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Mercoledì 26 MAGGIO 2010
80 per cento di tumori in meno con la vaccinazione Hpv

Uno studio presentato nel corso del Congresso Europeo di Ostetricia e Ginecologia conferma l’efficacia della vaccinazione anti-papillomavirus. Notizie positive anche sulla durata della protezione fornita dal vaccino.

Si tratta di una proiezione basata su modelli matematici. Ma se l’analisi venisse confermata nella realtà, potrebbe essere una svolta storica nella lotta al cancro della cervice uterina, il secondo tumore più diffuso nella popolazione femminile con un’incidenza media in Italia di circa 10 casi ogni 100 mila donne per anno.
Uno studio presentato nel corso del ventunesimo Congresso Europeo di Ostetricia e Ginecologia, tenutosi nei giorni scorsi ad Anversa, in Belgio, ha infatti evidenziato che la vaccinazione contro il Papillomavirus (effettuata con Cervarix, uno dei vaccini disponibili) potrebbe ridurre il numero dei casi di tumore della cervice uterina dall’81 al 92 per cento.
La ricerca è stata  condotta con modelli matematici che hanno preso in esame la frequenza del cancro della cervice uterina HPV-correlato in 12 Paesi europei. Le analisi hanno inoltre dimostrato come la protezione incrociata che si osserva dopo la vaccinazione mirata verso i ceppi 16 e 18, responsabili da soli di oltre il 70 per cento dei casi di tumore, possa contribuire a una ulteriore riduzione delle neoplasie variabile tra l’8 e il 22 per cento. Il modello è stato costruito considerando la vaccinazione nelle ragazze di 12 anni, cioè la coorte primariamente interessata dai programmi di prevenzione dei diversi stati, Italia compresa.
Ma non è questa l’unica buona notizia: nel corso del 28esimo Meeting della Società Europea per le Malattie Infettive Pediatriche (ESPID) tenutosi a Nizza sono stati presentati i risultati dello studio HPV-023, che dimostrano come lo stesso vaccino sia in grado di determinare un’efficacia elevata e sostenuta e l’immunogenicità per più di 8,4 anni dopo la prima vaccinazione in ragazze di età compresa tra i 15 e i 25 anni. “Si tratta del periodo di monitoraggio più lungo per i vaccini attualmente in commercio con questa indicazione”, ha commentato Paolo Castiglia dell’Istituto di Igiene e Medicina preventiva dell’Università di Sassari. “Il dato è di estrema importanza pratica in quanto, oltre a confermare una efficacia duratura, documenta una elevata e prolungata risposta anticorpale, che al momento si ritiene costituisca un fattore fondamentale per stimare la durata della protezione del vaccino anti HPV. Questo, infatti - ha concluso Castiglia- somministrato in età adolescenziale, dovrebbe garantire una protezione efficace per diversi decenni verso il tumore al collo dell’utero, caratteristico dell’età matura”. 

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