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Mercoledì 15 MARZO 2017
Tracce di Pfos in pozzo veronese. Bottacin e Coletto: “Interventi attivati immediatamente”
E’ stata riscontrata “la presenza di solo pfos (acido perfluoottansulfonico) e ma non di altri elementi chimici della famiglia dei pfas (sostanze perfluoroalchiliche)”. Lo sforamento dei limiti, inoltre, “è di leggera entità”. A scopo cautelativo il pozzo di approvvigionamento idrico è stato comunque posto fuori servizio.
“E’ stata riscontrata la presenza di solo pfos (acido perfluoottansulfonico) - ma non di altri elementi chimici della famiglia dei pfas (sostanze perfluoroalchiliche) - in un pozzo superficiale gestito da Acque Veronesi”. A comunicarlo è la Regione Veneto.
Da parte sua, l'azienda Acque Veronesi chiarice in un'altra nota che “il 9 marzo 2017 a seguito dei campionamenti di routine, effettuati dalla ULSS di Verona, è emersa la presenza di una sostanza perfluoroalchilica (PFOS), presso la centrale di Porta Palio, in una concentrazione di poco superiore ai livelli indicati dal Ministero della Salute. Dall’analisi puntuale effettuata, è risultato infatti un superamento di 3 ng/litro (33 ng/litro rispetto i 30 ng/litro stabiliti dal Ministero della Salute). Si precisa che il superamento di una sola analisi ha di per sè scarso valore dal punto di vista della salubrità dell’acqua, tanto che la circolare emanata dall’Istituto Superiore della Sanità, organo competente in materia, e recepita dalla Regione Veneto, prevede di valutare il dato in maniera statistica (su più campioni e per un dato periodo)”.
L'azienda informa comunque che “a scopo puramente cautelativo tuttavia, in accordo con ULSS, il pozzo e tutta la centrale di distribuzione sono stati immediatamente posti fuori servizio e la fornitura d’acqua per la zona Stadio è stata garantita dalle altre centrali presenti in città”.
“E’ dal 2015 - prosegue la nota dell'azienda - che Acque Veronesi sta monitorando tutti gli impianti di captazione e distribuzione, per verificarne la conformità in relazione a queste sostanze e, dalle verifiche fin qui effettuate, tali parametri, in tutte le centrali gestite dall’azienda, rispettano i limiti previsti. Al fine di garantire la totale salubrità dell’acqua distribuita, tutte le altre centrali gestite sono state ulteriormente controllate, non rilevando presenze del composto perfluoroalchilico. Al fine di comprendere la provenienza delle sostanze e per mettere definitivamente in sicurezza l'impianto di captazione sono tutt’ora in corso verifiche da parte degli Enti preposti. Dai dati storici in possesso di Acque Veronesi, appare evidente che la falda che interessa l'approvvigionamento del sistema idrico di Verona non risulta essere compromessa.
Dalla Regione l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin fa sapere che l’Arpav è stata “immediatamente allertata e si è subito attivata”. “Dai primi elementi raccolti – spiega – l’Arpav esclude che possa esserci qualche collegamento con l’inquinamento da pfas nell’area di Trissino, nel vicentino. Lo sforamento dei limiti riscontrato nel pozzo veronese è di leggera entità ma, in ogni caso, l’attenzione resta massima. Anche il rilevamento di questo episodio conferma che l’attività di monitoraggio e controllo è continua e riguarda tutto il territorio regionale”
L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto evidenzia che “anche in questo caso stiamo lavorando in totale collaborazione tra ambiente e sanità. Purtroppo abbiamo sviluppato una certa esperienza su questo fronte. Tutte le iniziative che risultassero necessarie per salvaguardare la salute pubblica saranno adottate con la massima celerità”.
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