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Lunedì 14 NOVEMBRE 2016
Rbm Assicurazione salute lancia il manifesto per un secondo pilastro sanitario del Veneto per garantire la sostenibilità e la qualità delle cure del sistema sanitario 

Una road map strategica in 7 punti per garantire al Servizio Sanitario Nazionale un recupero in termini di sostenibilità ed efficienza. Il Secondo Pilastro Sanitario, secondo il consigliere delegato Marco Vecchietti, dovrà coprire l’intero campo della spesa sanitaria privata pagata direttamente dal cittadino per la quota servizi (con particolare attenzione a odontoiatria, prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali) e a finanziare Protocolli di Prevenzione contro le Malattie Croniche Non Trasmissibili.

Un Servizio Sanitario Nazionale che scricchiola pesantemente e che secondo autorevoli previsioni e studi di sostenibilità economica potrebbe crollare nell’arco dei prossimi 10 anni sotto il peso dell’aumento della spesa sanitaria pubblica. Ben 44 manovre economiche per ridurre la spesa. Inutilmente, secondo RBM Salute che lancia il suo manifesto per la sanità veneta a Verona.
 
Invecchiamento popolazione, aumento cronicità, farmaci innovativi e costo tecnologia sono fattori inarrestabili, per la compagna di Assicurazione sanitaria.
 
Quali le soluzioni? Per RBM, ridurre le prestazioni del SSN, co-partecipazione della spesa a carico dei cittadini. O meglio, risorse finanziarie aggiuntive?, si chiede la compagnia.
 
Ed anche in Veneto- osserva RBM - che annovera uno dei Sistemi Sanitari Regionali migliori in Italia, la situazione non è molto differente da quella nazionale.
 
Tabella 1
Tempo di attesa in giorni per le prestazioni sanitarie con ticket nel pubblico, Veneto – Italia a confronto.
(Fonte: CENSIS – RBM Assicurazione Salute, 2015)
 

 
La spesa sanitaria pubblica della Regione Veneto è di circa 9 miliardi di euro (l’8% della spesa sanitaria pubblica nazionale) mentre la spesa sanitaria pagata di tasca propria dai cittadini è pari a 3,5 miliardi di euro (oltre il 10% di quella nazionale).
 
Ogni cittadino in Veneto spende di tasca propria per le prestazioni sanitarie circa 700 euro, quasi 130 euro in più della media nazionale che si attesta a quota 570 euro. Il Veneto ha inoltre il primato della barriera più alta d’Italia in termini di accesso alle cure sanitarie pubbliche,ovvero la spesa pro capite più alta in termini di compartecipazione alla spesa sanitaria tramite i ticket sui farmaci e sulle prestazioni sanitarie (Tabella 2), a dimostrazione del fatto, secondo RBM, che non può esistere una buona sanità senza finanziamenti adeguati.
 
Tabella 2
Compartecipazione alla spesa Sanitaria: spesa pro-capite 2015
(Fonte: GIMBE, Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale 2016-2025)
 

 
“E, sono circa 492.759 i Veneti che hanno rinunciato alle cure, il 10%, su 4.927.596 cittadini complessivi.
 
Serve un cambiamento di prospettiva per preservare in futuro la sostenibilità e la qualità delle cure del Sistema Sanitario Regionale è quanto propone Marco Vecchietti – Consigliere Delegato di RBM Assicurazione Salute S.p.A ospite del talk show: Servizio Sanitario Nazionale: Quale futuro? che si è svolto sabato scorso, a Verona, allo scopo di portare un contributo al dibattito in corso, attraverso il parere di autorevoli esperti del settore.
 
 
All’incontro hanno partecipato tra gli altri, Flavio Tosi, Sindaco di Verona Franco Balestrieri, Direttore Marketing e Comunicazione GVM Care & Research, Giuseppe Cicciù di CittadinanzAttiva-Tribunale per i diritti del malato del Veneto,  Claudio Hoebling, Presidente CEMS S.r.l. e Mauro Mottura, Sales Manager Health &Benefits Willis Towers Watson Italia.
 
