quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 16 GIUGNO 2011
Adhd: più di due anni per la diagnosi

È quanto rivela uno studio condotto in 6 Paesi europei che ha fotografato quanto il disturbo incida sullo sviluppo e l’integrazione sociale del bambino. In Italia diagnosticato solo un caso su 100.

Occorrono in media 26,8 mesi prima che un bambino riceva una diagnosi di Adhd, nonostante il disturbo incida notevolmente sulla sua qualità di vita. È quanto emerso dalla “Ricerca sulla compromissione della qualità di vita in pazienti ADHD”, realizzata con il contributo incondizionato di Shire e presentata nei giorni scorsi al Terzo Congresso Internazionale Adhd tenutosi a Berlino. La ricerca è stata condotta in 6 paesi (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito) e ha arruolato 2.500 persone tra adulti e bambini affetti da Adhd. Lo studio ha analizzato tutti gli ambiti della vita quotidiana dei bambini affetti da Adhd rispetto ai bambini sani facendo emergere alcuni dati significativi: i bambini Adhd presentano notevoli difficoltà nel rendimento scolastico, hanno un numero di assenze significativamente maggiore, sono più spesso tra “gli ultimi della classe” e presentano anche minori probabilità di essere invitati a eventi sociali e di avere buoni rapporti con fratelli e sorelle.Altri dati della ricerca indicano che gli adolescenti affetti da Adhd hanno probabilità significativamente maggiori di avere problemi di condotta, tra cui un eccessivo consumo di alcol e l’essere coinvolti in risse rispetto agli adolescenti non affetti da Adhd, così come riferiscono i genitori/caregiver.
C’è poi il tempo per giungere a una diagnosi: 26,8 mesi secondo la ricerca, tanto che oltre la metà dei partecipanti (54%) evoca il senso di frustrazione che accompagna le numerose visite. Oltre un terzo (38%) dei genitori/caregiver ha avuto bisogno di incontrare tre o più medici prima che venisse fatta una diagnosi. “È preoccupante che i genitori debbano ancora lottare così strenuamente per ottenere una diagnosi che possa consentire loro di iniziare ad affrontare alcuni dei problemi riscontrati dai loro figli, e di avere accesso a una terapia che possa comportare una reale differenza per il futuro dei loro figli”, ha affermato Myriam Menter, di Adhd Europa. “Tutti sappiamo che ogni anno conta ai fini di un corretto sviluppo del bambino, quindi pensare che una diagnosi possa richiedere in media oltre due anni evidenzia la necessità di avere un migliore accesso ai servizi di Adhd al fine di ottenere il miglior pacchetto sanitario per ogni bambino e di evitare alcune di queste conseguenze”.Quanto all’Italia, dove si stima che la prevalenza di Adhd sia attorno al 4 per cento, si ritiene che solo l‘1,3 per cento riceve una diagnosi. “In Italia l’Adhd è un disturbo sotto-diagnosticato”, ha affermato Renato Donfrancesco, Coordinatore del Centro di riferimento regionale per l’ADHD dell’Ospedale Pertini di Roma e responsabile italiano della ricerca.  “Spesso le famiglie impiegano anni per arrivare ad una diagnosi e talvolta c’è il rischio di non arrivarci mai. L’Adhd è un disturbo di origine neurobiologica […] ed è preciso compito di noi medici e ricercatori supportare le famiglie nel percorso verso la diagnosi e successivamente verso la cura”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA