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Martedì 16 MAGGIO 2017
Emodinamica h24 a Vasto. Parte la petizione, già raccolte 14.700 firme

L’iniziativa partita da un paziente dell’Alto Vastese e raccolta dalla deputata abruzzese Maria Amato (Pd). “Prima che parlamentare sono primario radiologo nell’Ospedale di Vasto e non posso tacere di fronte ad evidenti ingiustizie rispetto al diritto alla salute”. Oggi per raggiungere la emodinamica più vicina ci vogliono 2 ore.

Sono 14700 le firme raccolte nel Vastese, territorio  sud della provincia di Chieti, per sottoscrivere una petizione alla Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, in cui si chiede di “sollecitare la Regione Abruzzo all’allocazione di una sezione di emodinamica h24 a vasto (ch) per la tutela del diritto alla salute senza distinzioni geografiche”. Un’iniziativa partita da un paziente e raccolta dalla deputata abruzzese Maria Amato (Pd).

“Ho più volte sollevato con la Regione Abruzzo il tema della rete cuore e ho presentato una interrogazione in merito in Commissione XII Affari Sociali e Sanità”, dichiara in una nota Amato. Che aggiunge: “Io prima di essere Parlamentare sono Primario radiologo nell'Ospedale di Vasto, l'ospedale più a sud dell'Abruzzo, su cui insiste un territorio di aree interne e terre alte particolarmente fragile per rete stradale. Il sistema di elisoccorso non consente, come accade nelle regioni alpine, l'utilizzo frequente di questo mezzo per il trasporto dei pazienti. Essere medico non mi consente di tacere di fronte ad evidenti ingiustizie rispetto al diritto alla salute”.

Nel Piano Sanitario Regionale 2007, spiega la parlamentare nella nota, nella pianificazione ospedaliera veniva prevista una sezione di emodinamica c/o Avezzano e Vasto. Attualmente resta solo Vasto senza Emodinamica e fuori dalla rete cuore. Dall'Alto Vastese, senza considerare neve e strade dissestate, per raggiungere la emodinamica di Pescara ci vogliono 2 ore, frequentemente i pazienti devono arrivare a Teramo.

Nella nota si racconta anche di Ugo Aloè, medico di Pronto Soccorso a Vasto (CH), che nel 2008, alla fine del suo turno, ha avuto un infarto immediatamente fuori dall'ospedale. “Nonostante l'impegno di tutti – si riferisce nella nota - ci vogliono le solite 3 ore ad arrivare alla procedura di rivascolarizzazione, con la ovvia conseguenza di un danno irreversibile della parete cardiaca e una severa insufficienza del cuore sinistro. Non è il solo, non sono pochi, qualcuno è morto nel tragitto”.

“Non un movimento di campanile per chiedere la luna – conclude la nota -, ma un appello per il diritto alla salute, una richiesta di equità in un territorio in cui la rete cuore non arriva, a fronte di una area Chieti-Pescara che in un tratto di 10 minuti di percorrenza ha tre sezioni di emodinamica, due in struttura pubblica una in struttura privata”.

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