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Venerdì 09 SETTEMBRE 2011
Prepariamoci all’influenza: arrivano le raccomandazioni del Ministero
La stagione influenzale che ci attende non dovrebbe essere molto diversa da quella dello scorso anno. Circoleranno gli stessi virus e ci proteggeremo con gli stessi vaccini. Tra un mese al via la campagna vaccinale.
Non è ancora sparita del tutto l’abbronzatura ed è già il momento di prepararsi alla nuova influenza stagionale che non sarà molto diversa da quella dello scorso anno. Il ministero della Salute ha già reso disponibili le raccomandazioni per la stagione 2011-2012 che, come ogni anno, forniscono agli operatori sanitari le linee di indirizzo per la prevenzione e controllo dell’influenza. Nessuna novità di rilievo e anche il vaccino impiegato - cosa alquanto insolita - avrà la stessa composizione dello scorso anno: conterrà gli antigeni per il ceppo A/California/7/2009 (H1N1), A/Perth/16/2009 (H3N2), B/Brisbane/60/2008.
Influenza: un killer da 8 mila morti l’anno - È stata la pandemia di H1N1 a ricordare al mondo che di influenza si può anche morire. In realtà, l’influenza stagionale causa ovunque un aumento della mortalità. In Italia, ogni anno, si registrano circa 8.000 decessi in eccesso attribuibili all’influenza stagionale. Di queste circa un migliaio sono causate da polmoniti e quasi l’85 per cento si registra in persone con più di 65 anni.
L’influenza, inoltre, è responsabili di migliaia di anni di vita in salute persi. Una recente stima attribuisce all’influenza la perdita di 24.241 (39.4 per 100.000) anni di vita in salute persi (Daly) ogni anno tra il 2005 e il 2008.
Colpa, soprattutto, dell’elevata incidenza: si stima infatti che in Italia ogni anno le sindromi influenzali interessino tra il 4 e 12% della popolazione, a seconda delle caratteristiche del virus influenzale circolante in una data stagione.
Influenza 2010-2011: un bilancio - Mai influenza è stata tanto attesa. Dopo i timori e le polemiche della stagione pandemica (quella 2009-2010), l’influenza stagionale dello scorso anno ha rappresentato il ritorno alla normalità come hanno certificato i dati raccolti dalla rete di Sorveglianza delle Sindromi Influenzali (InfluNet), che ogni anno tiene sotto controllo l’andamento stagionale delle sindromi influenzali. Seppur con qualche eccezione. Se è stato “convenzionale” il periodo in cui si è concentrato il maggior numero di casi (le prime settimane dell’anno), non lo è stata l’ampiezza della diffusione né il profilo epidemiologico. L’incidenza cumulativa è stata pari a 103 casi per 1000 assistiti, un valore di poco inferiore a quello osservato nella stagione 2004-2005 in cui si è verificata la massima incidenza finora registrata (116 casi per 1000 assistiti) e che è stata più alta anche di quella registrata nel corso dell’influenza pandemica (99 casi per 1000 assistiti). L’influenza, inoltre, ha colpito soprattutto le fasce di età più giovani (270 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 e 211 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14) risparmiando quasi del tutto gli anziani (28 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni).
Diverso inoltre l’agente eziologico dominante nelle diverse aree dell’emisfero Nord: se in Nord America si è assistito alla co-circolazione di diversi sottotipi di virus influenzali A/H3N2, B e A/H1N1 pandemico, in Europa è stato il virus A/H1N1 pandemico a farla da padrone seguendo un comportamento non dissimile a quello che lo aveva caratterizzato nella stagione 2009-2010. Non sono inoltre mancati Paesi, come Inghilterra e Grecia, dove la severità è stata addirittura superiore rispetto alla stagione precedente, con più casi complicati che hanno necessitato del ricovero in terapia intensiva e di supporto ventilatorio.
Influenza 2010-2011: cosa ci aspetta - Quella che ci attende dovrebbe essere una stagione influenzale perfettamente sovrapponibile a quella dello scorso anno. Le informazioni sui ceppi virali circolanti e sull’andamento delle sindromi simil-influenzali raccolti dal Global Influenza Surveillance Network dell'OMS hanno consentito di prevedere che anche quest’anno a causarla saranno il virus pandemico A/H1N1v e i A/H3N2 e B. Ragione per cui la composizione del vaccino trivalente antinfluenzale per quest’anno sarà identica a quella dello scorso anno.
Vaccino: chi, come, quando - Comincerà a metà ottobre il periodo utile per vaccinarsi. E si protrarrà fino a fine dicembre. È sufficiente una sola dose per i soggetti di tutte le età, salvo per i bambini da 6 mesi a 9 anni mai vaccinati in precedenza. Per questa classe sono raccomandate due dosi di vaccino da somministrare a distanza di almeno quattro settimane.
Come ogni anno il ministero della Salute ha definito inoltre le categorie a rischio per cui è prevista l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione: i soggetti di età pari o superiore a 65 anni, le persone di età compresa tra i 6 mesi e i 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
A questi sono da aggiungere persone non a rischio che svolgono però attività di particolare valenza sociale: medici e personale sanitario di assistenza, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori, personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (per esempio, gliaddetti all’attività di allevamento o di trasporto di animali vivi).
Per tutti gli altri che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni, il vaccino stagionale è disponibile in farmacia.
La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare.
Non soltanto vaccinazioni - Il ministero, a fianco della vaccinazione, propone altre misure di prevenzione della trasmissione dell’influenza stagionale. Misure semplici, ma di provata efficacia, che tutti possono adottare.
Il lavaggio delle mani, soprattutto dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, sebbene sottovalutato è l’intervento preventivo di prima scelta ed è riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle pratiche più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali. Altrettanto importanti sono una buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani), l’isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale e l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).
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