quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 28 DICEMBRE 2016
Pronto soccorso romani: 24 ore di blackout per l'influenza. Oggi la situazione torna sotto controllo
Un giorno e una notte di duro lavoro per medici e infermieri che, ieri, erano di turno ai pronto soccorso romani. Oltre 100 i pazienti in attesa nei principali ospedali della Capitale. Questa mattina la situazione, monitorata minuto per minuto dal sito della Regione Lazio, è tornata piuttosto stabile. Ma anche in condizioni di normalità, denuncia il sindacato degli infermieri, i reparti di emergenza sono troppo affollati. Si chiede l’intervento della politica.
Negli ospedali romani è arrivata la quiete dopo la tempesta. Per medici e infermieri dei pronto soccorso della Capitale, quelle di ieri, sono state 24 ore di passione. Sui tabelloni dei pazienti in attesa comparivano numeri a tre cifre: in quasi tutti i reparti di emergenza le persone in fila erano più di 100. Questa mattina, alle 11.48, il numero massimo si conta al Policlinico Umberto I: 35 i pazienti in attesa, una cifra tre volte inferiore se paragonata a quella registrata ieri, alla stessa ora.
Sarebbe stata l’influenza la principale responsabile del collasso dei pronto soccorso. Ma non si tratta di sintomi lievi: la stanza del codice rosso del San Camillo (dove vengono portati i pazienti da trattare con la massima priorità ndr) ha dovuto ospitare il triplo delle persone che normalmente possono essere accolte. In altre parole, un ambiente concepito per 9 pazienti ne ha dovuti contenere 26 tutti insieme. La paralisi del reparto di primo soccorso si è estesa inevitabilmente anche alle ambulanze del 118: se in ospedale mancavano i posti letto, i pazienti trasportati dai mezzi di emergenza hanno dovuto attendere il loro turno sulle barelle. “Ne abbiamo contate ben 6 ferme al pronto soccorso del San Camillo”, ha denunciato il sindacato degli infermieri, Nursind.
Una situazione drammatica monitorata minuto per minuto dalla Regione Lazio e resa pubblica attraverso il suo sito ufficiale. Ieri, i numeri sono peggiorati di ora in ora. Verso mezzogiorno, nei principali ospedali della Capitale, le attese avevano già superato le 90 persone. Qualche ora più tardi, poco dopo le 17, i pazienti sono diventati oltre 100. In testa il policlinico Umberto I con una fila di 124 pazienti, seguito dai 114 del Sant’Andrea, 111 al Policlinico Casilino, 109 al Policlinico Gemelli, 108 al Sandro Pertini e 102 al San Camillo-Forlanini. Una decina di persone in meno, alla stessa ora, al Policlinico Tor vergata, al Sant’Eugenio e al Grassi di Ostia. Numeri da capo giro che tradotti in una media delle 24 ore portano ad una cifra pari a 130 pazienti per pronto soccorso.
“Sono numeri più vicini a quelli di una città in guerra, che a una capitale occidentale – ha commentato Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia - Cifre indegne di una sanità che possa definirsi civile e vicina al cittadino. Questa situazione comporta un alto tasso di promiscuità, senza distinzione di genere, violazione o assenza della giusta privacy medica per i pazienti e gravi difficoltà per il personale sanitario”.
Per il sindacato degli infermieri questa situazione non è un’eccezione, piuttosto la regola: “assistiamo oggigiorno a protocolli per sovraffollamento nei Pronto Soccorso mai utilizzati – hanno spiegato, in una nota- Case della Salute che non compiono il servizio che la cittadinanza si aspetta per un miglioramento operativo dei Pronto Soccorso e, non ultimo, il ricovero come soluzione per bypassare gli esami diagnostici prenotabili in tempi brevi solamente in intramoenia. Questo è la realtà oggettiva della Sanità Laziale”.
“Nonostante le continue e assurde rassicurazioni del presidente Zingaretti – ha continuato il consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia- siamo di fronte al fallimento delle politiche sanitarie regionali, e al disastro delle Case della Salute e della medicina del territorio che avrebbe dovuto assorbire questa emergenza. Il taglio dei posti letto e l’assenza di una programmazione efficace hanno dato questo risultato allarmante. Chiediamo al Prefetto di Roma di intervenire urgentemente con la convocazione di un tavolo sulla sanità per scongiurare danni irreparabili all’intero sistema e ai cittadini, le cui cure e salute sono messe a serio rischio soprattutto durante le festività”.
Il sindacato degli infermieri non si arrende: hanno fatto sapere che continueranno a vigilare su tutte le situazioni “off limits” legate a problematiche sia logistiche sia organizzative, denunciando tutte le condizioni che minano la dignità dei lavoratori e di conseguenza quella dei pazienti ricoverati. “Quello che noi tutti dobbiamo fare – ha concluso il Sindacato degli infermieri, Nursind - è abbandonare questa sorta di realtà virtuale, fatta di comunicati stampa, cara a questa Giunta Regionale e calarci invece nella realtà quotidiana fatta di situazioni al limite della civiltà cercando di pungolare Regione e Aziende Ospedaliere nel fargli capire che i numeri sono persone e non puntini sulle facce di un dado”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA