazio – ha detto il Presidente Nicola Zingaretti – dimostrano e confermano due punti molto importanti: migliorano la qualità delle cure, per fortuna, e c’è più giustizia nell'accesso alle cure”.
“Per noi migliorare la sanità – ha aggiunto Zingaretti – non significa solo mettere a posto i conti, ma migliorare la qualità delle cure. Inoltre, questi dati sono fondamentali per dimostrare una cosa semplice: cioè che cambiando il meccanismo di funzionamento del sistema si ottengono i risultati, non ce li ha regalati nessuno, sono figli della programmazione, figlio di aver voluto mettere nei contratti dei direttori generali queste richieste per giudicare chi dirige la sanità e oggi possiamo dire che anche quest'anno e il processo di ricostruzione del sistema sta andando avanti positivamente”.
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