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Venerdì 12 MAGGIO 2017
Invecchiamento attivo. Nelle Marche si parla di possibile legge

Se ne è parlato ieri a una conferenza organizzata dall’Inrca alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Fabrizio Volpini, presidente Commissione Sanità e servizi sociali del Consiglio regionale delle Marche, che ha evidenziato come l’ipotesi di legge sull’invecchiamento attivo “non potrà avere un approccio esclusivamente sanitario”.

Una legge sull’invecchiamento attivo. Un’ipotesi di cui si è parlato ieri ad Ancora, in occasione della conferenza organizzata dall’Inrca – Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani - in collaborazione con la Commissione europea e l’Unece (Commissione economica europea Nazioni Unite) alla presenza della direzione strategica dell’Inrca e dei rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali come Maria Luciani, direttore Ufficio Ricerca e innovazione in sanità del Ministero della Salute.

“Invecchiare attivamente e in salute – ha spiegato Fabrizia Lattanzio, Direttore scientifico dell’Inrca in apertura dei lavori - significa partecipare alla vita della collettività, sentirsi più realizzati nel lavoro e praticare attività fisica”. A più voci è stato ricordato dai presenti che l’Inrca, eccellenza per il territorio e unico Istituto in Italia dedicato alla ricerca sull’anziano, può fornire un grande supporto alla Regione Marche, nello studio di “un’ipotesi di legge sull’invecchiamento attivo”, che – ha ricordato Fabrizio Volpini, presidente Commissione Sanità e servizi sociali del Consiglio regionale delle Marche – “non potrà avere un approccio esclusivamente sanitario”.

“Le politiche infatti - ha aggiunto Emma Capogrossi, assessore ai servizi sociali del Comune di Ancona – devono interessarsi di dare risposte non solo ai bisogni legati alla non autosufficienza, ma anche ai diritti, per considerare gli anziani una risorsa, con progetti ad hoc. Ad Ancona, dove gli over 65 sono più del 25%, oltre a gruppi di cammino, ginnastica e yoga nei parchi, proprio grazie al supporto dell’Inrca è in fase di lancio un progetto di giardinaggio sostenibile, anche per misurare come aumenta il benessere degli anziani con le attività all’aperto”.

Luciana Quattrociocchi dell’Istat ha poi illustrato i dati sull’Indice di invecchiamento attivo nelle Marche, uno strumento sperimentale che misura l’invecchiamento attivo di un territorio combinando indicatori come tasso di occupazione, indipendenza economica e psicofisica, aspettativa di vita, istruzione, uso delle tecnologie e partecipazione alla vita sociale.

“La novità dell’indice di invecchiamento attivo – ha spiegato il Presidente di Italia Longeva Roberto Bernabei – è quella di fornire per la prima volta indicazioni sulle singole comunità locali, come Comuni, Asl e Regioni”.

Complessivamente le Marche tra il 2007 e il 2012 hanno guadagnato tre posizioni passando dal 12° al 9° posto tra le regioni e con indici sopra la media nazionale. Parlando degli over 55 occupati sul lavoro, le Marche sono seconde solo alla Provincia autonoma di Bolzano. In particolare nella fascia 65-69 anni il tasso di occupazione nel 2007 è di 10.2 punti percentuali (pt%), mentre sale a 14.6 nel 2012 (+4,4 pt%). In 5 anni nella fascia tra i 60-64 anni il tasso di occupazione passa da 19,4 pt% a 23,6, tendenza dovuta all’innalzamento del livello di istruzione e alla riforma delle pensioni. Aumenta anche l’indicatore relativo alla possibilità di invecchiare in modo attivo dovuta al contesto territoriale, grazie al miglioramento dell’accesso e all’uso delle nuove tecnologie (+8,6 pt%), alla probabilità di diventare ultracentenari (+0,8 pt%) e al raggiungimento dell’istruzione superiore (+8,3 pt%), nonostante diminuisca il livello di salute mentale (-2,1 pt%), a causa dell’aumento delle malattie neurodegenerative. Riguardo la possibilità di mantenere l’indipendenza in età anziana in termini di salute e sicurezza economica, le Marche si collocano sopra la media nazionale, ma perdono 3 posti.

