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Venerdì 24 MARZO 2017
Eurostat: quasi il 7% di europei è depresso. Ma in Italia va meglio

Ultima statistica Eurostat: il 6,8% dei cittadini dell'Ue 28 denuncia sintomi derpessivi e di questi per il 2,9% si tratta di sintomi "gravi". Minore è il grado di istruzione, maggiore è la sintomatologia. Le donne sono più colpite degli uomini. Al top l'Ungheria (10,5%), meno diffusa nella Repubblica Ceca (3,2%). In Italia il 4,3% di depressi. 

Il 6,8% della popolazione adulta (18 anni e oltre) in Europa (Ue a 28) è depressa. E il 2,9% afferma di esserlo con una sintomatologia importante.
Il dato emerge dall’ultima analisi Eurostat diffusa oggi secondo la quale gli europei sarebbero sempre di più depressi. La depressione provoca tristezza persistente, perdita di interesse nelle attività che normalmente piacciono e l'incapacità di svolgere le attività quotidiane. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute, la depressione è la principale causa di disabilità nel mondo.
 
Lo Stato membro con la maggiore quota di popolazione che segnala sintomi depressivi è l'Ungheria (10,5%), seguita dal Portogallo (10,4%) e Svezia (9,0%). Questi sintomi sono meno comuni nella Repubblica Ceca (3,2%) e in Slovacchia (3,5%). In Italia Eurostat registra un tasso del 4,3 per cento.
 
Le donne sembrano essere più colpite rispetto agli uomini: 7,9% delle donne nel rapporto UE avverte i sintomi depressivi contro il 5,5% degli uomini.
Livelli più elevati di istruzione abbassano i tassi di depressione: le percentuali nella popolazione con istruzione primaria o secondaria inferiore sono elevate più del doppio di quelle della popolazione con istruzione terziaria.
 
C'è anche una certa correlazione tra reddito e sintomi depressivi: in tutti i paesi, le persone che fanno parte del più basso quintile di reddito riferiscono più spesso sintomi depressivi rispetto al quintile più alto. A livello UE, il tasso di sintomi depressivi nel più basso quintile di reddito è tre volte superiore a quella nel più alto.
 




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