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Giovedì 11 MAGGIO 2017
Formazione in medicina generale. Abbinante (Fimmg): “Prova più difficile, borse di studio perse: ennesima beffa per giovani medici”
Per il quarto anno consecutivo, Fimmg Formazione Puglia ha analizzato i dati nazionali del concorso 2016. Il profilo del vincitore del concorso 2016 è donna, ha quasi 30 anni (29,99 anni), si è laureata da meno di 5 e ha totalizzato un punteggio di 69,35. Il punteggio medio si è ridotto drasticamente, passando dagli 80 punti del 2015 a 69.35 punti. Non si può correre il rischio di non assegnare,come avvenuto nel 2016, borse di studio messe a bando. L'ANALISI
Una prova anomala, caratterizzata da una difficoltà maggiore rispetto agli anni precedenti, ha impedito in alcune regioni l’assegnazione di tutte le borse, a causa del basso numero di candidati risultati idonei. La carenza di medici di famiglia, che interesserà a breve tutto il territorio nazionale, e l’insufficiente numero di borse che condanna i giovani medici ad un limbo di precarietà sono problemi strettamente legati, ma nei fatti ancora trascurati, dal Ministero della Salute.
Per il quarto anno consecutivo, Fimmg Formazione Puglia ha analizzato i dati nazionali del concorso 2016 per l’accesso al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (di seguito C.F.S.M.G.). La nostra attività si prefigge l’obiettivo di monitorare l’evoluzione del ricambio generazionale della medicina generale e di fornire ai giovani medici preziose informazioni in merito a punteggi, borse messe a bando da ogni Regione e profilo medio dei candidati.
Il profilo del vincitore del concorso 2016 è donna, ha quasi 30 anni (29,99 anni), si è laureata da meno di 5 e ha totalizzato un punteggio di 69,35.
I dati confermano la prevalenza delle donne nell’accesso al C.F.S.M.G. Come negli ultimi quattro concorsi analizzati, infatti, anche nel 2016 tra coloro risultati vincitori, sono più numerose le donne con una percentuale pari al 65.10% a fronte del 34.90% degli uomini.
Nel 2016, con un’età media di 29.99 anni, il vincitore è solo di poco più “anziano” del vincitore del 2015 (29,35). I vincitori con età maggiore si trovano in Abruzzo con un'età media di 31.95 anni. I vincitori più giovani, sia uomini (27) che donne (28), si trovano nelle Marche.
Per quanto riguarda l’età di laurea, i valori del 2016 si avvicinano a quelli riscontrati nel 2013. Nella fascia 24-29 anni in particolare, dopo l’eccezionalità del 2014 (92%), troviamo il 58,93% dei vincitori, con una differenza di circa 5 punti percentuali rispetto al 2015 (64%). Per la fascia 30-34 abbiamo il 30.72% dei vincitori (25.95% nel 2015), 8.15% per la fascia 35-39, 3.34% per gli over 40.
L’analisi dell'anzianità di laurea mostra una riduzione del numero di laureati a non oltre 5 anni dalla prova. In particolare, la percentuale dell’ 80.25% del 2016, pur non discostandosi molto dal 2013 (84.13%) e dal 2015 (81.90%), rappresenta il valore più basso degli ultimi quattro anni.
I dati sui punteggi sono quelli che, senza dubbio, meritano attenzione. Nel 2016, infatti, il punteggio medio si è ridotto drasticamente, passando dagli 80 punti del 2015 a 69.35 punti. Il dato del 2016 ha determinato una riduzione importante del punteggio barriera (ossia il punteggio necessario per vincere una borsa di studio) medio dei 4 anni analizzati (2013-2016): si passa infatti da 76,18 del triennio 2013-2014-2015 a 73,52 con l’aggiunta del 2016. Il Lazio si conferma la regione dove storicamente il punteggio barriera è il più alto in Italia; la Puglia la regione col punteggio più basso. In tutta Italia il 58% dei candidati idonei è stato escluso; il dato specifico del Lazio è del 72,44%. Un’ulteriore conferma della difficoltà della prova è data dalla cospicua percentuale di candidati (55.19%) che ha realizzato un punteggio inferiore all’idoneità (60 punti), rendendo difficile in alcune regioni, l’assegnazione di tutte le borse di studio a disposizione.
Della prova certamente più ostica del 2016 non hanno risentito i colleghi del Piemonte, dove si sono ottenuti tutti i primati relativi al punteggio: il più alto in assoluto (90), il punteggio medio più alto (79.75) e quello minimo più alto (75). In Basilicata, Campania e Puglia si sono osservati i punteggi minimi più bassi (rispettivamente 60, 61, 61 punti).
Considerando i partecipanti alla prova, per le 12 regioni per le quali il dato era disponibile, si evince come l’80,9% dei candidati non abbia vinto una borsa. I numeri del 2014, con 4776 partecipanti, non si sono ripetuti nel 2015 (3008) e nel 2016 (2884). Dal dato eccezionale di un vincitore su 9 partecipanti del 2014 si è passati a 1 vincitore ogni 5 nel 2015, proporzione confermata nel 2016. Nonostante il miglioramento, troppi colleghi sono ancora esclusi dalla formazione in Medicina Generale.
