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Giovedì 10 NOVEMBRE 2016
In Regione si moltiplicano le iniziative a favore di “Sì per un’Italia in salute”
La campagna tematica, lanciata a Bologna lo scorso 7 settembre dal responsabile sanità del Pd Federico Gelli, a favore della riforma costituzionale ha avuto ampio risalto nel territorio piemontese grazie al responsabile della sanità della segreteria metropolitana del Pd Guido Gozi. "Venticinque sono i comitati costituiti a livello piemontese".
Nel territorio piemontese sono state molte le iniziative per favorire la costituzione dell’attività dei comitati “Sì per un’Italia in salute”. La campagna tematica, lanciata a Bologna lo scorso 7 settembre dal responsabile sanità del Pd Federico Gelli, a favore della riforma costituzionale approvata dal Parlamento e in attesa di essere approvata definitivamente con il referendum ha trovato numerosi consensi tra gli operatori della salute. Promotore della macchina organizzativa sul territorio subalpino Guido Gozzi responsabile della sanità della segreteria metropolitana del Pd che ha sintetizzato la sua attività: “Venticinque sono i comitati costituiti a livello piemontese, molti sulle Asl e ospedali di Torino e provincia e poi a Biella Vercelli Alessandria Alba oltre che da categorie come, Oncologi, Farmacisti Ospedalieri, Medici di medicina generale e direttori sanitari”.
Gozzi ricorda quali sarebbero i vantaggi della modifica del Titolo V: “Verrebbe meno la cosiddetta legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Si potrà ristabilire in questo modo un primato statale nelle decisioni di politica sanitaria, politica sociale e sicurezza alimentare ponendo fine alle derive federaliste che hanno portato in questi anni all’esplosione della spesa e creare quel gap storico tra Nord e Sud del Paese. Non ultimo, troverebbe così soluzione il problema legato al contenzioso tra Stato e Regioni. La sanità uscirà rafforzata sul piano delle garanzie di equità e uniformità dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) sul territorio nazionale. E questo – conclude Gozzi - proprio grazie al maggior ruolo che Governo e Parlamento saranno chiamati ad assumere nelle grandi decisioni di indirizzo e politica sanitaria ponendo fine, di fatto, al “primato” delle Regioni che con la riforma del 2001 sono diventate le vere dominus della sanità.”
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