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Mercoledì 06 LUGLIO 2011
Il “decalogo” degli spreconi. Tutti gli sprechi della pubblica amministrazione
Due impiegati per fare il lavoro di uno, beni acquistati a prezzi fuori mercato, opere incomplete, tecniche di produzione sbagliate… Questa inedita lista si deve a Piero Giarda e si può leggere nel rapporto finale del gruppo di lavoro sulla spesa pubblica istituito presso il ministero dell’Economia.
E’ una vera e propria lista di cattive prassi e abitudini quella che conclude il rapporto sulla spesa pubblica stilato dal gruppo di lavoro istituito dal ministero dell’Economia e presieduto dal professor Piero Giarda dell'Università Cattolica di Milano. Un vero e proprio decalogo degli sprechi. Eccolo:
Sprechi di Tipo 1. Utilizzo di fattori produttivi in misura eccedente la quantità necessaria. E’ questo il caso quando due impiegati vengono utilizzati per fare un lavoro per il quale uno sarebbe sufficiente oppure quando una macchina costosa e ad alto potenziale viene sistematicamente sotto-utilizzata.
Sprechi di Tipo 2. Acquisti realizzati pagando prezzi superiori al mercato o all'effettivo valore. E’ il caso, per esempio, dei farmaci. Diverse aziende sanitarie pagano prezzi diversi per lo stesso prodotto.
Sprechi di Tipo 3. Adozione di tecniche di produzione sbagliate. Nella produzione pubblica ''c'è una tendenza inarrestabile - evidenzia il Rapporto - ad utilizzare, tra le diverse tecniche di produzione disponibili, quelle che si caratterizzano per la più alta intensità di lavoro''.
Sprechi di Tipo 4. Utilizzo di modi di produzione ''antichi, chiaramente più inefficienti e quindi piu' costosi''.
Sprechi di Tipo 5. Utilizzo di modi di produzione che impiegano fattori di produzione incompatibili tra di loro, ''ad esempio lavoro non specializzato applicato al funzionamento di macchine innovative ed evolute''.
Sprechi di Tipo 6. ''Errata identificazione dei soggetti meritevoli di essere sostenuti nei programmi di sostegno del reddito disponibile''.
Sprechi di Tipo 7. La progettazione di opere incomplete, il mancato completamento di opere iniziate, i tempi di esecuzione molto superiori ai tempi programmati. A queste tipologie si possono aggiungere la progettazione di opere di dimensione eccessiva rispetto alla capacità realisticamente sfruttabile, a volte eseguite con materiali troppo pregiati.
Sprechi di Tipo 8. Avvio di nuovi programmi di spesa ''non preceduti o che non passano il test di benefici superiori ai costi''. Il riferimento e' per alcune opere pubbliche ma anche interventi nella sanità.
Sprechi di Tipo 9. Il mix dei programmi di spesa pubblica non si adegua (o si adegua con ritardo) ai mutamenti della domanda e dei bisogni della collettività. Per esempio vengono mantenuti in vita di programmi, attività, strutture organizzative o enti per i quali non sussistono più, se mai erano esistite, le ragioni che avevano portato al loro avvio.
Sprechi di Tipo 10. Le iniziative di spesa avviate in funzione anti-ciclica e realizzate con spese di durata permanente anziché con programmi di spesa a termine.
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