E’ indiscutibile il criterio di selezione meritocratica per l’accesso alla formazione, ma non si può correre il rischio di non assegnare,come avvenuto nel 2016, borse di studio messe a bando. In Puglia in particolare, sono state assegnate 78 borse su 80 disponibili, riteniamo sia inaccettabile, nel contesto nazionale odierno, lo spreco di anche due sole borse di studio. In questa ottica, partendo dal presupposto che l’idoneità debba restare una condizione fondamentale di accesso al corso, è probabilmente il caso che i quesiti formulati dalla commissione di esperti di cui all’art.3 comma 3 del DM 7 Marzo 2006 vengano ricalibrati, affinché per la prova concorsuale l’idoneità sia raggiunta dalla maggior parte dei partecipanti e tra questi, siano premiati i migliori.
I dati sull’alto numero di medici neolaureati che non riescono ad accedere ai corsi di formazione post laurea sono di dominio pubblico e stridono con le proiezioni dei pensionamenti nell’area medica per i prossimi anni. La formazione post laurea, oltre al necessario completamento sul campo del percorso formativo dei medici, è l’unica strada che garantisce un titolo idoneo a lavorare nel S.S.N.. Le associazioni, i sindacati e la Fnomceo stanno denunciando in questi giorni, il rischio di mancato ricambio generazionale per mancanza di medici. Sarebbe imperdonabile in termini di programmazione, un mancato ricambio dovuto a medici presenti, laureati, ma non formati per mancanza di investimenti sulla formazione post laurea.
Se per la formazione specialistica universitaria si pone il difficile problema di quantificare le necessità per singola branca, nel caso della Medicina Generale ogni forma di indugio è ormai ingiustificabile. Sono chiari e soggetti a scarso margine di errore, i numeri delle riserve regionali costituite dai medici in graduatoria, delle uscite e delle entrate nel sistema in termini di personale medico.
Occorre, quindi improrogabilmente incrementare il numero delle borse e fare in modo, con una serie di iniziative, che tutte quelle messe a bando formino realmente nuovi medici di medicina generale riducendo la quota di abbandoni del corso.
Bene dunque l’attuale calendario concorsuale che, dopo il D.Lgs. Lorenzin del 28 agosto 2014, ha migliorato il meccanismo dello scorrimento delle graduatorie, permettendo ai candidati che partecipano ad entrambi i concorsi di effettuare una scelta che non comporti perdita di borse. E’ fondamentale però, che le tempistiche previste per legge siano fedelmente rispettate ogni anno, con concorso di specializzazione entro il 30 luglio e chiusura delle relative assegnazioni entro il 30 ottobre, confermando quello di medicina generale a settembre. A tal proposito si può eventualmente pensare ad una anticipazione della data del concorso di accesso al C.F.S.M.G. alla prima decade di settembre con assegnazione e scorrimento delle graduatorie fino a sessanta giorni dall’inizio delle attività, al fine di snellire ulteriormente le procedure di scelta dei candidati dopo la partecipazione ad entrambi i concorsi e ridurre la perdita di borse assegnate.
Si registra invece, un sostanziale immobilismo delle istituzioni relativamente a temi fondamentali, quali l’importo esiguo della borsa di studio (il cui adeguamento Istat è tra l’altro fermo al 2007). Fimmg da anni propone, al fine di migliorare le condizioni economiche dei corsisti, una integrazione fra formazione e lavoro attraverso le attività professionalizzanti ed un piùfacile accesso a quelle attività orarie (vedi attuale Continuità Assistenziale) nelle quali sempre più’ si apriranno spazi lavorativi.
Sono tematiche certamente legate al rinnovo dell’accordo collettivo nazionale (atteso ormai da anni), ma sulle quali in passato Regioni e Ministero non hanno dato risposte chiaramente positive.
Non è invece strettamente necessario, attendere il contratto per agire nel campo della didattica. Il tema della didattica è per noi sempre stato di interesse primario. Intervenire sulla definizione di un core curriculum nazionale, pur rispettando le peculiarità territoriali, favorisce l’evoluzione del corso e l’aggiornamento della formazione alle nuove sfide assistenziali. Per farlo è necessario l’impegno del Ministero della Salute ed il confronto con i professionisti che da anni lavorano nel campo della medicina di famiglia. Non sono nei fatti necessarie entità terze, che poco hanno da dare in termini di contributo formativo e forse molto vogliono prendere dalla medicina del territorio.
È necessario pertanto, partire dall’esperienza acquisita fino ad oggi, valorizzando le competenze acquisite nel tempo dai medici di famiglia e dalle scuole regionali e ordinistiche.
Michele Abbinante
Coordinatore Regionale Fimmg Formazione Puglia
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