quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 22 MAGGIO 2017
Ossa meno robuste da grandi se si nasce “piccolini”

Gli individui che alla nascita presentano un basso peso avrebbero anche un minor picco di massa ossea da adulti e andrebbero incontro ad una maggiore incidenza di osteopenia/osteoporosi. A questa conclusione è giunto il lavoro di un team di ricercatori norvegesi, pubblicato dal Journal Clinical Endocrinology Metabolism.

(Reuters Health) – La letteratura è abbastanza univoca sul fatto che un basso peso alla nascita è associato ad un picco di massa ossea alterato da adulti e, dal momento che quasi l’80% del Calcio neonatale si accumula nella 36-38a settimana di gestazione, i neonati prematuri sono particolarmente vulnerabili a questo aspetto. Alcuni studi hanno dimostrato che gli adulti nati prima del termine e con peso corporeo molto basso (VLBW) hanno anche una minore densità minerale ossea (BMD).

Lo studio
Unni Syversen e colleghi, dell’Università norvegese della Scienza e della Tecnologia di Trondheim,  hanno valutato i dati di 186 individui di due coorti per valutare il picco di massa ossea e la microarchitettura ossea negli adulti nati pre-termine con basso peso corporeo  o nati a termine ma piccoli per l’età gestazionale. Questo campione è stato controllato con un gruppo di controlli nati a termine e con peso corporeo nella norma alla nascita. Gli individui con VLBW presentavano concentrazioni significativamente più basse di minerali ossei (BMC) e di densità ossea (BMD) nella maggior parte dei siti, dopo aggiustamento per l’assunzione di Calcio e attività fisica. Inoltre, il gruppo VLBW presentava un rischio significativamente maggiore di osteopenia/osteoporosi.

Le osservazioni
“Ottimizzare l’assistenza in epoca neonatale e infantile potrebbe contribuire al miglioramento della massa ossea – dice Syversen – Come indicano i nostri dati, l’aumento del peso durante i primi anni di vita sembra essere molto importante per il futuro della massa ossea. La carenza di vitamina D e Calcio sono frequenti a tutte le età e ovunque nel mondo, dunque è necessario introdurre supplementi di queste sostanze, così come dovrebbe essere ridotto il consumo di bevande gassate e di alimenti ad alto contenuto di grassi, di sale e si dovrebbero evitare i carboidrati a base di fruttosio, che sembra indurre perdita ossea”. L’attività fisica comporta evidenti benefici per le ossa e gli individui nati con basso peso corporeo andrebbero incoraggiati ad aderire a programmi di esercizio fisico sin da bambini, ma le stesse raccomandazioni valgono anche in età adulta e nella terza età se si vuole mantenere lo scheletro in buona salute.

Fonte:Journal Clinical Endocrinology Metabolism

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA