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Mercoledì 03 MAGGIO 2017
 Vaccini. Panti (Omceo Firenze): “Fnomceo si impegni per una legge che obblighi i sanitari a vaccinarsi”

I medici hanno l'obbligo di impegnarsi a convincere la popolazione delle buone ragioni della scienza, opera tanto più importante quando la crisi del concetto di esperto mina le basi della razionalità pubblica. E hanno l'obbligo di vaccinarsi loro stessi. Ritengo che l'impegno primario della Federazione debba volgersi a questi fini, compresa la proposta di una legge che obblighi il personale sanitario a vaccinarsi

Finalmente in questo strano paese si combatte una battaglia a favore delle ragioni della scienza, cioè della razionalità umana. Di fronte al calo delle vaccinazioni i mass media e alcuni, non tutti, politici hanno compreso l'importanza dell'allarme lanciato dalla Federazione degli Ordini mediante un documento sui vaccini e ne hanno ripreso i temi più rilevanti, mentre alcune amministrazioni pubbliche stanno prospettando provvedimenti per il rispetto del calendario vaccinale. Vorrei quindi, all'interno del quadro politico e sociale nel quale ci stiamo movendo, precisare le azioni che, a mio avviso, spettano ai medici.

Se si ricorda i dibattiti sul caso Di Bella o sul caso Stamina, i medici possono registrare con soddisfazione che i mass media in questo caso hanno per lo più mostrato un atteggiamento attento alle ragioni della tutela della salute secondo il buon senso e la scienza e non hanno assecondato pericolose ciarlatanerie. Questa volta anche i partiti politici (con qualche eccezione) hanno capito che non tutto si può mettere sullo stesso piano per creare false polemiche. Questa volta è in gioco la ricomparsa di gravissime malattie, spesso mortali o gravemente invalidanti, il che sarebbe espressione di grave e irresponsabile carenza culturale e sociale.

In questo quadro politico e mediatico il caso del medico radiato da un Ordine e la denuncia sporta dai suoi avvocati alla CCEPS contro tutti i Presidenti di Ordine italiani, rei di aver approvato il citato documento della Federazione, ha spostato l'attenzione generale verso un aspetto del problema, quello disciplinare nei confronti dei medici che facciano propaganda antivaccinica. Un problema interno alla categoria ma indubbiamente importante anche perché purtroppo esiste tuttora qualche magistrato affetto da pregiudizi antiscientifici pregalileiani. Tuttavia, a mio avviso, questo non è il problema più urgente, per cui non credo inutile una beve riflessione.

Dopo una discussione nella Commissione deontologica nazionale, la Federazione approvò nel luglio scorso il documento che abbiamo citato all'inizio; un testo politico a difesa della scienza e della salute pubblica attraverso lo strumento della vaccinazione, senz'altro una delle più grandi scoperte della medicina. Il documento conteneva affermazioni importanti, tra le quali la richiesta al Parlamento e alle Regioni di norme cogenti per il rispetto del calendario vaccinale.

Quasi in contemporanea il Ministero della Salute si è impegnato approvando il nuovo calendario, per la verità anche supportato sul piano finanziario, e pubblicando il Quaderno n.27, dedicato alle vaccinazioni, opera dei due maggiori istituti di consulenza scientifica dello Stato, l'ISS e il CSN, con la collaborazione delle maggiori Società Scientifiche di settore.

Ma, come sappiamo, il mondo degli antivaccinisti non è limitato a alcuni medici che spesso ammantano le loro affermazioni con qualche abilità retorica. Il web è pieno di siti contrari ai vaccini e esistono associazioni dedite alla propaganda contro i vaccini. Bufale, certamente, e "fake news", ma oggi, in epoca di post verità, più seguite dei siti ufficiali in cui si offrono dati matematicamente sicuri, validati dalla scienza, ma ora va di moda non "farsi fregare" da chi ne sa di più, e ciascuno diventa esperto di se stesso, compreso qualche magistrato. Il culto della natura quale sinonimo di salute, proprio di una sinistra ideologica, si fonde con quello della magia, tipico di una destra tradizionalista.

