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Mercoledì 15 FEBBRAIO 2017
Malato di Sla sedato fino alla morte. I Medici cattolici: “Non è una pratica eutanasica. Vicenda merita rispetto e solidarietà”
Per i medici cattolici nella vicenda Bettamin dove ci sono malattia, sofferenza e morte bisogna entrare in punta di piedi perché merita rispetto, solidarietà e silenzio e non certo artificiose speculazioni ideologiche. I medici cattolici spiegano che la sedazione palliattiva profonda è una pratica assai diversa dall'eutanasia e che ci vogliono rispetto e solidarietà
"Nella vicenda Bettamin dove ci sono malattia, sofferenza e morte bisogna entrare in punta di piedi perché merita rispetto, solidarietà e silenzio e non certo artificiose speculazioni ideologiche". Lo ha detto oggi Giuseppe Battimelli, vicepresidente nazionale dell’Associazione medici cattolici e della Societa’ italiana per la bioetica e i comitati etici, autore anche di un articolo sulla sedazione palliativa profonda, pubblicato recentemente su Medicina e Morale, intervistato a Skytg24 da Paola Saluzzi.
"La sedazione palliattiva profonda - ha aggiunto Battimelli - continua nell’imminenza della morte, se praticata con metodi rigorosi, e dalle notizie che si hanno, così come attuata nel caso del paziente di Montebelluna, è deontologicamente, legalmente (vedi la legge 38 del 2010) e moralmente lecita perche’ rientra tra i trattamenti medici e non è una pratica eutanasica".
"In casi come questi - prosegue il vicepresidente dei medici cattolici - non è stata richiesta nessuna procedura eutanasica ma la sedazione profonda che ha la finalita’ di combattere nell’imminenza della morte un sintomo refrattario e incoercibile non altrimenti risolvibile cosicchè la malattia ha fatto il suo corso. La sospensione di alimentazione e idratazione, avvicinandosi la morte, è lecita quando queste ultime diventano non piu’ utili per lo scopo per le quali erano state attivate".
Sul biotestamento, il cui testo è in discussione alla Camera, Battimelli ha sollevato "notevoli perplessità e critiche al ddl per i tempi ristretti assegnati, a fronte di problematiche cosi’ delicate e divisive. Mi auguro che in aula il 20 febbraio si possa svolgere un dibattito piu’ ampio e articolato sulle molte criticità presenti nel testo".
Lorenzo Proia
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