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Giovedì 09 MARZO 2017
Farmaci innovativi. Il Comitato nazionale per la bioetica: “Ridurre i prezzi per garantire l’accesso a tutti. A partire dall’epatite C e dal cancro”

Lo prevede una mozione approvata dal Cnb che esprime forte preoccupazione “per le condizioni di salute di centinaia di migliaia di pazienti in Italia affetti da gravi patologie, come l'epatite C e alcune malattie oncologiche, nonostante siano oggi a disposizione nuovi farmaci in grado di curarle o di modificarne la storia naturale in modo efficace”. LA MOZIONE.

“Il Comitato Nazionale per la Bioetica esprime forte preoccupazione per le condizioni di salute di centinaia di migliaia di pazienti in Italia affetti da gravi patologie, come l'epatite C e alcune malattie oncologiche, nonostante siano oggi a disposizione nuovi farmaci in grado di curarle o di modificarne la storia naturale in modo efficace. Molti pazienti non hanno accesso gratuito a questi farmaci perché il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non è in grado di erogarli in ragione del loro alto prezzo”.
 
Inizia così la mozione approvata il 23 febbraio scorso dal Comitato nazionale di bioetica pubblicata in questi giorni sul sito web del Cnb.
 
Una presa di posizione molto forte “per una politica di accesso equo a farmaci innovativi ad alta efficacia per le patologie gravi”, per i quali il Cnb auspica una “riduzione dei prezzi” e il contestuale “contenimento dei costi a carico del Ssn e dei cittadini”.
 
Il quadro attuale, secondo il Cnb, comporta infatti “che nel caso di farmaci per la terapia dell’epatite C sono trattati solo i pazienti più gravi, mentre coloro che si trovano in fase iniziale devono, per poter ricevere la terapia, attendere un peggioramento delle proprie condizioni”.
 
“Si tratta di una contraddizione rispetto sia ai principi etici della medicina – scrive il Cnb nella sua mozione - che dovrebbe essere sempre orientata alla prevenzione e alla cura di tutti i malati, sia allo stesso obiettivo di contenimento dei costi del SSN, poiché rinviare le cure alle fasi avanzate della patologia conduce a esiti di cronicizzazione e a prevedibili costi aggiuntivi per il SSN a lungo termine”.
 
La discriminazione fra pazienti, più e meno gravi, risulta quindi inaccettabile – sottolinea ancora il Cnb - tanto più che la sproporzione del prezzo del farmaco in molti casi non deriva dai costi di ricerca e sviluppo dello stesso”.
 
“La difficile accessibilità ai farmaci essenziali e innovativi, dovuta al loro altissimo prezzo – spiega la mozione - deriva da esigenze diverse e contrastanti: essa è il risultato della necessità di promuovere innovazione e ricerca, anche se itempi previsti dall'attuale disciplina per la protezione della proprietàintellettuale sono obiettivamente troppo lunghi. Inoltre, tale difficile accessibilità confligge con il diritto universale alla salute, gli aspetti di sanità pubblica e la sostenibilità del sistema sanitario pubblico”.
 
“Il Comitato – si legge ancora nella mozione - è pienamente consapevole dell’importanza che l’Italia eviti un isolamento dal contesto internazionale, e che la politica italiana debba coordinarsi con EMA, OMS, MPP (Medicines Patent Pool), OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Tuttavia, “pur comprendendo che occorre evitare di porre un freno agli incentivi per l’innovazione farmaceutica”, il Cnb “richiama l’esigenza di limitare gli eccessi di una ricerca esagerata del profitto in un settore, quello della salute, che dovrebbe essere governato dal sistema pubblico in modo molto più incisivo, trasparente ed equo”.
 
Per il Cnb, “è allora indispensabile individuare un prezzo adeguato dei farmaci rispetto ai costi sostenuti per la ricerca (tra l’altro spesso finanziata con denaro pubblico o acquisita da piccole industrie biotecnologiche) e per la commercializzazione”.
 
Il Comitato, dunque, “ritiene che il principio etico dell’accesso equo e universale alle cure debba prevalere sui profitti, talvolta sproporzionati, delle singole case farmaceutiche”.
 
“Il riconoscimento di tale principio etico, che tra l’altro valorizza l’azienda farmaceutica anche come produttore di un “bene sociale”, deve far valere il diritto dei pazienti ad avere accesso gratuito ai farmaci necessari, secondo le indicazioni cliniche internazionali che ne definiscono l’appropriatezza d’impiego. Il SSN italiano – si legge ancora nella mozione - esempio di sistema universalistico, non è in grado di sostenere a lungo il conflitto tra il principio dell’accesso gratuito ai farmaci essenziali e innovativi, e le logiche di un mercato farmaceutico in crescita esponenziale”.
 
“Perciò la tutela dell’iniziativa economica privata e quindi della proprietà industriale (brevetti ecc.) dovrà essere bilanciata con il diritto alla salute delle persone. Non si tratta semplicemente di regolare il mercato come istituzione di utilità sociale – sottolinea il Cnb - ma quando è in gioco un valore fondamentale come la salute, occorre fare in modo che la logica del profitto non escluda le categorie più marginalizzate da cure efficaci”.
 
Da qui l’invito alle Istituzioni competenti del nostro Paese a “elaborare ragionevoli scelte di politica sanitaria dirette ad una equa allocazione delle risorse e rendere disponibili, il prima possibile, i farmaci innovativi di provata efficacia per i pazienti affetti da patologie gravi, nel rispetto dei criteri clinici”.
 
E per il futuro, secondo il Cnb, sarà essenziale disegnare “modelli innovativi, anche di partnership pubblico-privata, in grado di garantire equità e sostenibilità, pur rispettando i diritti collegati ai progressi dell’innovazione farmaceutica”.
 
Anche considerando quanto recentemente asserito dalla Lancet’s Commission on Essential Medicines Policies, il Cnb ritiene che “i Governi devono indirizzare i processi decisionali verso un quadro di politiche di ricerca e di sviluppo globali, nonché verso accordi che includano nuovi meccanismi di finanziamento della ricerca, per assicurare che i farmaci essenziali siano sviluppati e disponibili a prezzi accessibili”.
 
Il Cnb raccomanda infine ai responsabili delle Istituzioni competenti “che l’accesso ai farmaci non sia settoriale e che il suo orizzonte sia ampio, così da includere i nuovi farmaci ad alta efficacia via via prodotti e coniugare innovazione ed uguaglianza distributiva nel fornire cure adeguate ai cittadini”.

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