Gli avvocati che hanno predisposto il ricorso alla CCEPS avverso la Federazione degli Ordini sostengono molteplici affermazioni facilmente smontabili e riportano sentenze già contraddette a altri livelli di giudizio. Vi sono però due argomenti sui quali la Federazione dovrebbe rispondere prendendo posizione con un secondo documento politico: il conflitto di interesse e l'interpretazione della Costituzione.

Quando gi antivaccinisti invocano gli interessi delle aziende produttrici la risposta è facile ed è già stata data. La produzione di farmaci è opera di aziende private, le multinazionali, e i vaccini sono tra i medicamenti meno vantaggiosi per gli azionisti. Ma i medici, si osserva, sono pagati per vaccinare. E questo è vero ma è anche tautologico. I medici sono retribuiti per la loro opera e, purtroppo, le malattie non chiedono il permesso ai medici, non più di quanto i delinquenti lo chiedano agli avvocati. Il vero conflitto di interesse sussiste nei medici che sconsigliano la vaccinazione sostenendo la possibilità di fantasiose conseguenze, come il celebre autismo, che poi asseriscono di curare con terapie di loro invenzione.

Più delicato è il tema dell'interpretazione dell'articolo 32 della Costituzione. "La Repubblica tutela la salute come diritto dell'individuo e interesse della collettività". Tutti i sostenitori della libertà di non vaccinarsi si appoggiano alla lettera del testo, sostenendo che il diritto dell'individuo di rifiutare una cura è sempre prevalente e si richiamano al secondo comma dello stesso articolo in base al quale solo la legge può obbligare qualcuno a un trattamento sanitario. Ora le parole "diritto" e "interesse" come le parole "individuo" e "collettività" sono un unite dalla congiunzione "e" che in questo caso ha valore grammaticale di coordinazione e non di subordinazione. In buona sostanza, come in un'endiade, lo stesso concetto è espresso con due coordinate.
 
La medicina moderna (ma già Ippocrate aveva scritto il trattato delle acque e dei luoghi) rende inscindibile la cura della persona da quella della comunità in cui vive. Ciò vale per i rischi primari ambientali come per i vaccini. La tutela dell'individuo che si ottiene con la vaccinazione si completa con la cessazione della circolazione dei virus o dei batteri e quindi con la tutela della collettività. Potremmo dire che il diritto della collettività è l'interesse dell'individuo e viceversa. E ciò non solo per richiamare la medicina sociale ma per affermare una realtà ineludibile. Il diritto, affermato anche dal Codice Deontologico, all'autodeterminazione è stato riconosciuto di recente dallo stesso Parlamento con la legge sulle DAT, ma questo è un principio diverso dai limiti che qualsiasi libertà individuale trova nel possibile danno altrui.

I medici, in conclusione, hanno l'obbligo di impegnarsi a convincere la popolazione delle buone ragioni della scienza, opera tanto più importante quando la crisi del concetto di esperto mina le basi della razionalità pubblica. E hanno l'obbligo di vaccinarsi loro stessi. Ritengo che l'impegno primario della Federazione debba volgersi a questi fini, compresa la proposta di una legge che obblighi il personale sanitario a vaccinarsi. Sono del parere che qualche medico antivaccinista, sia pur presente sulla rete e prodigo di consigli sulla guarigione di svariate malattie, non abbia molto spazio se tutti i medici sapranno rispondere nello stesso modo alle legittime domande della gente e dedichino a questo il tempo necessario. Se i medici saranno veramente convinti dell'importanza sociale e umana del colloquio con i cittadini allora le ragioni della scienza prevarranno senza bisogno di altri messaggi o provvedimenti.

Infine lasciamo ad altri la penosa politicizzazione della questione, similmente a quanto abbiamo visto con la terapia Di Bella (di destra!) contro la chemioterapia (di sinistra!). Contrastare siffatte degenerazioni spetta in qualche modo anche ai medici che così difendono quel che resta della democrazia.
 
Antonio Panti  
Presidente Ordine dei Medici di Firenze

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