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Giovedì 07 LUGLIO 2011
Dal Besta un nuovo farmaco per riaccendere i mitocondri
Il prodotto, sperimentato finora soltanto su modelli animali, offre nuove prospettive nel trattamento di un’ampia gamma di patologie che vedono implicate le centrali energetiche delle cellule, compresi il diabete e il Parkinson.
È stato pubblicato ieri su Cell Metabolism uno studio, condotto da ricercatori del Centro per lo Studio delle Malattie Mitocondriali Pediatriche “Pierfranco e Luisa Mariani” della Fondazione Istituto Neurologico "C. Besta", che potrebbe avere importanti conseguenze sul trattamento delle patologie che vedono implicati i mitocondri.
La ricerca, infatti, condotta su modelli animali di miopatie mitocondriali, dimostra l’efficacia di un farmaco sperimentale (AICAR) nella riattivazione dei mitocondri.
“La ricerca - ha spiegato il primo firmatario dello studio Carlo Viscomi- ha dimostrato che è possibile ridurre il deficit energetico dovuto ad alterazioni genetiche dei mitocondri attraverso l’utilizzo di un farmaco in grado di attivare la proliferazione dei mitocondri stessi e di migliorarne la funzionalità, compensando in questo modo il ridotto funzionamento dei singoli organelli. Il ruolo dei mitocondri è essenziale: sono, infatti, le centrali energetiche delle cellule, e ne sostengono tutti i processi vitali”.
Nel dettaglio, il gruppo di ricercatori coordinati da Massimo Zeviani ha dimostrato l'efficacia dell'attivazione della biogenesi mitocondriale per la correzione biochimica e clinica di deficit della citocromo-C-ossidasi.
A breve è previsto l’avvio della sperimentazione sull’uomo, in cui il composto potrebbe rivelarsi utile per il trattamento di un’ampia gamma di malattie, comprese alcune molto comuni come il diabete e il Parkinson.
“Siamo molto orgogliosi dei notevoli risultati conseguiti dal Centro da noi fortemente sostenuto, che rappresentano una conferma dell’eccellente lavoro svolto in questi anni dal team del dottor Zeviani”, ha commentato Paolo Lazzati, presidente della Fondazione Mariani. “Risultati che ci portano a proseguire con determinazione la nostra missione di sostegno alla ricerca scientifica, anche in questo momento di difficile congiuntura economica”.
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