In questo frangente un dato positivo è rappresentato dal livello di attività fisica praticata (+12 pt%) e dalla partecipazione ad attività di formazione continua (+2,4 pt%), ma aumenta la probabilità di impoverimento (+2,4 pt%). Riguardo la partecipazione alla vita sociale, calano di poco la propensione al volontariato (-0,4 pt%) e la partecipazione politica (-1,5 pt%), mentre aumenta il tempo dedicato ai nipoti (+7,2 pt%) e alla cura di parenti o coniugi anziani (+2,8 pt%). Una situazione che contrasta con le esigenze di svago e tempo libero espresse dagli anziani, ha ricordato Andrea Principi, ricercatore Inrca, sottolineando come in Italia solo Abruzzo, Friuli, Umbria e Liguria hanno una legge dedicata, mentre sono allo studio proposte in Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia. “In molte Regioni – ha detto - il tema è affrontato settorialmente, con singole normative riguardanti i servizi sociali, l’educazione e l’e-learning, la prevenzione e lo sport, ma senza una normativa d’insieme”.

Sono state poi illustrate alcune esperienze virtuose. L’Umbria, dal 2012, ha una legge per la promozione dell’invecchiamento attivo, ha spiegato Serenella Tasselli, Responsabile Inclusione sociale, Contrasto alla Povertà e Anziani della Regione, che include interventi per la formazione permanente, iniziative per la promozione della cultura del benessere e la valorizzazione del volontariato. Fino al potenziamento delle nuove tecnologie. “Oltre a programmi finanziari ed educativi di sostegno all’uso della rete informatica – ha detto - sono stati attivati protocolli con le scuole per tramandare alle giovani generazioni mestieri e competenze di una volta”. Nel quadriennio 2012-16 sono stati 650 mila euro i fondi stanziati per finanziare le attività previste dalla legge, di cui 435 mila destinati ad associazioni, università, centri diurni e cooperative. Ciò ha portato al finanziamento di 33 progetti, per un totale di 7 mila anziani raggiunti. Tra i progetti vincitori il ‘TG Anziani’, visibile su tutto il territorio regionale. 52 puntate per trattare i temi dell’invecchiamento, integrazione generazionale, valorizzazione della memoria storica, sessualità, prevenzione di truffe e l’educazione alimentare, oltre al portale web ‘ArgentoVivo’, un sito ad accesso facilitato per agevolare l’uso dei servizi digitali e favorire la partecipazione. L’età infatti è un fattore determinante per l’accesso al web. Tra gli over 65 si connette regolarmente ad internet solo il 21% (Censis).

L’anziano è al centro delle politiche del Friuli, ha ricordato Renata Bagatin, consigliere Fvg illustrando la normativa regionale che prevede un tavolo permanente composto da cinque assessorati (salute, mobilità e lavori pubblici, attività produttive, cultura e sport e lavoro e pari opportunità) per l’elaborazione di programma annuale e un piano triennale in materia. “La legge ha un approccio innovativo perché non prevede investimenti ad hoc ma la riconversione in azioni trasversali coerenti della spesa ordinaria” che però, oltre ad essere “ancora residuale rispetto alle politiche ordinarie, sconta la difficoltà dei soggetti coinvolti nelle politiche sociali a superare logiche settoriali e autoreferenziali e proporre così progetti innovativi”.

A fare il punto sullo stato dell’arte delle politiche per l’invecchiamento attivo in Europa è stato Pietro Checcucci dell’Inapp (Istituto Nazionale per la valutazione delle politiche pubbliche). L’Italia è al 15° posto come ambiente adatto all’invecchiamento attivo, mentre è al 17° per interventi legati all’autonomia, salute e sicurezza e al 19° per il lavoro, ma si colloca al 2° posto per la partecipazione degli anziani alla vita sociale, anche grazie alla diffusione del volontariato.

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