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Mercoledì 12 APRILE 2017
Palermo. Lo Smi denuncia: “L’Università vuole aumentare le tasse degli Specializzandi del 40% all’anno. Inaccettabile”

Dura protesta del settore giovanile del Sindacato dei Medici Italiani, che lancia un appello al Rettore affinché sia ritirata la proposta che, spiega il sindacato, “sembrerebbe legata al percepimento da parte dei giovani medici di una borsa di studi ministeriale, la quale non costituisce reddito, che a parere del C.d.A. giustificherebbe un aggravio tassativo così oneroso”.

Il settore giovanile del Sindacato dei Medici Italiani “Formazione e Prospettive”-Sicilia lancia l’allarme contro la proposta del C.d.A. dell’Università degli Studi di Palermo di aumentare di circa 570 euro la tassazione dei Medici in Formazione Specialistica, giungendo così ad un complessivo aumento annuo di circa il 40%.

“Una decisione - afferma Marco Scurti Responsabile per la Sicilia del settore Specializzandi di Formazione e Prospettive dello Smi - che sembrerebbe, legata al percepimento da parte dei giovani medici di una borsa di studi ministeriale, la quale non costituisce reddito, che a parere del C.d.A. giustificherebbe un aggravio tassativo così oneroso”.

“È bene sottolineare - aggiunge Scurti - che i medici in formazione specialistica reggono ogni giorno le sorti del Policlinico Universitario, grazie alla loro attività quotidiana, spesso e volentieri superando di gran lunga le ore di servizio previste dal contratto. A fronte di questo impegno, l'università dovrebbe garantire i servizi contemplati dal regolamento delle scuole di specializzazione, che puntualmente vengono disattesi, e non gravare ulteriormente su di una categoria produttiva che già allo stato attuale contribuisce alle casse dell'ateneo senza ricevere un corrispettivo in termini di benefici previsti”.

Il settore giovanile del Sindacato dei Medici Italiani “Formazione e Prospettive”-Sicilia lancia, quindi, un appello al Rettore Fabrizio Micari e al C.d.A. affinché “sia rivista tale posizione, a nostro parere inaccettabile, e di salvaguardare la categoria dei medici in formazione specialistica, che ogni giorno con la propria opera cercano costruire faticosamente la propria stabilità professionale, economica e familiare”.

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