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Mercoledì 29 GIUGNO 2011
Piercing. Pediatri: “Poco igiene, complicanze per un ragazzo su 3”

Si rivolgono a personale non qualificato, addirittura se lo fanno da soli, anche a scuola, con aghi sterilizzati male o con graffette. A lanciare l’allarme sui rischi di infezioni legati ai piercing e sul modo in cui i giovani li sottovalutano è la Società italiana di Pediatria (Sip). Tra le consulenze di un piercing mal fatto o mal curato, sanguinamenti, infezioni, cheloidi e nei casi più gravi persino endocardite.

Lingua, bocca, naso, fino al famigerato ombelico: il piercing è sempre più di moda tra giovani e giovanissimi, che spesso si rivolgono a persone non qualificate ed autorizzate non calcolandone le conseguenze. A denunciarlo è Mauro Paradisi, specialista in dermatologia della Società italiana di pediatria (Sip). “Circa 1 su 3 va incontro a complicanze mentre a 1 su 100 capita addirittura di doversi rivolgere alle cure del pronto soccorso”, spiega. Si rischiano sanguinamenti, infezioni, cheloidi (soprattutto sulla  lingua, sulla zona attorno agli occhi e sui genitali) e nei casi più gravi persino endocardite.
Un fenomeno che preoccupa i medici è anche la moda del piercing “fai da te”. “Questo perché lo vogliono anche i giovanissimi, ma siccome per rivolgersi ai negozi  autorizzati ci vogliono almeno 14 anni, o il nullaosta dei genitori tra i 14 ed 1 16 anni, i ragazzi se lo fanno da soli, anche a scuola, con aghi sterilizzati male o con graffette. Ovviamente con conseguenze ancora più preoccupanti”. Alcuni, per tenerlo nascosto ai genitori, continuano a metterlo e toglierlo, “esponendosi addirittura ai rischi di gravi infezioni da staffilococco aureo, fino alla endocardite batterica”, spiega Paradisi.
I più esposti ai rischi sono soprattutto i maschi, perché "proprio in loro la percezione dei pericoli é più bassa".
 

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