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Lunedì 21 NOVEMBRE 2016
Ansia. Per ridurla meglio una camminata che un vigoroso esercizio atletico
”Camminare, effettuare un interval training ad alta intensità e fare un continuo esercizio aerobico, producono effetti positivi su molti fattori che regolano l’umore”, ha affermato la Dott.ssa Wendy Suzuki della New York University. I risultati sono stati presentati lo scorso 16 novembre durante il meeting annuale della Society for Neuroscience di San Diego, California.
(Reuters Health) – Secondo un piccolo studio randomizzato, per placare l’ansia è meglio camminare che svolgere vigorosi esercizi atletici.”Camminare, effettuare un interval training ad alta intensità e fare un continuo esercizio aerobico, producono effetti positivi su molti fattori che regolano l’umore”, ha affermato la Dott.ssa Wendy Suzuki della New York University. I risultati sono stati presentati lo scorso 16 novembre durante il meeting annuale della Society for Neuroscience di San Diego, California.
Suzuki e colleghi hanno assegnato 41 soggetti sani – di età compresa tra i 18 e i 26 anni – a un tipo di esercizio: una sessione da 44 minuti di interval training ad alta intensità, un esercizio aerobico continuo su un tapis roulant o una camminata, attività effettuata anche dal gruppo di controllo .Le valutazioni prima e dopo la sessione hanno riscontrato che tutti e tre i tipi di esercizio erano legati a notevoli riduzioni in disturbi dell’umore, sentimenti negativi in generale e ansia. Inoltre risultavano associati a una maggior felicità ed empatia.In tutti e tre i gruppi, i cambiamenti nell’ansia si sono correlati positivamente all’intensità dell’esercizio, misurata tramite la percentuale di consumo massimo di ossigeno.
I ricercatori, tuttavia, ipotizzano che gli allenamenti più intensi abbiano causato stanchezza nei soggetti dello studio, con riduzione dell’effetto positivo sull’ansia. “Si tratta di risultati preliminari, ma che affrontano una questione chiave su come diverse forme di esercizio influenzino la funzione cerebrale. Future ricerche ci permetteranno di ottenere informazioni sempre più specifiche su quale tipo e durata di esercizio possa avere il massimo effetto sull’umore e i livelli di stress e sia in grado di migliorare anche altri aspetti della funzione cerebrale”, ha concluso Suzuki.
Fonte: Society for Neuroscience Annual Meeting 2016
Rob Goodier
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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