quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 14 NOVEMBRE 2016
Piemonte. La Regione aderisce al Piano nazionale demenze
In Piemonte sono almeno 75mila i malati di Alzheimer, a fronte di un dato nazionale che ne registra circa 600mila in Italia e 50 milioni nel resto del mondo, con stime di casi triplicati entro il 2015. In Piemonte il piano per le demenze si svilupperà nell'arco di tre anni
La Regione Piemonte aderisce al piano nazionale demenze ed avvia l'attuazione delle strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali in questo settore che registra un numero in crescita di pazienti, affetti in particolare da Alzheimer, che fra le demenze è certamente la forma più frequente.
In Piemonte sono almeno 75mila i malati di Alzheimer, a fronte di un dato nazionale che ne registra circa 600mila in Italia e 50 milioni nel resto del mondo, con stime di casi triplicati entro il 2015. Si tratta di una malattia con un costo annuale per il servizio sanitario nazionale che si stima tra i 10 e i 12 miliardi di euro per tutte le demenze, 6 solo per la malattia di Alzheimer.
In Piemonte il piano per le demenze si svilupperà nell'arco di tre anni; si comincerà con la ricognizione dei servizi esistenti per le persone affette da demenza e per i loro familiari e caregiver allo scopo di superare l'attuale parcellizzazione; le UVA (Unità di valutazione alzheimer) esistenti verranno riconvertite in Centri per disturbi cognitivi e demenze (CDCD) con l'assegnazione di nuove funzioni; sarà redatto ed implementato un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) a livello regionale per la presa in carico globale e multidisciplinare delle persone affette da demenza; sarà costituito un coordinamento regionale delle attività del settore e saranno individuati momenti di partecipazione che coinvolgano le associazioni dei famigliari per riorganizzare ed innovare i servizi attualmente offerti sia a livello regionale che nelle singole aziende sanitarie.
Fondamentale sarà l'attivazione di una formazione specifica per il personale delle aziende sanitarie, compreso quello dei dipartimenti di emergenza senza dimenticare i medici di famiglia, anello indispensabile per la diagnosi.
A 15 anni dalla loro costituzione le Unità di valutazione Alzheimer - sono 31 quelle attive e funzionanti in Piemonte - rappresentano oggi il punto di riferimento della rete dei servizi socio sanitari per i malati di demenza e per le loro famiglie: nate inizialmente per la prescrizione farmacologica, nel tempo hanno acquisito nuove prerogative soprattutto per la necessità di fornire risposte diverse ai bisogni sempre più numerosi e differenziati di questi pazienti.
I nuovi Centri per disturbi cognitivi e demenze avranno tra i loro compiti: la diagnosi tempestiva e la formulazione di piani di cura appropriati a seconda dei bisogni delle singole fasi della malattia e l’ informazione sulle modalità di accesso ai vari servizi sanitari e socio sanitari, agli strumenti per la tutela, il caregiver, le indennità previste dalla legge.
Con la delibera di programmazione che la Giunta regionale ha approvato questa mattina, proposta dagli assessori alla Sanità e alle Politiche sociali, la Regione Piemonte vuole garantire una presa in carico con modalità uniformi per le persone affette da demenza e per le loro famiglie equilibrando progressivamente le differenze che esistono oggi tra le varie UVA che operano sul territorio piemontese.
Si tratta di un tassello fondamentale nella costruzione della rete di assistenza territoriale del Piemonte (attualmente garantita da centri diurni e strutture residenziali dedicate); la delibera dovrà prestare particolare attenzione - su indicazione degli assessori alla Sanità e Politiche sociali - proprio alla permanenza delle persone malate al loro domicilio, prevedendo sostegno non solo alla persona con problemi di demenza, ma anche alla famiglia che lo assiste quotidianamente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA