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Martedì 15 NOVEMBRE 2016
Depressione. Un adolescente su 11 sperimenta almeno una crisi all’anno
Cresce il numero degli adolescenti e dei giovani adulti affetti da depressione non curata. È quanto emerge da uno studio statunitense recentemente pubblicato da Pediatrics. Nei giovani di età compresa tra i 12 e i 17 anni la prevalenza di depressione è passata dall’8,7% del 2005 all’11,3% del 2014, mentre nei giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, la prevalenza è salita dall’8,8% al 9,6% durante il periodo di studio.
(Reuters Health) - Cresce il numero degli adolescenti e dei giovani adulti affetti da depressione non curata. È quanto emerge da uno studio statunitense recentemente pubblicato da Pediatrics. Nei giovani di età compresa tra i 12 e i 17 anni la prevalenza di depressione è passata dall’8,7% del 2005 all’11,3% del 2014, mentre nei giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, la prevalenza è salita dall’8,8% al 9,6% durante il periodo di studio.
Tuttavia dallo studio si evince anche che non c’è stato un significativo cambiamento nella proporzione di adolescenti e giovani che chiedono trattamenti per la salute mentale. “Sappiamo che i ragazzi che soffrono di depressione sono molto più numerosi rispetto a quelli realmente diagnosticati o trattati – afferma Anne Glowinski, ricercatrice di psichiatria infantile presso la Washington University di St. Louis – ciò che questa ricerca aggiunge alla conoscenza che abbiamo è che i tassi di depressione giovanile sono aumentati significativamente negli ultimi 10 anni e che la percentuale dei ragazzi in cura è rimasta invariata, nonostante gli sforzi per incoraggiare i pediatri a rivolgere più attenzione alla prevenzione del suicidio, che include il riconoscimento e il trattamento della depressione giovanile”.
Lo studio
“Ogni anno circa un adolescente/giovane adulto su 11 soffre almeno di un episodio depressivo maggiore”, scrivono i ricercatori su Pediatrics. Gli studiosi hanno esaminato i dati rappresentativi della situazione nazionale attraverso un sondaggio su 172.000 adolescenti e 179.000 giovani adulti. I ricercatori, tra le altre cose, hanno chiesto ai partecipanti se avessero sperimentato una serie di sintomi indicativi della malattia depressiva, se avessero sperimentato un episodio di depressione maggiore nel corso dell’anno precedente e se avessero consultato un medico o un altro operatore sanitario riguardo ai sintomi avvertiti. Sono stati valutati anche eventuali trattamenti o prescrizioni di farmaci.
I risultati
È emerso che sono proprio i ragazzi con disagio sociale (ragazzi grandi, che non frequentano la scuola, con genitori single o senza genitori e con problemi di abuso di sostanze) ad avere maggiori probabilità di soffrire di un disturbo depressivo maggiore. Tra i giovani adulti quelli che soffrivano maggiormente di depressione erano di sesso femminile, di colore e con problema di abuso di sostanze. Un limite dello studio è che i ricercatori non hanno preso in esame le eventuali cartelle cliniche dei giovani con sintomi depressivi e non hanno potuto verificare eventuali trattamenti. Eppure, malgrado questo, i risultati sembrano dimostrare che la depressione è in forte crescita tra adolescenti e giovani adulti e che questi non ricevono trattamenti. Questo suggerisce la necessità di maggiori sforzi tra genitori, pediatri e servizi scolastici anche all’interno dei college per identificare e aiutare chi ha problemi di salute mentale.
“Molti bambini non riferiscono ai genitori i loro sintomi depressivi anche perché non li riconoscono come tali – ha detto Ramin Mojtabai, primo autore dello studio e ricercatore presso la Johns Hopkins University di Baltimora – i genitori dovrebbero essere attenti ai cambiamenti dell’andamento scolastico e sociale dei loro figli e tener d’occhio altre manifestazioni tipiche della depressione, come i lunghi periodi di tristezza, le frequenti crisi di pianto, le esplosioni di rabbia e l’irritabilità, le idee o i gesti suicide, i mutamenti dell’appetito e del peso così come le alterazioni di energia dei ragazzi”.
Fonte: Pediatrics 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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