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Venerdì 17 GIUGNO 2011
Veneto. Sì a fecondazione assistita nel pubblico fino a 50 anni
La delibera della giunta guidata da Luca Zaia fissa a 50 anni per le donne e a 65 per gli uomini il limite d’età per accedere alla fecondazione assistita in regime di servizio pubblico, nonché in 3-4 i tentativi possibili a seconda della tecnica d’inseminazione utilizzata. Per il sottosegretario Martini si tratta di una “scelta di grande civiltà”.
Semaforo verde in Veneto alla fecondazione assistita in regime di servizio pubblico per le donne fino a 50 anni. Vivido apprezzamento è giunto dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha specificato come “oggi le donne hanno una aspettativa di vita molto lunga, sono in buona salute e spesso si trovano a dover investire la prima fase della loro esistenza negli studi e nella carriera. Le condizioni per mettere al mondo dei figli responsabilmente si verificano spesso in un’età profondamente mutata rispetto a quanto avveniva un tempo. Nei Paesi più avanzati in Europa i 50 anni vengono considerati un limite accettabile e la scienza oggi ci aiuta moltissimo per ottenere buoni margini di esito positivo delle procedure per la fecondazione assistita attraverso una presa in carico individualizzata di ogni singolo caso. Credo che dare questa opportunità all’interno dei livelli di assistenza garantiti dalla regione Veneto alle coppie di aspiranti genitori rappresenti un atto di lungimiranza politica e di attenzione al tema della natalità che avvicina il Veneto ai migliori esempi in Europa e faccio i miei più sentiti complimenti al Presidente Zaia e a tutta la sua Giunta”.
Per l’assessore alla Sanità Luca Coletto “l’importante è che non si perda di vista lo spirito con il quale abbiamo deliberato, assegnando un rilievo particolare all’aspetto umano, psicologico e sociale ed alle aspirazioni profonde della coppia e della donna”. “Siamo ben consci – aggiunge Coletto – che una valutazione meramente scientifica e rigidamente statistica porterebbe ad indicare un limite di età più basso, ma abbiamo ritenuto di dare un segno di civiltà alle coppie ed alle donne che si trovano in un’età ancora feconda seppur un po’ avanzata. Procreare è un’aspirazione forte che caratterizza l’intero genere umano e finché madre natura lo consente, cioè sino all’ingresso della menopausa nella donna, è giusto dare una possibilità anche a coloro che, per svariati motivi, non hanno potuto farlo in età giovanile”. “Non dimentichiamo anche – aggiunge l’assessore veneto – le pesanti problematiche psicologiche che possono colpire una donna (ma anche un uomo) che, pur in età feconda, non riescono ad generare un figlio; e la risposta che diamo al preoccupante fenomeno dei viaggi della speranza che spingono molte donne a rivolgersi all’estero per pratiche sempre costose ed a volta anche di dubbia eticità”. Coletto annuncia che porterà i contenuti della delibera veneta all’attenzione del coordinamento degli assessori alla sanità delle Regioni italiane, da lui stesso retto, “perché si apra un ragionamento ed un dibattito sulla questione, mentre anche a livello governativo se ne sta discutendo”.
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