A conferma di una necessità di cambiamento del sistema sanitario attuale, interviene anche il Sindaco di Verona Tosi, per il quale: “il futuro sanitario non è sostenibile così com’è, nonostante ogni anno si cerchi di aumentare il fondo di qualche miliardo, arriveremo al punto di rottura e per correre ai ripari domani dovremo sostenere un costo enorme, molto più di quello che si fatica a sostenere ora. Oggi il cittadino spende di tasca propria per curarsi o addirittura non si cura, e questo non va bene. Occorre – continua Tosi – un sistema di regole che metta in “competizione” il pubblico ed il privato, per cui il cittadino sia libero di scegliere dove rivolgersi, valutando il servizio a lui più conveniente”.
 
E proprio su questa proposta di affiancamento pubblico e privato interviene Vecchietti – “Occorre lavorare – spiega – alla costruzione di un Secondo Pilastro Sanitario aperto su base regionale che integri i Livelli Essenziali di Assistenza del Sistema Sanitario Regionale garantendo una protezioneaggiuntiva per tutti i cittadini senza distinzioni di attività lavorativa, reddito, condizione sociale (lavoratori dipendenti, autonomi, liberi professionisti, P.IVA, studenti, casalinghe etc)”.
 
Il #SecondoPilastroSanitario, secondo il programma di RBM, dovrà coprire l’intero campo della spesa sanitaria privata quindi pagata direttamente “di tasca propria” dai cittadini per la quota servizi (con particolare attenzione a odontoiatria, prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali) e finanziare Protocolli di Prevenzione contro le Malattie Croniche Non Trasmissibili.
 
“Per raggiungere questo obiettivo – prosegue Vecchietti – sarebbe importante un intervento normativo della Regione Veneto – che su questa materia ha potestà legislativa – e regole omogenee, a livello nazionale, per tutte le Forme Sanitarie Integrative (Fondi Sanitari, Compagnie di Assicurazione, Casse di Assistenza e Società di Mutuo Soccorso) incaricate di attuare per la buona salute di tutti un Secondo Pilastro in sanità”.
 
“In particolare – ha sottolineato Vecchietti - tutte le Forme Sanitarie Integrative dovrebbero garantire: l’assenza di selezione del rischio, l’estensione delle coperture al nucleo familiare, la copertura sanitaria anche dopo il pensionamento e un’adeguata solvibilità finanziaria”.
A fronte di tale impegno nei confronti dei cittadini, spiega ancora RBM, lo Stato dovrebbe impegnarsi a garantire, senza ulteriori indugi, la piena deducibilità dei contributiversati a tutte le Forme Sanitarie Integrative (Fondi Sanitari, Compagnie di Assicurazione, Casse di Assistenza e Società di Mutuo Soccorso).
 
Essenziale, poi, la costituzione di un’Autorità di Vigilanza unica in grado di garantire applicazione delle regole per le Forme Sanitarie Integrative (Fondi Sanitari, Compagnie di Assicurazione, Casse di Assistenza e Società di Mutuo Soccorso).
L’avvio, dopo oltre 20 anni di indugi e contraddizioni su questa materia, di un #SecondoPilastroSanitario aperto a tutti i cittadini rappresenterebbe, inoltre, un importantissima garanzia anche per la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale.
 
La proposta contenuta nel “Manifesto per un Secondo Pilastro Sanitario Regionale” presentato nella mattinata consentirebbe infatti, secondo i promotori, di recuperare nelle casse del Servizio Sanitario Nazionale oltre 15 miliardi di euro (di cui 1,5 miliardi di euro per il Servizio Sanitario della Regione Veneto) di risorse aggiuntive che porterebbero il FSN alla cifra record di 128 miliardi di euro.
 
“Un vero e proprio elisir di lunga vita per il Servizio Sanitario Nazionale, possibile però soltanto a condizione che pubblico e Forme Sanitarie Integrative (Fondi Sanitari e Compagnie Assicurative) lavorino in armonia nell’interesse dei cittadini” - conclude Vecchietti.

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