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Mercoledì 27 LUGLIO 2011
Depressione: un male da ricchi?

I tassi di depressione sono più alti nei Paesi a economia avanzata dove 1 persona su 6 nel corso della sua vita ha sperimentato il disturbo. Nei Paesi a basso e medio reddito la percentuale scende al 10 per cento.

La depressione è più frequente nelle persone che vivono nei Paesi ad alto reddito rispetto a quelle che vivono nei Paesi più poveri. È quanto emerge da uno studio pubblicato su BMC Medicine che ha sottoposto a una dettagliata intervista 89 mila persone in 18 nazioni. Nel dettaglio, lo studio ha rilevato che il 15 per cento delle persone residenti nei Paesi ricchi ha sofferto di depressione almeno una volta nella vita (e il 5,5 per cento nell’ultimo anno), percentuale che scende all’11 per cento nei Paesi poveri.
Nei Paesi ad alto reddito inoltre sono più frequenti i casi di depressione maggiore (il 28% del totale a fronte del 20% nei Paesi a medio e basso reddito), con picchi che si registrano in Usa, Francia e Olanda dove si tocca il 30 per cento. È la Cina invece la nazione con i più bassi tassi di depressione maggiore (12%).
Diversa anche le età di insorgenza della patologia nelle diverse aree del pianeta: nelle nazioni a basso e medio reddito la depressione tende a insorgere con circa due anni di anticipo. A tutte le latitudini invece sono le donne a esserne più colpite (il doppio degli uomini) e la causa più frequente è la perdita del partner a causa di morte, divorzio o separazione.
“Abbiamo rilevato che la depressione è un problema di salute pubblica ovunque nel mondo ma che è connesso alle condizioni sociali”, ha commentato Evelyn Bromet, della State University of New York at Stony Brook e tra gli autori dello studio. “Comprendere i modelli e le cause della depressione può aiutare a rendere più efficaci le iniziative globali per ridurre l’impatto della depressione sui singoli individui e sulla società”, ha concluso.

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