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Martedì 20 GIUGNO 2017
Ricoveri e spesa: oltre un terzo sono solo per gli anziani e spesso perché il territorio non c'è
Sdo 2015: dai 65 anni in su la concentrazione dei ricoveri supera quella di tutte le altre fasce di età e supera un terzo di quelli complessivi per acuti in regime ordinario e quasi un terzo della remunerazione di questo tipo di degenze. I tassi di ricovero per 1.000 abitanti degli anziani sono anche 13 volte più alti di quelli di altre fasce di età (ad esempio 5-14 anni)
Chi si ricovera di più in Italia? Secondo le Sdo 2015 pubblicate dal ministro della Salute sono le donne oltre i 75 anni che da sole assorbono il 15,4% dei ricoveri per acuti che con i loro coetanei maschi raggiungono quasi il 29% di tutti i ricoveri per acuti, ma, quel che più risalta dalle Sdo, valgono economicamente circa un terzo della spesa: quasi 8 miliardi.
E quasi altrettanto sono numericamente i ricoveri della fascia di età subito precedente – quella 60 a 74 anni – che rappresentano anche loro più del 29% dei ricoveri per acuti, ma questa volta con la maggioranza di uomini e valgono economicamente anche il 29% della spesa: circa 6,8 miliardi.
Così, dai 60 anni in poi nel nostro Paese si concentrano il 53% dei ricoveri per acuti e il 62% della spesa.
Prosegue l'analisi di Quotidiano Sanità sulle Schede di dimissione ospedaliera 2015 che finora ha trattato il Rapporto a livello generale, l'appropriatezza dei ricoveri, il loro utilizzo nel tempo tra pubblico e privato, il rapporto con il territorio, gli indicatori di rischio in ospedale, i costi dei ricoveri in mobilità.
Non c’è che dire, come prova che l’Italia sta invecchiando e che l’assistenza dovrebbe tararsi sulle fasce di età più avanzate non sembra ci siano dubbi. Anche perché il ricovero in assenza di un’assistenza mirata e continuativa sul territorio, rappresenta l’unica va d’uscita per questa fascia di popolazione spesso fragile non solo per l’età, ma anche per non avere una particolare assistenza familiare e per essere a volte economicamente più debole delle altre in età lavorativa.
E che sia l’Italia a invecchiare, lo dimostra nelle Sdo 2015 la percentuale di ricoveri per acuti di cittadini provenienti da tutta Europa, che sul totale degli stranieri ricoverati raggiunge appena il 6% di ultrasettantacinquenni (anche se è verosimile perché non sono certo i più anziani a “spostarsi”).
Anche la degenza media non lascia dubbi: è di circa 6 giorni a livello nazionale, ma per fasce di età raggiunge i 9 giorni negli ultrasettantaciquenni e i 7,6 giorni dai 65 anni in su, anche se varia nelle Regioni. Infatti, chi ha più di 75 anni resta ricoverato in regime ordinario “solo” 7,7 giorni in Campania, contro i 10,4 del Veneto. E le degenze medie più basse (che non raggiungono i 9 giorni medi nazionali) sono quasi tutte nel Sud (ma non solo).
Dal punto di vista dei tassi di ospedalizzazione ogni mì1.000 abitanti, i più alti si registrano nei neonati con meno di un anno di età (418.34), ma al secondo posto ecco ancora gli ultrasettantacinquenni (272,79) e al terzo la fascia di età tra 65 e 74 anni (165,33). Gli ultrasessantacinquenni quindi sono l’età nel complesso con il maggiore tasso di ricoveri per 1.000 abitanti, quasi sei volte maggiore di quello della fascia tra 45 e 65 anni e ben 13 volte più elevato della fascia di età col tasso minore, quella tra 5 e 14 anni (33,97 ricoveri ogni 1.000 abitanti).
Parlando di tassi di ricovero poi, al di là di quelli per acuti, gli ultrasessantacinquenni “monopolizzano” quasi la riabilitazione con un tasso complessivo di 33 ricoveri ogni 1.000 abitanti contro valori che vanno dai 4,2 della fascia 45-64 anni allo 0,52 di quella 5-14 anni. Per la lungodegenza invece, a farla da padrone sono gli ultrasettantacinquenni con 11,62 ricoveri ogni 1.000 abitanti, seguiti con 2,53 dalla fascia di età 65-74 anni e con le altre fasce a valori bassissimi fino allo zero di quella dagli 1 ai 14 anni.
Le fasce di età più avanzate, infine, sono caratterizzate non solo dai ricoveri – sempre per acuti – propri, ma anche da quelli che non dovrebbero esserci e che dovrebbero trovare il loro luogo d’elezione sul territorio. L’esempio è sempre nelle Sdo con i ricoveri per influenza degli ultrasessantacinquenni sempre in crescita negli anni, ma anche con quelli per le fratture del femore, classiche negli anziani, che secondo le regole della buona organizzazione dovrebbero restare in ospedale al massimo un paio di giorni, ma che invece registrano con le Sdo una degenza media complessiva che supera gli undici.
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